Tappe, traguardi e obiettivi per Senigallia: il bilancio di fine 2016 del sindaco Mangialardi
Nel discorso di fine anno, opere pubbliche, eventi, cultura, turismo, associazionismo, sicurezza. "Risultati attesi da tempo"
La Sala del Consiglio Comunale di Senigallia è stata ancora un volta la “casa” dell’appuntamento istituzionale di fine anno: un saluto e un discorso del sindaco Maurizio Mangialardi, che ha ripercorso in circa un’ora le tappe dell’anno 2016 che si conclude e anticipato alcuni di quelli che saranno gli obiettivi del 2017.
I traguardi tagliati con opere pubbliche, appuntamenti culturali, eventi, turismo, le ferite del terremoto, le tensioni per il clima politico e sociale anche nazionale, i timori per il terrorismo, ma anche i segnali di buona volontà dal territorio, dall’associazionismo, dall’impegno degli amministratori: sono tanti i temi trattati da Mangialardi di fronte a consiglieri comunali, forze dell’ordine, ex sindaci, rappresentanti di associazioni di categoria e di volontariato e comuni cittadini.
Vi proponiamo di seguito l’intero discorso di fine anno del sindaco di Senigallia.
“Buon giorno a tutti e benvenuti a questo nostro tradizionale appuntamento, a questo nostro incontro di fine anno nel quale, assieme agli auguri, proviamo a condividere qualche riflessione su ciò che è accaduto e su quello che ci attende.
Anche quest’anno, come è ormai diventata una consuetudine della quale faremmo volentieri a meno, le vicende nazionali ed internazionali che fanno da sfondo alle questioni riguardanti la nostra comunità locale suscitano in noi una profonda preoccupazione ed inquietudine.
Paura per l’incubo del terrorismo dei fondamentalisti islamici che si è materializzato nuovamente in un mercatino natalizio a Berlino, nella forma di un camion omicida che ha falcidiato decine di passanti.
Commozione e dolore per la strage di Aleppo che ha visto tra le principali vittime i bambini.
Angoscia per il tremendo terremoto che ha scosso a partire da fine agosto una grande fetta dell’Italia centrale ed in particolare la zona sud della nostra regione, portando con sé un carico di morti, di distruzione e provocando un vero e proprio esodo di un numero enorme di persone che nel giro di pochi minuti si sono trovati senza più casa, attività economica, ed a volte privati dei loro affetti più cari.
Di fronte a tutti questi problemi, dinnanzi a questi motivi di forte preoccupazione, l’errore che dobbiamo assolutamente evitare è quello di pensare che questi fenomeni non ci riguardino direttamente. Non è così, perchè quello che sta accadendo ci chiama in causa, coinvolge la nostra comunità locale, produce inevitabili riflessi sulla nostra città.
Ci riguarda, perché la strage di Berlino, ci ricorda la questione del flusso immigratorio nelle nostre città, l’incubo di un radicalismo islamico che fa presa sulle fasce di maggiore povertà ed emarginazione; ci rammenta la necessità di coniugare regole certe ed integrazione, sicurezza ed accoglienza, il rispetto della nostra legge e la libertà religiosa e la necessità di spiegare che la multiculturalità può essere una ricchezza e che dietro ogni musulmano non si nasconde un potenziale terrorista.
Per non parlare poi del terremoto nelle nostre Marche, a cento chilometri di distanza da qui. Qualcosa che non solo ci coinvolge, ma che ci sconvolge.
Ho avuto ed ho come Presidente ANCI tante occasioni per gustare la bellezza della nostra terra e questo osservatorio privilegiato questa volta mi ha messo a diretto contatto con la tragedia di questa nostra Regione e dei suoi abitanti feriti a morte, con il dramma di un patrimonio edilizio travolto, di un patrimonio artistico unico gravemente danneggiato. Un’esperienza molto dolorosa che non dimenticherò facilmente e nella quale tuttavia ho avuto l’opportunità di vedere quanto forte sia l’attaccamento della nostra gente alle proprie radici. Ho visto tante persone rimaste fuori casa senza più nulla, con scosse di terremoto che non accennavano a placarsi che orgogliosamente ripetevano le stesse parole come un mantra: questa è la terra nella quale siamo nati e da qui non ci muoveremo qualunque cosa accada.
La città di Senigallia, con la generosità che contraddistingue i suoi cittadini, si è mossa subito per raccogliere fondi in favore delle popolazioni terremotate, destinando a quella causa una delle manifestazioni più importanti: lo spettacolo dei fuochi estivo in occasione del quale il mondo del volontariato ha raccolto offerte significative. Abbiamo in questi mesi raccolto 40.000 euro che abbiamo donato al Comune di Pieve Torina per mettere a posto una scuola danneggiata dal terremoto.
Un modo per dire a quelle donne e uomini, piegati ma non rassegnati, che non sono né rimarranno mai soli.
Dopo questo sguardo sul mondo concentriamoci sulla nostra città, su ciò che è stato fatto e su quello che resta ancora da fare. Sono al secondo Natale del mio secondo mandato, una condizione ideale per parlare della nostra idea di città con un orizzonte temporale più ampio.
Il 2016 è stato un anno importante per Senigallia, un anno nel quale la città nel suo insieme ha conseguito risultati attesi da tanto tempo, traguardi che sembravano irrealizzabili e che possiamo definire storici.
Si, proprio così questa volta lo dico, a costo di tirarmi addosso l’accusa di autocelebrazione.
Lo dico e lo ripeto perché ne sono convinto: risultati storici.
