Teatro affollato per i rimborsi dei danni dell’alluvione di Senigallia
Svolto l'incontro con i 996 beneficiari a cui andranno 8.5 milioni di euro. Preoccupazione per i lavori sul fiume Misa
Teatro La Fenice pieno di gente per conoscere le modalità di rimborso dei danni derivanti dall’alluvione del 3 maggio 2014. E’ l’esito dell’incontro organizzato dal Comune di Senigallia con i 996 beneficiari dei contributi per il ripristino degli immobili danneggiati a causa dell’alluvione di quasi tre anni fa.
Beneficiari che otterranno il contributo stanziato dal governo attraverso le banche del territorio che hanno aderito alla convenzione (escluse le poste), presso le quali sarà possibile attivare le procedure per il pagamento delle spese sostenute per il ripristino dell’immobile oppure aprire un conto finalizzato a sostenere i lavori qualora non fossero già stati avviati.
Dopo che l’utente avrà scelto l’istituto di credito a cui appoggiarsi e l’avrà comunicato all’ente municipale, quest’ultimo attiverà la procedura attraverso un Nulla Osta rilasciato dallo sportello Alluvione. Con questo, il cittadino potrà rivolgersi alla banca per ottenere finalmente il versamento delle somme.
Per quanto riguarda il rimborso degli interventi già effettuati e pagati, non sarà necessario produrre ulteriore documentazione dato che sono già state verificate nella fase iniziale e pertanto la banca erogherà il contributo in un’unica soluzione. Se invece i lavori devono ancora partire, sarà necessario recarsi presso lo sportello alluvione di viale Leopardi con la documentazione sui lavori, perché venga attivato l’iter procedurale. Orari: da lunedì a venerdì 9-13, il martedì e giovedì anche 15-17,30; numero 071.6629541; mail: info.alluvione@comune.senigallia.an.it.
Un incontro affollato, com’era immaginabile, in cui però si è discusso non solo di rimborsi ma anche di prospettive future e lavori per la messa in sicurezza di quello che sembra agli occhi di tanti un mostro dormiente. La situazione del Misa infatti sta destando preoccupazione da diverso tempo, sia per la grande quantità di detriti depositatasi alla foce del canale, sia per quei lavori che dovevano partire e di cui ancora però non si vede traccia. Con il rischio scaricabarile sempre dietro l’angolo.
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