“Sig Mangialardi, non mi farai mai pentire di amare Senigallia”
"La condivisione e la trasparenza sono state due parole che non hanno mai fatto parte del suo vocabolario"
Gentile Sindaco, da ormai 8 anni ho il piacere di abitare nella città di cui lei è il Primo Cittadino. Senigallia è stata la citta natale dei miei nonni, di mio padre e, io l’ho sempre amata al tal punto da trasferirmi definitivamente appena il lavoro me lo ha permesso. Ho avuto la fortuna di rappresentare i cittadini di Senigallia in qualità dai Consigliere Comunale dal 2010 al 2015, ed è stato così bello ed emozionante che lo rifarei senza pensarci un secondo.
Il 2010 è anche l’anno in cui Lei è stato eletto Sindaco e, dopo i 5 anni del suo mandato, ha rilasciato un’intervista in cui ha dichiarato che il provvedimento che l’ha reso più fiero è quella di essere riuscito a far togliere le Navi in deposito all’ex Navalmeccanico.
Ma non ha potuto dire di avere tolto le buche dalle strade, di aver aumentato il trasporto pubblico per diminuire lo smog, di aver costruito piste ciclabili vere (che non significa disegnare una striscia sull’asfalto e basta), di aver reso Senigallia una città senza barriere architettoniche, di aver permesso la costruzione di case popolari (580 famiglie aspettano un alloggio da anni), di aver concesso ai cittadini parcheggi di cui la città ne ha assolutamente bisogno, soprattutto per permettere ai commercianti del centro storico di non morire lentamente.
E vogliamo parlare della Tari? Ricordo che Lei 7 anni or sono favoleggiava che, con la raccolta differenziata, le bollette sarebbero state più basse e anzi, il Comune avrebbe guadagnato soldi grazie al riciclo. In tutto questo tempo non ha potuto dire nulla di queste cose perché non sono state fatte. Anzi, la situazione è peggiorata.
E fra 3 anni, quando terminerà il suo secondo mandato (e sarà il 26esimo anno in cui è entrato a far parte del Consiglio Comunale), cosa dirà? Immagino che dichiarerà che la cosa che l’ha reso più fiero è quella di essere riuscito a far togliere le Navi in deposito all’ex Navalmeccanico…. Perché dare soldi nostri ad eventi estivi non ideati da Lei c’era capace anche un bambino. E altre cose non ne vedo, purtroppo per noi.
La condivisione e la trasparenza sono state due parole che non hanno mai fatto parte del suo vocabolario. Ricordo per esempio il mostro di cemento cominciato a costruire in via Rodi e mai terminato, che i residenti si sono visti crescere sotto gli occhi senza neanche essere avvisati della decisione presa. O, sempre rimanendo nel Rione Porto, ricordo di aver trovato io la sua Delibera (e di averla denunciata pubblicamente) dove, al posto dell’ex cinema Arena Italia, la giunta da Lei presieduta ha permesso la costruzione di un altro enorme palazzo…. Vogliamo parlare di Piazza Garibaldi? Nel documento votato in Consiglio Comunale rimanevano parcheggi laterali e alberi, poi, magicamente, senza avvisare nessuno, la Piazza è stata interamente chiusa. Come il Ponte del Corso II Giugno.
Lei decide e noi dobbiamo accorgerci delle sue scelte dai giornali locali, dopo settimane o mesi che sono state prese. Sarebbe bello se ogni tanto qualcuno le ricordasse che le è stata data una delega per amministrare Senigallia e non un foglio in bianco da riempire a piacere.
Perché ci sono tante persone che, in base alle scelte che compie, hanno la vita cambiata da un giorno all’altro.
Oggi cade la tragica ricorrenza del 3 maggio 2014, un giorno che per tutti noi rimarrà per sempre impresso nella mente. Prima della tragedia (che sia colpa della Provincia, Regione, Stato, Unione Europea), Lei comunque aveva il dovere e la responsabilità morale di vigilare affinché la città fosse in sicurezza rispetto ad eventuali cataclismi.
