Bufale su bufale a Senigallia: è polemica sul progetto “Open Municipio”
Paradisi rincara la dose su Scaloni e su OpenMunicipio: "E' un militante di partito, altro che trasparenza"
Confermo: è tutta una bufala. E’ una bufala, come ha confermato l’anonimo politicante estensore del comunicato a firma “Città Futura” (chi è stato: Marco Scaloni? Carlo Girolametti? Ma possibile che non abbiano il coraggio di metterci il nome?) il fatto che Marco Scaloni sia un militante di partito. Bufala confermata da “Città Futura”.
E’ una bufala che il presidente Lucio Cimarelli del Consorzio Solidarietà, definito “incubatore di impresa” (ma è nata una nuova professione?), è il cognato dell’assessore Carlo Girolametti. Bufala non smentita da “Città Futura”.
E’ una bufala anche il fatto che il Consorzio Solidarietà sia l’unico soggetto giuridico di riferimento di “InformaEtica” che, lungi dall’essere un qualcosa di autonomo dal Consorzio del cognato dell’assessore, è un organo interno del Consorzio stesso (che, peraltro, percepisce contributi pubblici anche per altre attività).
E’ una bufala il fatto che i soldini pubblici elargiti con tanta generosità (migliaia di euro all’anno) dal Comune siano finiti nelle casse del “Consorzio Solidarietà” di Lucio Cimarelli. Bufala mai smentita da “Città Futura”.
E’ una bufala il fatto che “Open Municipio” conteggi la partecipazione al voto e non la presenza fisica in Consiglio. Bufala confermata da “Città Futura” che spiega nel dettaglio esattamente ciò che il sottoscritto ha perfettamente descritto: quando un consigliere decide di non votare ed estrae la tessera è considerato non già da “Open Municipio” un consigliere che semplicemente non ha preso parte al voto, ma un consigliere “assente”. Una bufala, appunto.
Al di là delle “bufale” restano alcune questioni da precisare. Marco Scaloni è ufficialmente il “coordinatore” del progetto “Open Municipio” per InformEtica e quindi per il Consorzio Solidarietà, che ne è referente giuridico, presieduto dal cognato dell’assessore Girolametti (cito, tra le tante, la fonte di lorsignori: sito web www.informaetica.it; qualifica dello Scaloni riportata fino a tutta la data odierna (5 gennaio 2017, Ndr), salvo possibili cancellazioni nelle prossime ore). Pertanto la menzogna riportata da “Città Futura” che ha scritto che lo Scaloni “non ha ruoli operativi in InformaEtica” qualifica bene questi mistificatori di realtà.
I quali hanno anche l’ardire di scrivere che “Open Municipio” presenta e propone al pubblico tutti gli atti relativi al Consiglio. Basta consultare il sito realizzato dal militante di partito Scaloni per vedere e scoprire che ovviamente non è così. Tra gli atti dei consiglieri comunali nella home page non risulta ad esempio, come dal sottoscritto sempre richiesto, né la voce “accessi ispettivi” (prevista e disciplinata dallo Statuto e dai regolamenti, oltre che dal testo unico sugli enti locali) né è previsto il monitoraggio dell’attività degli assessori e dirigenti. Compaiono solo le seguenti voci: delibere, interpellanze, mozioni, interrogazioni, ordini del giorno.
Inoltre, per quale motivo, la graduazione dei consiglieri presentati artatamente come più operativi (ma per favore!) è fatta secondo la partecipazione al voto e non secondo, ad esempio, il numero degli interventi? Lo sanno i cittadini che ci sono consiglieri presenti al 100 per cento delle votazioni di cui nessuno conosce il timbro di voce? Eppure Marco Scaloni di Città Futura li presenta come i più stakanovisti. Se io ho bisogno di imparare a consultare il sito, questi signori hanno bisogno di un bravo oculista.
Infine, per quanto riguarda la meschinità relativa all’accusa verso consiglieri che uscirebbero dall’aula una volta ottenuto il gettone di presenza, delle due l’una: o si ha il coraggio di fare i nomi e affrontare poi un percorso giudiziario se magari qualcuno decide di non lasciar passare certe nefandezze, oppure si tace.
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