Calcio: il futuro della Vigor Senigallia visto da un ex giocatore e allenatore
Lavoratornovo sui rapporti con l'FC Senigallia: "Non merita di finire una parte significativa della storia della città"
Ad un anno dall’accordo di aggregazione tra la società di calcio “Miciulli” e la Scuola Calcio Vigorina, aggregazione che ha dato vita alla nuova realtà denominata F.C. Senigallia, tornano, insistenti, anche le voci dell’ulteriore fusione di quest’ultima con la tradizionale, longeva squadra cittadina Vigor Senigallia.
Se la ex “Miciulli” – ora F.C. Senigallia – sorta per iniziativa di un gruppo di amici già calciatori, ha una storia recentissima e brillante, l’altra, espressione nel 1920 della pubblica Polisportiva, è nata come “Vigor Senigallia” nel 1921, ed ora, alle soglie del suo Centenario, si trova in una situazione di declino che pare irreversibile. Da qui il rinvigorirsi delle ipotesi di unificazione, il riafffiorare della necessità della cosiddetta fusione delle due squadre in un’unica compagine calcistica cittadina (in realtà mai si è parlato di unione o fusione in senso puro tra le due squadre, ma di mancata iscrizione dell’Us Vigor 1921 del presidente Mandolini, NDR).
Ora, stando così le cose, non credo che questa sia la soluzione da adottare per alcune considerazioni che farò più avanti e con una premessa d’obbligo. Sono un senigalliese d.o.c., non un tifoso ma un appassionato di calcio e già calciatore; a suo tempo, ho avviato la mia carriera e militato a vario titolo (giocatore prima e poi anche allenatore) nella Vigor Senigallia nella cui squadra “ideale” ho avuto l’onore e l’orgoglio di essere stato inserito; ho sempre seguito le vicende alterne (come sempre avviene anche nella storia delle società sportive), fatte di luci ed ombre, di momenti favorevoli e di altri poco felici, di campionati esaltanti e di altri deludenti, di quella che è stata la mia squadra di formazione e d’esordio e, ancora di più, la squadra della mia città.
Sul fatto di sentirmi profondamente senigalliese e sulla base delle mie esperienze, interne ed esterne alla vita della Vigor Senigallia, “vecchia signora” di provincia che si avvia a compiere i suoi cento anni carichi di una storia comunque gloriosa, ho maturato la convinzione che l’idea di un’unica, forte “composita” squadra cittadina così come scaturirebbe dalla fusione tra F.C. Senigallia e Vigor Senigallia sia all’approccio seducente ma, nella sostanza, deleteria per le sorti di quest’ultima.
E ciò perché:
1) ritengo che la cosiddetta fusione tra le due Società calcistiche si risolva, in effetti, considerate le differenti, assai differenti situazioni patrimoniali delle due Società, in un vero e proprio assorbimento della Vigor Senigallia in F.C. Senigallia, inglobamento che segnerebbe contestualmente la fine della sua lunga storia;
2) ritengo sia un fatto che la città sportiva (così come di recente ha pure dimostrato una manifestazione tenutasi al Foro Annonario) continui per la maggior parte a riconoscersi nella Vigor Senigallia poiché in essa vede rappresentato il suo stesso, lungo passato, in essa individua parte significativa del suo vissuto sociale nel trascorrere del tempo;
3) ritengo che il limitarsi da parte dell’Amministrazione Comunale alla sola, distaccata constatazione dell’esistenza di un patrimonio sportivo e sociale così rilevante – storico, appunto – sia dunque un errore politico non da poco;
4) ritengo, per contro e infine, che operazione politica virtuosa dell’Amministrazione cittadina sarebbe quella di prestare maggior attenzione, sempre discreta, non invasiva ma più ravvicinata e partecipe alle vicende della nostra Vigor Senigallia sostenendone le necessità.
Così, nel favorirne l’attività ne arresterebbe il declino, dando vitalità e continuità ad una parte significativa della storia della nostra città che non merita di essere chiusa.
da Paolo Lavoratonovo
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