Alluvione, Laboratorio Benedetti: “Ripartire dall’interesse pubblico”
Tra difese politiche e attacchi propagandistici, c'è chi pensa alla gestione del territorio fatta negli ultimi decenni. E a quella futura
Molta acqua è passata sotto i ponti dal 3 maggio 2014, anche se ultimamente è un po’ troppo carente. Sui giornali locali, da giorni si sono accese polemiche dopo la notizia degli 11 indagati, fino a martedì 29, quando gli avvisi di garanzia sono arrivati assieme al documento del Corpo Forestale Carabinieri sull’alluvione che ha colpito Senigallia con 3 morti, più di 100 milioni di danni, 5.000 case allagate, 5.000 tonnellate di rifiuti rimossi.
Sulla città è piombato, anche se da tempo atteso, questo ciclone di fine estate che mette in ansia e fibrillazione, oltre i diretti interessati, anche il mondo politico, la cittadinanza tutta e, in modo particolare, chi ha subito tragedie e danni causati dall’evento alluvionale. Sono seguite anche reazioni scomposte, soprattutto dopo le prime anticipazioni, come se il “Quarto potere” (l’informazione), rendendo noto ai cittadini lo stato dell’inchiesta, avesse sconfinato e leso le garanzie individuali degli indagati. Poi, secondo una sequenza stantia che si ripete ad ogni indagine che coinvolga il potere politico, si evocano complotti politici, si allude ad aspetti poco chiari nella vicenda e così via.
Nella loro banalità, si capiscono, da un lato, le difese politiche di parte e, dall’altro, gli attacchi propagandistici e strumentali, ma crediamo che sarebbe più opportuno ragionare d’altro.
Sarebbe infatti molto più utile per tutti riflettere su quanto è stato fatto negli ultimi decenni per le politiche del territorio: l’approssimazione degli interventi, quando non del tutto errati, l’incompetenza, la superficialità, i ritardi, la mancanza di manutenzione; l’aver avvantaggiato interessi privati e speculativi a scapito degli interessi pubblici e la difesa dei beni comuni. In sostanza, la promozione di una critica politica alla gestione del territorio.
I magistrati fanno il loro lavoro; a noi spetta il dibattito, la comprensione e la partecipazione per un cambiamento dello stato di fatto. Purtroppo la maggioranza politica che governa questa città, ma anche gli enti preposti, hanno avuto ed hanno poca sensibilità, quando non avversione, verso istanze e petizioni che venivano da Comitati e cittadini non appartenenti al «cerchio magico» dei sostenitori della maggioranza di governo. Troppe volte studi, osservazioni e proposte dissonanti sono state mal sopportate quando non apertamente osteggiate (sulle casse di espansione, sul fosso del Sambuco, sui ponti cittadini, ecc.).
Quindi ben venga la rapida conclusione della vicenda giudiziaria, ma la città non ha solamente bisogno di individuare le responsabilità, quanto di elaborare e attuare una politica del territorio più efficace e lungimirante, più attenta all’interesse cittadino.
Laboratorio Sociale ‘Filippo Benedetti’ – Senigallia
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