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Vasche di espansione di Senigallia “ancora una volta arenate. E’ un boicottaggio”

Paradisi (Unione Civica): "l'alluvione del 2014 evidentemente non ha insegnato nulla"

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Roberto Paradisi

Continua il “boicottaggio” (per usare il termine utilizzato dai carabinieri della Forestale) a tutti i livelli per la realizzazione delle vasche di espansione a Senigallia.

Tempo fa avevo pubblicamente denunciato l’insabbiamento della procedura aperta per l’affidamento dell’appalto di “progettazione ed esecuzione dei lavori di realizzazione di un’area agricola di compensazione idraulica in località Bettolelle”. Un appalto per oltre 4 milioni di euro. Procedura prima insabbiata, poi riattivata ed oggi ancora una volta arenata nella grigia palude di una burocrazia colpevole e inerte.

Questi i fatti: il termine iniziale di scadenza di presentazione delle offerte veniva fissato dalla Provincia per le ore 13.00 del giorno 18/03/2016. Il 22 marzo si svolgeva la prima seduta di gara dove veniva esaminata la documentazione amministrativa di parte dei 25 concorrenti. La seduta veniva sospesa alle ore 13.30 con indicazione di riapertura per il giorno 4 aprile. A seguito del passaggio di funzioni in materia di acque pubbliche dalla Provincia alle Regioni in base alla L.R. n. 13/2015, la seduta di gara per il giorno 04.04.2016 veniva rinviata a data da destinarsi. Nel febbraio di quest’anno, finalmente, la Regione Marche con propria determina (la numero 5 del 20 febbraio) stabiliva che “I procedimenti relativi all’affidamento di lavori o servizi riguardanti opere pubbliche o interventi per la difesa del suolo pendenti presso le Province alla data del 1° aprile 2016 fino alla conclusione della fase di aggiudicazione, continuano ad essere svolti dalle Province medesime”.

La Provincia era pertanto costretta il 16/05/2017 alla nomina del nuovo responsabile del procedimento (Arch. Sergio Bugatti in sostituzione dell’Ing. Massimo Sbriscia) e alla nomina della nuova commissione giudicatrice. Il 5 giugno scorso veniva riaperta la procedura di gara e terminata la fase istruttoria di verifica della documentazione amministrativa dei concorrenti ammessi (vedi verbale di gara II seduta). La seduta veniva tolta con indicazione di riapertura al termine dei lavori della commissione giudicatrice.

Ad oggi, con un susseguirsi di allerte meteo che fanno temere spesso il peggio e nonostante le parole pesantissime riportate negli atti di indagine degli inquirenti per l’alluvione disastrosa del 2014 (che, evidentemente, nulla ha insegnato né agli indagati né ai responsabili degli enti), nulla si sa della commissione tecnica che deve essere nominata per esaminare le offerte proposte dai concorrenti e attribuire i punteggi alle varie ditte.

Il “boicottaggio” evidentemente continua. Sono queste le tipologie di comportamenti che, per l’alluvione del 2014, hanno indotto gli inquirenti a individuare negligenza e omissioni ritenute penalmente rilevanti.

Vale la pena sottolinearlo.

Commenti
Ci sono 3 commenti
F_Libanori 2017-09-11 19:00:56
Personalmente, avrei più di un dubbio di natura tecnica nel portare a compimento un procedimento del genere se, per caso, anche uno soltanto degli “11 indagati” vi avesse dato il proprio contributo.
Suggerisco invece un nome (… una certezza) da chiamare a far parte della commissione tecnica che dovrebbe esaminare le offerte ed attribuire i punteggi relativi: quello del Prof. Ing. Marco Mancini.
leofax 2017-09-12 12:14:00
Personalmente ma solo da un punto di vista prettamente tecnico, sono contrario a queste vasche di espansione. Prima di tutto andiamo a rovinare una bella pianura agricola. Da quello che ne so, in caso di piena del Misa, dette vasche andrebbero a coprire il 15 per cento del totale e all'incirca un abbassamento del livello di 30 centimetri. Sono per un canale scolmatore tra le Casine di Ostra e Passo Ripe, lungo quella strada provinciale e assai prima della confluenza tra il Misa ed il Nevola. I due fiumi dovrebbero essere dotati di chiuse mobili e il canale dovrebbe essere largo una decina di metri e con la stessa profondità. Con questo sistema, i livelli fluviali sarebbero molto bassi e dopo la piena principale, si aprirebero le chiuse per ar defluire le acque, senza il pericolo di esondazione. Dobbiamo tener conto che il reticolo minore che si appoggia sul Misa, e fonte di ingrossamento del fiume.
Leonardo Maria Conti
Michele- 2017-09-12 14:04:38
Sono un alluvionato cime tanto. Leggo i commenti, sempre gli stessi dei soliti, che sconsigliano le vasche, che suggeriscono i tecnici e che hanno in tasca soluzioni miracolose.
Non ritengo nemmeno opportuno commentare. Dopo trent'anni di omissioni, sperpero di denaro pubblico, dirottamento di fondi, di sedicenti tecnici, di tecnici interessati, di capipopolo dell'opposizione indicati dalla maggioranza, di dietrologi professionisti, davvero non se ne può più. Forse, per questi trent'anni che la Regione Marche ha pagato ai proprietari di questa bella parte della pianura marchigiana denaro pubblico per l'indennità per servitù di alluvionamento, non ci sono interessi economici? Mah!! Forse che, a livello locale, le forniture del vino prodotto lì non sono apprezzate? Chissa!! Forse che le omissioni amministrative e l'opposizione a queste opere nascono da un intreccio di provvidenze, regalie, società trasversali e precisi interessi? Chi può dirlo!!! Certo che, anche a chi non ha fatto studi classici, qualche dubbio può venire!!
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