Femminicidio, stop al risarcimento dei figli della vittima: interrogazione in aula
L'on. Brignone: "quali sono le motivazioni dell’impugnazione della sentenza emessa dal Tribunale di Messina?"
“Come ultimo atto prima della chiusura degli Uffici della Camera, è stata presentata un’interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della giustizia e al Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, sul caso di Marianna Manduca, che nel 2007 è stata uccisa dal marito, Saverio Nolfo, nonostante la donna avesse sporto presso la Procura della Repubblica di Caltagirone ben dodici denunce nei confronti dell’uomo per maltrattamenti, minacce e percosse subite”.
Lo dichiara in una nota la deputata di Possibile, Beatrice Brignone. “In questi giorni la stampa riporta la notizia che il Tribunale civile di Messina ritenuto i Pubblici Ministeri in servizio nella procura di Caltagirone, che si occuparono dell’allora caso, negligenti poiché non fecero quanto in loro potere per evitare il femminicidio della donna. La Presidenza del Consiglio è stata dunque condannata a risarcire con 300 mila euro i danni patrimoniali subiti dai tre figli della vittima, ospiti dagli zii che vivono a Senigallia e che si prendono cura dei loro bisogni. Tuttavia, lo Stato ha impugnato la sentenza togliendo così un diritto ai figli di Marianna Manduca.
Per questi motivi mi sono sentita in dovere di chiedere ai Ministri interrogati se ciò corrisponda al vero e quali siano le motivazioni dell’impugnazione della sentenza emessadal Tribunale di Messina con la quale condannava la presidenza del Consiglio a risarcire il danno patrimoniale ai tre orfani della Manduca e quali strumenti normativi s’intendono mettere in campo per arginare il fenomeno sempre più dilagante dei femminicidi. Nel 2016 ho presentato una proposta di legge concernente i Fondi da destinarsi agli orfani di femmicidio, ma il Governo evidentemente non ritiene prioritario affrontare e tutelare in maniera strutturata la violenza contro le donne mentre ogni giorno piangiamo una donna uccisa. Occorre predisporre con la massima urgenza definire in maniera strutturata gli strumenti necessari per tutelare gli orfani di vittime di femminicidi e affrontare la violenza, sempre più dilagante dei femminicidi”.
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