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I Comitati a difesa dell’ospedale di Senigallia stigmatizzano le parole del sindaco

"Non sono i comitati a dover stare a fianco dell'amministrazione comunale, ma il contrario"

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L'ospedale di Senigallia

I comitati  a difesa dell’Ospedale di Senigallia e della sanità pubblica intendono stigmatizzare quanto dichiarato dal Sindaco nel corso del Consiglio Comunale circa le iniziative da essi intraprese.


Che Mangialardi non gradisse la partecipazione diretta dei cittadini era chiaro da tempo.

Già nel corso della riunione della IV commissione del 24 luglio aveva dileggiato i numerosi presenti accorsi a sostegno dell’UTIC, tanto da fare spazientire anche una anziana signora, malata oncologica, che si è alzata in piedi dichiarandosi offesa dalle parole del sindaco.

Non pensavamo, però, che anche in Consiglio avrebbe proferito frasi, tra lo sprezzante e il canzonatorio, contro liberi cittadini autorganizzatisi in comitati a difesa di un diritto disconosciuto e calpestato da decenni di politiche sanitarie distruttive ad ogni livello: nazionale, regionale e locale.
Ci chiediamo come possa un sindaco che si definisce di tutti, che a suo dire agisce per il bene della cittadinanza, denigrare quei suoi stessi cittadini che intendono farsi parte attiva di un processo partecipativo, e che vengono invece percepiti come ostacolo al lavoro istituzionale.

Perchè il Sindaco di tutti non ha optato, vista l’opportunità suggeritagli, per l’apertura di un confronto con i comitati, quindi i cittadini, con gli operatori sanitari e con le associazioni di settore, magari con un Consiglio Comunale allargato, aperto e democratico, nel senso etimologico del termine?

Forse il Sindaco ignora scientemente che il confronto e la condivisione costituiscono un valore aggiunto per la crescita democratica di una comunità e per la difesa dei diritti costituzionalmente sanciti: in questo caso il diritto alla salute.
O più semplicemente teme che la nuova idea di cittadinanza della quale i comitati possono farsi promotori comprometta irrimediabilmente il suo ego ipertrofico che lo porta ad avocare a sé ogni potere.
Quando la cittadinanza non è solo espressione di voto, ma di democrazia diretta, diventa cittadinanza scomoda e di serie B?, da trattare con sufficienza e quasi derisione?

In un momento come questo di disaffezione verso la politica, la mobilitazione della cittadinanza su temi che riguardano un bene comune come la salute pubblica e l’ospedale cittadino dovrebbe essere il fiore all’occhiello di un sindaco che davvero intende difendere il proprio nosocomio e tutta la sanità del suo territorio, in quanto punto di forza su cui fondare le proprie richieste a livello superiore.
La democrazia diretta e la partecipazione fanno forse paura a questa classe politica?

Certamente sarebbe più comodo se rimanessimo muti ed inerti, disposti a confidare in un’amministrazione comunale che afferma di fidarsi delle parole dei singoli dirigenti senza che questi assumano degli impegni reali, nero su bianco, come nero su bianco è invece la 361 che decreta la soppressione dell’UTIC a Senigallia e la conseguente perdita dei  DEA di I livello.

Si chiede forse l’Amministrazione comunale il perché la cittadinanza non sia disposta ad attendere sei mesi per vedere i “risultati” dal sindaco auspicati sia in IV Commissione che in Consiglio Comunale?

Perché non si fida, perché ha visto chiudere ospedali interi in nome di un risparmio che ad oggi non sembra dare frutti, perché il cittadino continua a pagare le tasse, il ticket (con l’aggiunta di 10 euro per ogni impegnativa) e per contro a trovarsi sempre meno servizi a disposizione, e tutti a distanza, senza potersi neanche risparmiare lunghe liste d’attesa e dovendo sovente ricorrere alle strutture private.

La risposta è che quando si tratta di toccare un bene comune, un bisogno primario, il popolo c’è, si muove, e non sono i comitati a dover stare a fianco dell’Amministrazione Comunale, caro assessore Girolametti, ma viceversa, perché la politica altro non dovrebbe essere che l’espressione della cittadinanza; se così non è ci si deve chiedere piuttosto se questa politica sia o meno rappresentativa dei propri cittadini.

I comitati non si fermano certo perché il sindaco ed il consiglio comunale hanno prodotto una richiesta da portare all’ASUR e alla Regione, i comitati nascono su istanza dei cittadini e dai cittadini solamente possono essere fermati.

Firmato

Comitato Cittadino a difesa dell’Ospedale di Senigallia

Comitato a difesa dell’Ospedale di Senigallia e del diritto alla Salute

Gruppo di informazione sull’Ospedale di Senigallia

Commenti
Solo un commento
leofax 2017-09-16 11:49:35
Il tempo è galantuomo e presto, come un uragano americano, farà fuori questi politicanti, al servizio del partito ma non del popolo.
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