Il destino problematico dell’ex Politeama e del Bastione della Penna
"Difficile non pensare ad una certa superficialità nel progettare ed avallare la trasformazione impropria di un’area"
La variante al Piano del centro storico recentemente approvata prevede per l’intera area dell’ex politeama Rossini la destinazione a “verde pubblico di progetto” con l’eventuale realizzazione di un parcheggio pubblico e/o privato nel sottosuolo, anche multipiano, previo parere positivo della Soprin-tendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le Marche. Il che implica l’abbattimento di quello che resta dell’ex Politeama.
Questa conclusione era temuta e in buona misura prevedibile fin da quando ci si è illusi di poter trasformare ad uso commerciale un immobile progettato negli anni ’30 secondo linee architettoniche esclusivamente funzionali allo spettacolo teatrale e cinematografico. Le tappe di questo inevitabile de-stino, come indicato nella stessa variante, sono state le seguenti.
Nel 2009 è stato rilasciato alla ditta “Matelica 2000 S.r.l.” il permesso per la ristrutturazione dell’immobile da destinare ad attività com-merciali. I lavori sono iniziati nel 2010 e sono consistiti nel pressoché totale svuotamento del fabbrica-to, compreso l’eliminazione della copertura e nel mantenimento delle pareti perimetrali esterne per il sostegno delle quali è stato necessario approntare un complesso sistema di sostegno in acciaio. Nel 2010 i permessi di costruire rilasciati sono stati volturati a MEDIOLISING S.p.a.
In seguito alla crisi economico-finanziaria, nel febbraio 2012 i lavori sono stati sospesi e non più riavviati. Nel marzo 2013 il permesso di costruire è decaduto per mancata conclusione dei lavori nei termini e da allora il degrado e l’abbandono hanno preso il sopravvento. In seguito a ciò, come recita testualmente la variante, “in considerazione dei grandi mutamenti connessi alla crisi economica che hanno pesantemente modificato gli scenari di riferimento del mercato immobiliare, anche nel senigal-liese, è più che ragionevole considerare che nel medio-lungo periodo l’uso commerciale direzionale, – escludendo a priori l’ipotesi utopistica di rispristino della destinazione a cinema-teatro – è economica-mente insostenibile”.
A questo punto l’edificio tutelato “risulta pressoché irrimediabilmente compro-messo nella sua consistenza fisica sia per le demolizioni eseguite sia per l’effetto dell’esposizione alle intemperie di quanto rimasto in sito che perdura ormai da 7 anni, il che conduce alla ragionevole quanto probabile considerazione che anche quanto resta, per garantire la sicurezza, la durabilità e la funzio-nalità d’esercizio delle eventuali nuove destinazioni d’uso dovrà essere demolito”.
Ora è difficile non pensare ad una certa superficialità e leggerezza nel progettare ed avallare la trasformazione impropria di un’area e di un edificio così peculiari, oltretutto di valenza storica e archi-tettonica. Nel contempo non si può negare che la permanenza dei ruderi di questo manufatto suscitino comprensibili perplessità e interrogativi. Ma la soluzione dell’abbattimento appare tanto ovvia, quanto semplicistica, perché non considera il forte impatto sul paesaggio urbano e sull’equilibrio architettonico dell’intero comparto di piazza del Duca. La sagoma dell’ex Politeama rappresenta infatti una quinta architettonica ben inserita e armonizzata fra la Rocca e l’edificio della Pascoli, segnando limite della città murata sul bastione della Penna e isolando piazza del Duca dalle costruzioni moderne e architet-tonicamente molto diverse di via Podesti.
Il suo abbattimento aprirà una visuale del tutto inedita verso la mole imponente e moderna del Senbhotel, sovrastante e contrastante rispetto al giro raccolto e chiuso degli edifici storici che bordano la piazza. Avremo uno scenario del tutto diverso, fortemente in contrasto con le linee sobrie e classicheggianti di piazza del Duca, che comprometterà inevitabilmente la coesione e l’unità architettonica della piazza stessa. Non è una questione da poco e invitiamo quindi l’Amministrazione, ma anche i cittadini sensibili all’architettura urbana a riflettere bene sulle conseguenze di un’eventuale abbattimento e sulle possibili alternative.
da Il presidente
Virginio Villani
Ne condivido l’abbattimento e la destinazione dell’area a verde insieme alla realizzazione di un parcheggio pubblico e/o privato nel sottosuolo che, anzi, dovrebbe avvenire contestualmente alla costruzione di nuovi edifici previsti dal PPCS nelle vicinanze qualora essi non abbiano sufficienti spazi da destinare ai parcheggi (anziché monetizzarli per realizzarne altrove, e solo successivamente).
la localizzazione è centrale, vicino al centro, vicino al mare, e non troppo vicino a zone residenziali, vicino alla stazione...se fosse gestita da persone giuste, potrebbe diventare un bel locale a mio avviso...noo??
Prendere ad esempio il Donoma di Civitanova...creerebbe anche alcuni posti di lavoro...
Chissà in quegli anni cosa pensava e cosa diceva la Soprintendenza.
Secondo me un'area verde in superficie a livello della strada starebbe bene,come i parcheggi sotterranei,che, se fossero fatti,avrebbero un'ottima funzione anche come impatto visivo. Meglio parcheggi sotterranei che in superficie,esteticamente migliori.
Inoltre venendo da sud si scoprirebbe la bellezza della rocca roveresca.
Mi meraviglia che un esponente di Italia Nostra, che dovrebbe tutelare le nostre bellezze e la nostra storia, preferisca la vista da piazza del Duca del SenbHotel, piuttosto che quella del Politeama....scusate, grazie e arrivederci
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