Agricoltura, edilizia e commercio ancora in crisi: i dati nella valle del Misa e Nevola
Calo maggiore a Castelleone, Arcevia e Ostra Vetere. Reggono invece i settori del turismo e dei servizi alle imprese
Da tempo le imprese delle valli Misa e Nevola si trovano a fronteggiare problemi di tenuta economica. E’ quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro Studi CNA Marche che rivela come tra il 2009 e il 2016 le imprese attive segnino un calo preoccupante rispetto ai dati complessivi della provincia di Ancona.
Le perdite maggiori si registrano nei comuni dell’interno in particolare Castelleone di Suasa (-48), Arcevia (-148), Ostra Vetere (-78). Nel comune di Senigallia la diminuzione delle imprese è marginale ma si registra, nel breve periodo, un’alta ciclicità delle imprese, che va ad inficiare nella qualità del tessuto economico del nostro territorio.
L’analisi particolareggiata delle dinamiche delle imprese attive per settore di attività, mostra come tra i settori di maggior peso che perdono più imprese in assoluto e che in termini percentuali si ridimensionano più velocemente rispetto al dato complessivo provinciale, vi sia in primo luogo l’agricoltura (-480 imprese pari a -21,6%); perdite ingenti si hanno anche nelle costruzioni (-82 imprese; -7,3%), nel commercio (-62 imprese; in questo caso, però la diminuzione % è allineata perfettamente a quella provinciale: -3,3%), nei trasporti e magazzinaggio (-36 imprese pari a -15,1%).
La valle registra notevoli perdite anche tra le manifatture (-46 imprese) ma la diminuzione relativa (-5,1%) è meno marcata rispetto al complesso della provincia (-6,6%), a indicare che il tessuto manifatturiero della valle ha saputo reagire un po’ meglio agli effetti della crisi.
“Siamo molto preoccupati osservando il quadro generale dell’economia del nostro territorio anche perché non vediamo da parte del sistema forme di sostegno alle micro e piccole e medie imprese che hanno caratterizzato e valorizzato la nostra area – dichiara il Segretario Cna Giacomo Mugianesi – ci sono inoltre aumenti della tassazione a partire dalla TARI, problemi legati alla valorizzazione dei nostri centri storici, temi fondamentali che vanno discussi per trovare soluzioni immediate così da rilanciare l’economia del nostro territorio”.
A perdere imprese sono, quindi, i settori di attività più tradizionali: primario, manifatture, costruzioni, servizi del commercio e del trasporto; ma non tutte le tipologie di attività della valle perdono imprese: tra i settori di maggior rilievo che il numero delle imprese attive lo incrementano, vi è quello del turismo (servizi di alloggio e di ristorazione: +69 imprese pari a +12,7%) e quello del noleggio, agenzie viaggio, servizi a supporto delle imprese (+38 imprese; +34,5%). Ma le imprese crescono anche nel terziario ad alto contenuto di conoscenza dei servizi di informazione e comunicazione (+13 imprese pari a +11,5%), delle attività finanziarie e assicurative (+6 imprese pari a +4,1%) e delle attività professionali, scientifiche e tecniche (+19 pari a +9,9%). Cresce anche il numero delle imprese dei servizi di sanità e assistenza sociale (+11 imprese pari a +30,6%) e attività artistiche, sport, intrattenimento e divertimento (+6 imprese pari a +4,1%).
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