Quattro appuntamenti per chiudere l’edizione 2017 di “Ventimilarighesottoimari in giallo”
Sabato 26 incontri all'angolo giallo, Rotonda, palazzetto Baviera e cortile della Rocca con Massimo Raffaeli e Bruno Gambarotta
Ventimilarighesottoimari in Giallo si conclude con quattro imperdibili appuntamenti.
L’ultima giornata del Festival, in programma sabato 26 agosto, inizierà alle ore 18,30 all’Angolo Giallo allestito presso la libreria IoBook (via Cavour, 32) con la presentazione del libro “Anna Senzamore” di Eugenio Giudici, con il quale converserà lo scrittore Antonio Maddamma. A Domodossola si festeggia il Natale di Roma. Anton Von Kitrowski lascia il ballo di gala con gli amici e raggiunge la sua dimora all’inizio della valle. Il giorno dopo lo trovano morto nel salotto di casa. Avvelenato. Da Novara viene mandato un vicecommissario perché svolga le indagini. Sullo sfondo di un fascismo reso blando da una tranquilla vita di montagna, fatta di incontri quotidiani e di una nomenclatura semplice.
Alle ore 19,15, nel cortile di Palazzetto Baviera, sarà presentato il libro “Commedia nera numero 1”. L’autore, Francesco Recami, sarà intervistato dal giornalista Matteo Massi. “Commedia nera numero 1” è più un noir che un giallo , anzi forse è proprio una commedia nera perché lo stile narrativo è appassionante e vive di equivoci e paradossi. Al centro della storia una coppia e l’abisso sempre più vicino: lui che si rinchiude in casa e lei che esercita su di lui una tirannia sempre più spietata.
In serata doppio appuntamento alle ore 21,30. Alla Rotonda a Mare Bruno Gambarotta, intervistato dal giornalista Luigi Brecciaroli, presenterà il suo libro “Non si piange sul latte macchiato”. Otto racconti gialli compongono questo originale romanzo di Gambarotta che si sviluppa tra i scenari più diversi: da un’estemporanea di pittura durante la sagra del maiale di San Venanzio, all’antico castello come set di uno spot televisivo, dalla Torino colma di gianduiotti fin nelle fondamenta al cenone di Capodanno con finale a sorpresa. Un meccanismo narrativo coinvolgente, illuminato da una sottile ironia.
Contemporaneamente, al cortile della Rocca Roveresca, il critico letterario Massimo Raffaeli terrà la sua consueta e attesissima lectio magistralis che, dopo le opere di Carlo Emilio Gadda, Carlo Fruttero e Franco Lucentini, e Pier Paolo Pasolini, quest’anno porterà il pubblico alla scoperta di Georges Simenon e del suo principale personaggio, il commissario Maigret. Simenon è stato il narratore epico della borghesia novecentesca, lo scrittore che più compiutamente ha dato corpo e una voce d’autore allo slogan di “sesso, sangue, soldi”, in cui invece si riassume la letteratura popolare. All’interno della sua sterminata bibliografia, è centrale la zona intitolata alle inchieste del commissario Maigret, oltre cento titoli dislocati fra gli anni trenta e settanta del secolo scorso. Prima che un detective, Maigret è un uomo comune, abitudinario, laconico. Prima che un eroe è un individuo capace di osservazione e di ascolto del suo prossimo. Nel paese di Cartesio, Maigret non dispone di alcuna teoria o filosofia ma soltanto della capacità di immedesimarsi nella normalità degli esseri umani e nelle dinamiche che li portano, vicendevolmente, al bene o al male. Per questo generazioni di lettori gli hanno tributato affetto e una assoluta fedeltà.
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