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Quale inquinamento atmosferico a Senigallia? Zero dati, zero polveri?

Senigallia Bene Comune interviene sul problema del mancato monitoraggio dell'aria e sulle "strategie" contro le Pm10

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La centralina per il rilevamento delle PM10 a Senigallia

Tempo fa l’Amministrazione comunale ha tenuto una conferenza stampa per presentare il prossimo Piano Particolareggiato del Centro Storico in cui l’assessore Memè ha affermato che l’applicazione del Piano porterebbe giovamento alla città in merito al problema delle Pm10.

Cominciamo a parlare dell’argomento facendo delle premesse che sono al di sopra della dimensione locale; il 15/02/2017 l’Unione Europea ha avviato nei confronti di alcuni stati, fra cui l’Italia, la seconda fase di attivazione della procedura di infrazione delle norme europee sulla lotta all’inquinamento ambientale, relativa a sforamenti continuativi di alcuni agenti inquinanti. Se si arriverà alla piena attuazione di questa procedura, il risultato sarà un sistema di sanzioni economiche per qualche miliardo di euro.

Se ciò non fosse sufficiente, sempre l’ Unione Europea, per mezzo dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, il 05/12/2016 aveva anche diramato un rapporto inerente lo stato di inquinamento relativo ai territori dell’Unione stessa; ebbene in questo documento sostanzialmente si dice che si sta verificando, in assoluto, un lento miglioramento dell’inquinamento atmosferico ma, si dice altresì che questo continua ad essere il principale pericolo di origine ambientale per la salute, causando addirittura, secondo le stime, 467.000 decessi prematuri all’anno. Attenzione però: le conclusioni di tale rapporto sono basate sui dati verificati forniti dalle stazioni di monitoraggio ufficiali di tutta Europa posizionate in oltre 400 città.

Ebbene queste premesse ci danno la possibilità di tornare sul locale ed affrontare un ragionamento più profondo in merito al rapporto fra la manifestazione dell’inquinamento atmosferico, il suo monitoraggio e l’elaborazione di possibili contromisure.
Innanzitutto occorre fare un salto indietro nel tempo fino alla precedente consiliatura, e ricordare la “battaglia” fatta dai due gruppi consiliari di Partecipazione e Rifondazione Comunista, sia nelle Commissioni dedicate che in Consiglio Comunale, in merito alla stazione di monitoraggio della qualità dell’aria relativa al territorio di Senigallia.
Per comprendere meglio la sostanza delle obiezioni che vennero formulate nei confronti del Comune ma anche delle strutture competenti di Provincia e Regione, occorre conoscere il quadro normativo di riferimento. La norma che si occupa di inquinamento ambientale in senso lato è la direttiva europea 2008/50 CE, recepita dallo Stato italiano con la legge 155/2010. In generale ci sono vari articoli ”interessanti” nella legge. Ad esempio si definisce l’obbligo di elaborazione di piani per la qualità dell’aria che presuppongono la partecipazione ed il coinvolgimento delle parti sociali e del pubblico, l’adeguata conoscenza delle potenziali ed effettive sorgenti emissive degli inquinanti e l’obbligatorietà di garantire al pubblico le informazioni a disposizione sulla qualità dell’aria.
Pertanto, detto ciò, al tempo si cercò, fra le altre cose, di far comprendere all’Amministrazione che il posizionamento della strumentazione di rilevamento era, a norma di legge, assolutamente errato per mancanza di rappresentatività del luogo scelto (il Parco della Pace) rispetto all’intero territorio comunale. Avendo ovviamente tenuto conto anche del cambio di classificazione della centralina di monitoraggio da TRAFFICO a FONDO.

Poi però fu tutto inutile, vista la sostanziale “sordità” delle Amministrazioni Comunale, Provinciale e Regionale , il paventato scenario, allora paradossale, di prossima riduzione delle centraline di rilevamento a seguito dei tagli di bilancio ed una malcelata linea d’intervento non misuro-non inquino-non pago le sanzioni.
Ed è proprio qui che nasce l’odierno problema.

Da allora, vista l’importanza della questione, come gruppo consiliare Senigallia Bene Comune abbiamo continuato finché possibile, il “monitoraggio telematico privato” dell’aria che respiriamo attraverso il sito internet sia della Provincia di Ancona che di Autostrade per l’Italia. La società che gestisce l’autostrada A14 possiede infatti anch’essa una “vera” centralina di rilevamento “di fondo” in via Perugino (Cesanella) imposta dai protocolli ambientali per la costruzione della terza corsia dell’A14, che però nel frattempo, è stata anch’essa “fagocitata” dall’edilizia residenziale circostante, perdendo così di attendibilità….

Adesso però, mentre non passano settimane senza blocchi della circolazione su tutto il territorio nazionale, a Senigallia nessuna delle due stazioni di controllo fornisce dati e, addirittura, quella della Provincia, non esiste più. Ciò rende necessario per Senigallia Bene Comune, nell’adempimento del proprio diritto-dovere di controllo democratico, porre alcuni quesiti all’Amministrazione Comunale:

La Giunta era al corrente della decisione di togliere la centralina? Se si , quali sono le motivazioni addotte? Dov’è il relativo carteggio? Perché non c’è stata informazione in merito? Perché, contrariamente a quanto comunicato in Consiglio Comunale dall’allora Assessore competente (?) Campanile, non è mai stato reso operativo il link diretto alle misurazioni ( anche da quella dell’a14) dal pluri-premiato ed efficiente sito del Comune di Senigallia? Dato che per mettere a punto una efficace ed organica strategia di contrasto alle PM10 che non preveda solo interventi – palliativo come i blocchi del traffico, sarebbe importante conoscere non solo la quantità ma anche la qualità delle particelle costituenti le polveri sottili, che fine ha fatto la procedura di ”speciazione” delle stesse auspicata con i tecnici della Provincia in sede di Commissione Consiliare?
Qualora si certificasse la natura “veicolare” delle polveri, a quando una seria politica sul trasporto pubblico, magari finanziata con fondi europei, improntata all’uso di carburanti più ecologici come metano e bioetanolo e che punta ad esempio alla maggiore disponibilità di corse utili per la mobilità dei lavoratori da e verso le zone artigianali, piuttosto che a progetti più di marketing che di sostanza come il trasporto a chiamata?
Visto che l’ Amministrazione Comunale, ed in particolare il Sindaco, è il primo responsabile della salute dei cittadini, temendo anche a livello nazionale uno scellerato baratto sanzioni-salute, ci si è mai posti il problema di fare almeno qualcuna di queste considerazioni, magari esaminando in prima persona con Provincia e Regione i dati disponibili?

La città tutta attende risposte nel merito, visto che si tratta di questione attinente la salute di tutti.

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