“Non condivido la forma della protesta, ma l’intolleranza mina la coesione sociale”
L'intervento del sindaco dopo la manifestazione della Lega Nord sui parcheggiatori abusivi e dopo il letame in piazza
“La città non ha bisogno di tensioni. Su questioni che tirano in ballo la vita e la dignità degli esseri umani va evitato ogni tipo di esasperazione, perché la risoluzione dei conflitti passa sempre attraverso il confronto finalizzato alla comprensione dei fenomeni in tutte le loro sfaccettature. Tuttavia, credo fortemente nelle regole della democrazia e sono del parere che la manifestazione promossa dalla Lega Nord contro i cosiddetti parcheggiatori abusivi, per quanto distante da me anni luce nei contenuti e nel linguaggio, andasse comunque garantita, trattandosi di un evento regolarmente autorizzato. Non posso dunque esimermi dal biasimare la forma della protesta messa in atto, che tra l’altro sporca e costringe a chiamare il personale per pulire”.
Così il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi sul presidio contro i cosiddetti parcheggiatori abusivi promosso domenica 22 gennaio a piazza Roma dalla Lega Nord e sul letame lasciato in piazza come segno di protesta contro il presidio stesso.
“Resto però convinto – continua Mangialardi – che chi continua a scherzare con il fuoco dell’intolleranza, strumentalizzando un tema complesso come quello dell’immigrazione, che peraltro non riguarda solo Senigallia, al solo fine di fare propaganda e ottenere facili consensi, rischia di appiccare un incendio molto pericoloso per la coesione sociale della nostra comunità. In realtà, oltre al prezioso lavoro svolto dalle associazioni che si occupano quotidianamente di migranti per costruire quelle condizioni di inclusione sociale fondamentali per la serenità di tutti, ciò di cui abbiamo davvero bisogno è dare continuità all’opera di controllo del territorio svolta già oggi egregiamente dalle nostre forze dell’ordine. Dunque, il mio invito è quello di evitare di cadere nella psicosi creata ad arte da fomentatori d’odio che non esitano a definire brutalmente una ‘piaga’ persone in fuga da guerre e miseria, e, in caso di reato, denunciare subito e senza remore i fatti alle autorità competenti”.
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