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Alla Piccola Fenice il film “L’accabadora”

L'appuntamento è per martedì 16 maggio alle ore 21:15

L'accabadora

L’Accabadora, titolo del terzo lungometraggio del regista sardo Enrico Pau, prende il nome da una figura tra realtà e leggenda, presente nella tradizione sarda, di una donna il cui compito, tramandatole dalla famiglia, era quello di dare la “buona morte” ad anziani moribondi e bambini o giovani gravemente malati per i quali vivere era diventato insopportabile.

La sua era una sorta di eutanasia ante litteram. Per Annetta (Donatella Finocchiaro) questo suo destino scelto dalla madre, è una condanna: vive perennemente in un limbo, in una fossa, come lei stessa dirà, sempre con il pensiero fisso ai “suoi morti”, come se la vita fosse per sempre “seppellita” insieme a loro.

Siamo a Cagliari, negli anni ’40, tra continui bombardamenti e miseria anche gli uomini e le donne “sane” vivono continuamente nell’attesa della morte che sembra ogni giorno imminente, che spegne i loro volti e li costringe a sopravvivere con il ricordo dei propri cari morti al fronte o sotto le macerie delle loro case.

Giunta da un piccolo paesino, Annetta cerca disperatamente la nipote, Tecla (Sara Serraiocco): qualcosa di terribile sembra separarle quando si rivedono in una casa di tolleranza dove la ragazza si guadagna da vivere.

Inutili i tentativi di Annetta di riportarla sulla retta via: lei che è capace di liberare per sempre le persone della sofferenza non riesce a interagire con i vivi e non è in grado di liberare se stessa da questo lutto perenne.

L’Accabadora è l’omaggio di Enrico Pau a una terra: la Sardegna

Per la tradizione sarda l’accabadora è una donna anziana, esperta di medicina naturale, una sorta di “megera” che porta la morte. Nel film di Pau, invece, Annetta è una donna giovane e bella, anche se provata dal suo infame ruolo. Si percepisce in lei della linfa vitale che fatica a venire fuori: il suo sguardo, perennemente triste e malinconico, sembra dire di non meritare neanche la minima gioia; cammina per strade diroccate, vicoli deserti, tra le poche persone rimaste in città come se attraversasse un cimitero, silenziosa e rassegnata.

Il regista, con il ritmo estenuante e i lunghi silenzi della protagonista, comunica in pieno il peso di una condizione disumana, tragica.

Finisce però per sovraccaricare la vicenda di un’angoscia che lascia poco spazio alle altre storie, alle altre vite che appaiono decisamente slegate da quella di Annetta e poco indagate.

La “dolce morte” come “pietas”
Un omaggio sicuramente carico di suggestioni che rimandano a un mondo arcaico in cui la morte era considerata pienamente parte della vita e affrontata in maniera più consapevole. Un aspetto sicuramente significativo del film.

Ingresso gratuito con tessera FICC
Possibilità di tesseramento presso il cinema Piccola Fenice prima delle proiezioni
la Tessera ha validità annuale (Gennaio – Dicembre)
TUTTE LE PROIEZIONI, QUANDO POSSIBILE, SONO IN LINGUA ORIGINALE CON SOTTOTITOLI
circolo cinema linea d’ombra ficc
SALA PICCOLA FENICE c/o Teatro la Fenice
via Cesare Battisti SENIGALLIA
INIZIO PROIEZIONI ORE 21:15

CONTATTI
lineadombra.ficc@gmail.com

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