Un artista marchigiano raccontato con le fotografie: Giancarlo Pucci
Al Musinf la presentazione del libro di Stefania Ronchini
Per la serie capire l’arte contemporanea sabato 18 marzo, alle 18, al Musinf sarà presentato il libro fotografico dedicato a Giancarlo Pucci, artista che ha segnato profondamente l’avanguardia marchigiana del secondo Novecento.
A raccontare Pucci è Stefania Ronchini. Si tratta di una fotografa, nata a Senigallia. Dopo la maturità tecnica ha proseguito gli studi all’Accademia di Costume e Moda di Roma. Dal 2010 iscritta al corso permanente di fotogiornalismo coordinato dal fotoreporter Giorgio Pegoli presso il Museo d’arte moderna e della fotografia di Senigallia. Nel 2011 entra a far parte del Gruppo Fotografico F7 di Senigallia, con cui ha condiviso alcune mostre fotografiche FIAF. Dal 2013 accreditata come fotografa alla Biennale di Venezia per la rivista Nostos.
Scrive il prof. Bugatti, direttore del Musinf, “questo libro fotografico di Stefania Ronchini mi pare bello, anzi commovente. Perché? Perché fa quello che deve fare la fotografia, racconta. Nel caso racconta, con la semplicità e l’evidenza della fotografia, il lavoro quotidiano, in sé anche travolgente, drammatico, sempre innovativo, di un grande artista marchigiano del Novecento, Giancarlo Pucci. E’ anche un libro utile perché, dopo un momento di acclimatamento della fotografia, affronta progressivamente il tema di svelare la natura istrionica di Pucci, avvertendone l’aspetto linguistico rigoroso e pure la provocatoria, costante, ironica modalità comunicativa. Insomma, nel complesso, mi sembra un libro, che fa risparmiare un sacco di tempo al lettore, che fosse pronto a cascare nella trappola della banalità in agguato persistente, costituito dal clichè diffuso, anche se ormai demodè, della concezione del pittore, che pittura e fa quadri che piacciono. Da più di un secolo il pittore non è detto che abbia il cappello alla Mario Cavaradossi nella Tosca. Soprattutto il pittore non è detto neppure che pitturi. Da più di mezzo secolo, il pittore, se fa quadri, che piacciono a chi non è del mestiere è certo uno che il mestiere lo ha sbagliato e, peggio ancora, senza essersene neppure accorto. Se uno non conosce e capisce Pucci ha saltato volontariamente un anello della catena storica e culturale del secondo Novecento. Il risolino, tra stupefazione e irriverenza, che appare sulla bocca di chi, da neofita, guarda una performance di Giancarlo Pucci è un ignorantometro infallibile e precisissimo. Dipende, dai livelli dell’increspatura delle labbra, dall’intensità del luccichio degli occhi divertiti. Fino all’autocoscienza e all’autostrangolamento. Come si usa fare, per acquisita prudenza con il cubismo di Picasso, conviene almeno far finta di aver capito chi è Pucci. Del resto visitando la mostra al Maxxi è costato così poco ai più dire che piaceva tanto la calamita cosmica di De Dominicis. L’integratore culturale è tutto in una pasticca sola: dal Futurismo, a Fluxus, a Pucci. Una volta capito gli spasmi dei sorrisini passano subito. “L’arte è disobbedienza” ha spiegato Pucci. Soprattutto alla banalità“.
Giancarlo Pucci nasce a Fano il 23.08.1936, dopo essersi diplomato presso l’Istituto d’Arte di Fano, nel 1957 va a vivere tre anni a Venezia dove acquisisce nuove esperienze artistiche e culturali. Decisive per la sua formazione artistica futura sono le visite a Palazzo Venier sul Canal Grande, dove la collezionista d’arte Peggy Guggenheim abitava. Lì ha modo, ancoro giovanissimo, di ammirare e studiare le opere dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea. Nel 1960 dà inizio allo ormai quarantennale attività artistica. Nel 2000, verso il terzo millennio, battezza lo sua arte “Duemilista”, da cui consegue il Duemilismo che è figlio del Novecento. Il Novecento delle Avanguardie storiche, dei movimenti pre e postbellici, delle contraddizioni presenti nei linguaggi degli anni Sessanta. La suo poetica si nutre degli stimoli, ancora validi delle provocazioni di movimenti quali Dada, Futurismo, Surrealismo, mediati da operazioni concettuali che sconfinano dalla BodyArt a Fluxus. L’attività artistica di Giancarlo Pucci comprende numerose mostre espositive in Italia e all’estero sia collettive che personali, una ricca partecipazione a progetti di Mailart e, negli ultimi anni, si è distinta nella presentazione di performance in raduni artistici o in altre situazioni facendo riscontrare un notevole apprezzamento da parte della critica.
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