Condivisione e diversità, sfide e conquiste in un luogo aperto come Arvultùra
A Senigallia, insieme alla Cooperativa Vivere Verde, corsi di chitarra e laboratori di falegnameria creativa
Nasce nel 2011 il centro sociale che oggi porta il nome di Arvultùra. Uno spazio comune e autogestito con carattere politico, sociale e culturale.
Negli ultimi anni lo spazio è divenuto sempre più un luogo aperto, attraversato da molteplici soggettività e arricchito da numerose collaborazioni con associazioni, semplici realtà, comitati e singoli individui, cercando di volta in volta, di valorizzare la bellezza del lavorare insieme nelle diversità.
Nella quotidianità siamo purtroppo abituati ad interpretare come marginalità sociale e quindi ghettizzare, tutte quelle situazioni che non vivono un presente chiamato da molti “normale”. La società nella quale viviamo è ricca di disagio; non a caso alcuni studiosi tra filosofi e psicoterapeuti, parlano di disagio contemporaneo, elaborandolo come espressione e risultato di una mancanza, che sta subendo sempre più una metamorfosi verso il vuoto.
La soluzione o meglio la “cura”, che la società capitalista cerca e propone come tale è “l’oggetto”, la mercificazione di ogni cosa. L’uomo, infatti, secondo questo ragionamento, sperimenta la guarigione attraverso l’oggetto stesso e il suo consumo, che il mercato propone continuamente. L’oggetto in questione è tutto ciò che può venire in mente, dalla tecnologia al cibo, passando per le sostanze psicotrope. Detto in poche parole, tutto ciò che si può comprare.
Quello che invece al giorno d’oggi è limitato e prezioso è il fattore umano e ciò che si produce in relazioni con altri. Lo spirito di aggregazione, di partecipazione e di auto organizzazione sono il vero antidoto all’angoscia, alla precarietà esistenziale; a quella sensazione claustrofobica che il nostro presente quotidianamente ci affida e che pesa come un macigno.
Siamo interessati maggiormente al processo di un percorso piuttosto che al risultato che quest’ultimo ci può permettere di raggiungere; al senso e alla compagnia del viaggio più che alla meta. In antitesi al canovaccio dell’era contemporanea in cui il “fare” è stato sostituito con il “comprare”, nascono dalla collaborazione tra il centro sociale Arvultùra, Factoryzerozero, Enora ( giochi in legno), il musicista Marco Cattaneo e la Cooperativa Vivere Verde, i due progetti attualmente in corso presso i locali dell’Arvultùra: il laboratorio di falegnameria creativa e il corso di chitarra.
Gli ospiti delle diverse strutture della Cooperativa Vivere Verde sono i protagonisti dei nuovi corsi, nello specifico la diade madre-figlio/a/i, che insieme si avvicinano al mestiere del falegname, ideando, progettando e costruendo giochi in legno con materiale recuperato. Il tutto in un’ottica di divertimento, creatività e condivisione.
Avendo un obiettivo comune, che può essere, ad esempio, quello di costruire un gioco tutti insieme come un biliardino, i ragazzi e le ragazze, ma anche la figura adulta e quindi genitoriale, si allenano non solo a piantare dei chiodi o a tagliare il legno con precisione, ma anche e soprattutto a fidarsi l’uno dell’altro.
Il corso di chitarra invece è rivolto più che altro ai ragazzi; un percorso di avvicinamento alla musica, in cui anche qui, l’obiettivo primario non è tanto imparare a suonare perfettamente uno strumento, ma quanto riuscire a godere di quella serenità che la musica, la manualità e la fantasia riescono a donare, imparando ad ascoltare l’altro.
Nati all’inizio di marzo e attualmente in corso il giovedì e il sabato di ogni settimana, presso il locali dell’Arvultùra. Entrambi i corsi sono pensati e organizzati in gruppo perchè imparare a lavorare con l’altro, riconoscendolo come una ricchezza, non è solo la costruzione di legami sociali volti a spezzare la solitudine dei singoli, ma è anche parte costituente di una nuova società.
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