Senigallia: centro storico off limits per la manifestazione “contro” Casa Pound
Carabinieri e Polizia in tenuta antisommossa per tenere lontani attivisti dei due gruppi politici opposti
Senigallia torna al centro dello scontro tutto politico tra gli attivisti di Casa Pound e quelli dell’Arvultùra e dei centri sociali. Nel pomeriggio di sabato 8 aprile lungo corso II Giugno, in pieno centro storico, si è registrata l’ennesima contrapposizione tra i due blocchi di manifestanti.
Da una parte una ventina di persone appartenenti al gruppo politico di Casa Pound, radunati davanti la banca Popolare di Ancona per fare del volantinaggio; a qualche decina di metri di distanza, in piazza Saffi, si svolgeva la “contromanifestazione” messa in atto da un nutrito schieramento di ragazzi e ragazze appartenenti ai centri sociali e allo spazio autogestito Arvultùra i quali hanno intonato “Bella ciao” e cori antifascisti. Al loro fianco anche alcuni esponenti di Sinistra Ecologia e Libertà (SEL).
A separare i due gruppi ci ha pensato un cordone di Carabinieri e Polizia in tenuta antisommossa che ha impedito ai manifestanti antifascisti di aggirare il blocco di sicurezza dalle vie limitrofe. Nel tardo pomeriggio il banchetto di Casa Pound è stato smontato e contemporaneamente la “contromanifestazione” si è conclusa, senza che avvenisse alcuno scontro fisico.
Casapound, parla Paolo il ragazzo pestato per un post ironico su Facebook
«Puoi venire qua un attimo?». «No». Poi l'inseguimento, e giù botte, che gli sono costate 30 giorni di prognosi e un'operazione al naso. Parla Paolo, il 24enne di Vallerano, pestato a Vignanello sabato 11 febbraio per aver condiviso su Facebook un post ironico nei confronti di Casapound, lanciato dalla pagina "Casapound dice cose a cazzo" e diventato virale grazie anche a un'altra pagina satirica, Kotiomkin. Intanto due persone sono state denunciate e 15 identificate, in seguito a quell'episodio, e i carabinieri hanno consegnato l'informativa alla Procura di Viterbo. Ma si indaga pure sul danneggiamento alla sede di Casapound Cimini attraverso un'esplosione, avvenuta nei giorni scorsi.
Paolo, cosa è accaduto quella sera?
«Eravamo in tre, un mio amico doveva parlare con il gestore di una pizzeria. Loro erano già lì, dopo circa mezz'ora siamo usciti e li abbiamo trovati là fuori».
Cosa ti hanno detto?
«Uno mi ha strattonato per una spalla, chiedendomi: "puoi venire un attimo?". Ho risposto di no e me ne sono andato. Mentre camminavo mi giravo a controllare: continuavano a inseguirmi. Ho iniziato a correre verso il parco di fronte. Poi ce le ho prese da due di loro, un testimone dice tre».
Come?
«Con calci da dietro, poi pugni, uno dei quali mi ha rotto il naso. Sono arrivate anche cinghiate. Erano una quindicina in tutto, hanno fatto riferimento alla presa in giro a Casapound».
Cioè al post su Facebook "Chi mette il parmigiano sulla pasta al tonno non merita rispetto". E i tuoi amici?
«Hanno testimoniato che sono stati bloccati, non gli hanno permesso di intervenire. Dopo mi hanno accompagnato al pronto soccorso».
Quali danni hai avuto?
«Rottura del setto nasale, escoriazione alla schiena causate dalla fibia della cintura, un incisivo scheggiato. Al naso mi sono già operato».
Sono persone che già conoscevi?
«Quelli che mi hanno picchiato sì: tra Vallerano e Vignanello sono 7 mila abitanti in tutto».
Ti aspettavi una reazione del genere?
«Certo che no, ma quando è successo non mi sono neanche stupito. Non è la prima volta che accade».
La macchina di solidarietà che impressione ha fatto?
«Fa piacere, ma non cercherei una solidarietà verso me, piuttosto contro queste persone».
Oggi hai timore a uscire?
«Di giorno con gli amici no, la sera da solo però resto a casa».
Hai visto cosa è successo alla sede di Casapound?
«Alla violenza non si risponde con la violenza, non ci si abbassa allo stesso livello. Si rischierebbe di entrare in un circolo vizioso, di scatenare una guerra. L'arma contro i fascismi può essere solo la cultura».
Parteciperai alla manifestazione di sabato, voluta dai comuni di Vignanello, Vallerano e Canepina?
«No so se me la sentirò, vorrei solo andarmene il più lontano possibile. Ma sono contento che la facciano».
da "il Messaggero" Mercoledì 22 Febbraio 2017
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