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“La mafia? Non è invincibile”, a Senigallia il Movimento Agende Rosse

Sabato 4 marzo incontro a San Rocco con Angelo Corbo

Valmisa.com
Paolo Borsellino

Sabato 4 marzo, farà tappa a Senigallia il Movimento Agende Rosse di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, ucciso il 19 luglio 1992, finalizzato a diffondere la cultura della legalità e sensibilizzare i giovani alle tematiche antimafiose.


Nella mattinata, presso il teatro La Fenice, gli studenti delle Scuola secondarie di primo e secondo grado di Senigallia, Ostra e Trecastelli parteciperanno ad uno spettacolo teatrale dal titolo “Lo scudo invisibile-cosa andò storto quel 23 maggio”, di Eugenio Nocciolini e Angelo Corbo, agente della scorta del giudice Falcone, sopravissuto alla strage di Capaci.

Altro appuntamento significativo sarà la conferenza aperta a tutta la cittadinanza nel pomeriggio alle h 17,30 presso l’auditorium san Rocco, con il testimone Angelo Corbo, per sottolineare che “la mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni” (Giovanni Falcone).

Il Movimento delle Agende Rosse nasce per iniziativa di Salvatore Borsellino ed è costituito da cittadini e attivisti che agiscono affinché non si dimentichino le stragi compiute dalla mafia e sia fatta piena luce sulla strage di via D’Amelio a Palermo, nella quale furono uccisi il Magistrato Paolo Borsellino e gli agenti di Polizia Emanuela Loi, Agostino Catalano, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina e Vincenzo Li Muli.

Le iniziative organizzate dagli aderenti al Movimento hanno lo scopo di incoraggiare la parte migliore delle Istituzioni nella ricerca della piena verità sui moventi e mandanti delle stragi e di sostenere tutti i rappresentanti dello Stato vittime di campagne di delegittimazione oltre che a rischio della stessa vita per aver scelto di rendere viva la Costituzione nella propria professione.

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