Incarichi legali a Senigallia: “si salvano le apparenze e si affossa la trasparenza”
Paradisi e Rebecchini: "La bozza di regolamento presentata in Commissione va riscritta da zero"
Un regolamento che annienta se stesso per continuare tutto come prima. Paradossale, per non dire altro, quello che è avvenuto nel corso dell’ultima seduta della Commissione affari istituzionali.
Finalmente dopo anni di richieste sembrava il momento giusto per una svolta (anche in considerazione delle promesse fatte dal sindaco in Consiglio comunale a più riprese ad “Unione Civica”) sull’affidamento degli incarichi agli avvocati esterni, in questi anni nota dolente sia in termini di scelta degli affidamenti (un caso per tutti: i reiterati incarichi all’avvocato sindaco del Pd di Ancona Valeria Mancinelli) sia in termini di parcelle da capogiro con cascate di soldi pubblici ai soliti studi legali “di fiducia” dell’Amministrazione.
Ebbene, la montagna non ha nemmeno partorito un topolino ma ha dato alla luce una sorta di provocazione nei confronti dei consiglieri comunali e dei cittadini.
Il regolamento (se non fosse vero sembrerebbe una barzelletta), all’articolo 1, inizia così : “… Il Comune avrà la facoltà di scegliere avvocati non iscritti nell’elenco disciplinato dal regolamento a condizioni diverse da quelle previste dal presente regolamento stesso”. Seguono otto pagine di “nulla”, già annientate da una gigantesca e primaria eccezione ad un regolamento ancora da sviluppare nelle pagine successive. Che diventano tutte inutili (peraltro si intende iscrivere nell’elenco solo gli avvocati che abbiano lavorato per Comuni ed enti locali: in pratica verranno scelti solo quelli che le Amministrazioni hanno già beneficiato di incarichi nel più totale arbitrio), attesa l’eccezione al regolamento con cui si apre il regolamento stesso.
In altre parole, a prescindere dall’idea di “rotazione”, di accesso trasparente agli incarichi, di necessità di ridimensionare la spesa pubblica, la nostra Amministrazione comunale propone un regolamento per fare ciò che vuole invocando, come ha fatto il dirigente in Commissione, la libertà della Giunta di potersi scegliere professionisti a proprio piacimento e fuori da ogni regolamentazione.
Recita ancora questa sorta di disciplina farlocchia: il Comune (cioè il sindaco e gli assessori) potranno derogare al regolamento scegliendo avvocati non accreditati e pagandoli senza alcun parametro di riferimento ogni qualvolta lo esigano “situazioni ritenute rilevanti”. Ovviamente, il concetto di rilevanza, lo stabilirà arbitrariamente la Giunta.
Ci auguriamo che gli uffici e i consiglieri di maggioranza politicante genuflessi all’Amministrazione siano stati più realisti del re e che il sindaco Mangialardi provveda quanto prima a prendere le distanze da tale proposta non rappresentando, in nessun modo, quella che era apparsa la volontà dello stesso sindaco espressa in Consiglio Comunale su nostra espressa sollecitazione. Diversamente ci troveremmo di fronte ad una mascherata che ha l’obiettivo di salvare formalmente le apparenze scimmiottando un’idea fasulla di trasparenza per poi continuare a beneficiare i soliti noti.
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