“Abbiamo portato il fiato di Senigallia sul collo dei vertici sanitari”
Paradisi, Rebecchini e Canestrari: "l'ispezione in ospedale ha centrato gli obiettivi, ma la battaglia è appena ricominciata"
La nostra ispezione civica all’ospedale di Senigallia ha ottenuto due importanti risultati: il primo è quello di aver potuto raccogliere voci e disagi di medici, tecnici e operatori dei reparti più a rischio e più in difficoltà.
Con noi sono riusciti a parlare liberamente e nessuno ha nascosto una preoccupazione fortissima per il futuro della nostra sanità. In alcuni reparti addirittura infermieri e operatori ci hanno fermato ed hanno voluto stringerci la mano chiedendoci di non abbandonare la battaglia in difesa dell’ospedale.
Il secondo risultato è stato quello di far sentire il fiato della città sul collo dei vertici regionali, direttore Marini in testa. Quando siamo inaspettatamente entrati nella stanza al sesto piano del monoblocco, stipata da medici, dirigenti amministrativi e politici del Pd, vi sono stati sguardi di smarrimento e agitazione. Non si trattava più di blandire medici e operatori giocando la “partita” sanità nelle segrete stanze, ma i direttori Marini e Bevilacqua (quest’ultimo addirittura, senza senso del reale, voleva pretendere di fotocopiare un tesserino di un agente di polizia che ci accompagnava nel tour ospedaliero per motivi di sicurezza) hanno finalmente capito che devono rispondere alla città e ai loro rappresentanti. Siamo stati invitati ad uscire poiché è stato definito un “incontro riservato”. Lo abbiamo ovviamente fatto ma strappando la garanzia (a tal proposito il sindaco, che si è assunto l’impegno di fissare una data, è stato poi di parola) di un incontro istituzionale in Commissione come da noi da tempo richiesto.
Poco convincente comunque la nota ufficiale del Comune di Senigallia che assicura che tutto continuerà come prima in cardiologia. Le delibere hanno un senso e, soprattutto, un’ efficacia. Se i vertici regionali si sono resi conto di averla fatta davvero grossa eliminando la terapia intensiva non prendano in giro cittadini e operatori: annullino immediatamente e formalmente la delibera del 23 giugno. Diversamente si parla di aria fritta.
In relazione agli altri reparti poi non possiamo non sottolineare un pesante clima di smobilitazione generale. Emblematico il drammatico cartello che abbiamo visto appeso di fronte al reparto di gastroenterologia dove la divisione si scusa per i disagi arrecati ai pazienti sempre più allarmati ed esasperati “causa riduzione ulteriore di personale medico”.
Esasperazione dell’utenza che ci ha confermato anche il cappellano dell’ospedale Don Giordano (che siamo andati a trovare e che ci ha accolto con grande cordialità e disponibilità) che rappresenta un vero punto di riferimento morale e spirituale per pazienti e famiglie e che raccoglie quotidianamente i loro disagi e le loro preoccupazioni.
Una cosa è certa: la battaglia per il nostro ospedale è appena ri-cominciata.
Da
Roberto Paradisi (Unione Civica)
Luigi Rebecchini (Unione Civica)
Alna Canestrari (Forza Italia)
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