Invece io ho denunciato che il Coc – Centro Operativo Comunale – da Lei presieduto in caso di calamità, non si riuniva dal momento della sua fondazione, ben 12 anni prima. Senza parlare dei lavori non fatti da più di 30 anni (vasche di espansione), da Lei promessi anche l’indomani della tragedia del 3 maggio (e ancora nulla) e dei lavori fatti al Porto Canale. Lavori fatti talmente male da far accapponare la pelle solo al pensiero di vedere qualche nuvola in giro.
Signor Mangialardi, lei doveva trattare la sua città come se fosse casa sua, talmente alto e importante è stato il compito assegnatole dai cittadini. Se lei vede che nel suo appartamento entra delle gente e fa dei lavori male, sbagliati, senza senso, cosa fa? Lascia rovinare la sua casa o denuncia il tutto e intima di riparare il guaio?
Se lei vede la sua casa che giorno dopo giorno lentamente si rovina non prende provvedimenti? E’ meglio riparare una tubatura che perde o rifare tutto l’impianto idraulico del Condominio? Il Fiume Misa non vota, quindi mai nessun soldo (fino all’alluvione) è stato speso per manutenerlo. Più di 40 anni di nulla o quasi di soldi nostri non spesi dai politici per la nostra salvaguardia.
E in ultimo Signor Sindaco, Senigallia, oltre ad essere un posto comunque meraviglioso dove vivere, tra le sue peculiarità ha quella di avere profonde tradizione democratiche e antifasciste. Io ho assistito (come giornalista) alla nascita di Casa Pound a Roma e Milano. Sono fascisti caro Mangialardi, e alcuni di loro nazi-fascisti. Se il Prefetto o chi per lui autorizza i loro cortei solo perché si sono fatti più furbi e, invece di un svastica o un fascio littorio, hanno una Tartaruga come simbolo, questo non significa che siano meno pericolosi.
Anzi, sono più subdoli e difficili da individuare. Si rifanno alla Carta di Verona (era il momento in cui Mussolini era in totale e completo ostaggio di Hitler in quel di Salò, e sono andati ad omaggiare, aggirando il divieto della prefettura, in aperta e provocatoria violazione di quanto stabiliscono la Costituzione e la legge, i sepolti della Repubblica Sociale Italiana al Campo 10 del cimitero Maggiore di Milano, mostrando orgogliosi un saluto romano pubblicato poi sui social della stessa associazione Casa Pound. Andare a salutare delle persone decedute riguarda la sensibilità di ciascun cittadino, ma farlo rendendo loro pubblico omaggio in maniera nostalgica rappresenta un affronto alla democrazia nata dalla Resistenza.
Lei Mangialardi in questa occasione si è fatto deridere dai nostalgici e ha offeso molti di noi. Se la sua coscienza di uomo delle istituzioni ‘al di sopra delle parti’, le ha permesso di dare la Piazza più importante della città a questi ‘signori’, lo posso anche giustificare (ma non capire). Ma quello che non capirò mai è perché Lei non era in prima fila quel giorno, come uomo, come politico, come antifascista, in maniera assolutamente pacifica e democratica, a testimoniare la sua totale e assoluta contrarietà a questo tipo di manifestazioni. Io non sono potuto andare per motivi di lavoro… E Lei?? E la sua Giunta? E il Partito Democratico nel suo insieme?
Ho saputo della presenza di un Assessore che, in un primo momento, si è addirittura vergognato di far parte del gruppo di antifascisti e ha negato di essere lì. E poi una foto lo ha sbugiardato. Per la destra ed i fascisti siamo diventati una barzelletta.
Caro Mangialardi, che dirle? Lei, i suoi compagni di viaggio, le sue scelte discutibili, non mi impediranno di continuare ad amare questa meravigliosa città e di far di tutto per contribuire a renderla migliore e sempre più bella. Senigallia “RESISTERA’” anche la suo decennato!
da Paolo Battisti (ex Consigliere Comunale e Portavoce de L’altra Senigallia con la Sinistra)
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