Storico certo, come altro definire il completamento della strada complanare, con l’apertura della bretella sud di collegamento al casello autostradale avvenuto lo scorso agosto? Un traguardo che ha segnato il superamento di mezzo secolo di dibattito su come alleggerire il traffico di attraversamento della città, su come riuscire a reperire le risorse necessarie, su quale soluzione tecnica privilegiare. Ora, grazie alla decisione che a suo tempo l’Amministrazione Comunale prese di subordinare il parere favorevole sulla compatibilità urbanistica dei lavori di realizzazione della terza corsia alla realizzazione da parte di Società Autostrade del progetto della complanare e grazie anche alla nostra capacità di tener ferma la barra anche di fronte alle proteste di alcuni residenti amplificate e strumentalizzate da qualcuno, oggi dicevo questa fondamentale infrastruttura è diventata realtà.
Una realtà che è sotto gli occhi di tutti, che ha rivoluzionato in meglio il nostro sistema viario, che ha ridotto drasticamente il traffico nella nostra città, specialmente quello dei mezzi pesanti, aumentando la sicurezza e la qualità della vita nei nostri quartieri e rendendo più facili e veloci i collegamenti con le altre arterie stradali.
Su Piazza Garibaldi il richiamo alla storia risulta particolarmente facile. Perché è proprio un pezzo della storia della città che questa piazza ritrovata consente di rileggere: la Senigallia romana, l’esigenza di un nuovo spazio per accogliere le migliaia di mercanti e visitatori della Fiera Franca, la bellezza dei Palazzi che vi si affacciano, il segno della Chiesa e l’impronta religiosa con il Duomo, la figura del Pontefice Pio IX, il Palazzo Vescovile, l’omaggio alle vittime del primo conflitto mondiale.
Sulla nuova Piazza Garibaldi abbiamo ascoltato numerosi commenti in questi mesi, in gran parte positivi altri critici. Ci sta tutto. Io vorrei limitarmi solo ad un’osservazione direi quasi di metodo, un metodo che finisce con il confondersi con il merito.
Vedete, un’opera pubblica, qualunque essa sia, va giudicata sì per la sua qualità estetica, certamente per la sua funzionalità, per la risposta che dà ad un certo bisogno; tuttavia quella stessa opera non può essere compiutamente esaminata prescindendo dalla situazione preesistente; in altre parole quello che è davvero essenziale è mettersi di fronte all’opera considerando innanzitutto ciò che c’era prima e quello che possiamo trovare oggi.
Ricordare da dove si è partiti rappresenta un esercizio salutare: in politica, nell’amministrazione come nella vita. Ecco quando dissertiamo di questa piazza non dimentichiamoci mai dell’immagine di partenza: vale a dire quella di un brutto parcheggio che mortificava il Duomo ed altri Palazzi di pregio architettonico, di un brano di città sottratto all’incontro, alle relazioni, alla vita sociale. Un vuoto sostanzialmente. Perché questo era Piazza Garibaldi, mentre oggi, al termini dei lavori di riqualificazione è uno dei luoghi più belli e suggestivi della città, uno spazio in cui è bellissimo andare anche soltanto per passeggiare ed incontrarsi. Potevamo farla ancora più bella? Certamente sì, la bellezza non è mai un percorso compiuto, ma è una tensione costante ed una ricerca continua e non abbiamo la presunzione di aver realizzato la migliore delle soluzioni possibili in assoluto. Avremo da lavorare per costruire una serie di iniziative ed eventi all’altezza del pregio del luogo? Certamente sì. Idee interessanti ne abbiamo e dovremo cercare di metterle in pratica.
Tutto è migliorabile insomma ma a partire dalla consapevolezza che una nuova e preziosa tessera si è aggiunto al mosaico delle nostre bellezze cittadine, con conseguenze positive in termini di offerta turistica ed animazione commerciale per l’intero centro storico. E questa è stata il commento dei tanti uomini di cultura ai quali in questo mese ho mostrato la nuova piazza.
Il terzo traguardo raggiunto in questo 2016 che mi piace sottolineare questa mattina è la splendida mostra Maria Mater Misericordiae a Palazzo Del Duca che espone, assieme a tantissimi capolavori di grandi maestri come Rubens, Perugino, Carlo Crivelli, un’opera straordinaria come La Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci. Ormai siamo abituati a considerare tutto scontato ed anche la presenza di quest’opera a Senigallia rischiamo di archiviarla quasi un fatto ordinario, una routine. Ed invece no, credo che un evento come questo debba essere considerato in tutto il suo reale significato. Perchè credo di poter dire con ragionevole certezza che se fino a qualche anno fa qualcuno avesse parlato di un Leonardo da Vinci esposto a Senigallia molto probabilmente tutti lo avrebbero preso per matto. Ed è invece oggi quel desiderio è diventato una realtà, una splendida realtà.
Sono molte le cose positive che possiamo cogliere in questa mostra: il legame importante con la Mostra allestita a Cracovia per il Giubileo della Misericordia in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù; la possibilità che offre di ammirare i capolavori conservati nelle Chiese e nei Musei della nostra Regione, specie di quella parte meridionale colpita dal terremoto; la risposta importante ottenuta dal pubblico: quasi seimila biglietti venduti nonostante il dramma del terremoto abbia di fatto bloccato gli arrivi da parecchie province della nostra Regione; la grande partecipazione dei docenti e degli studenti delle nostre scuole.
Tuttavia c’è un aspetto che in termini di prospettiva è forse il più importante di tutti. Vedete finora abbiamo guardato con ammirazione a quel circuito di città che, assieme alle capitali italiane dell’arte, erano riuscite ad inserirsi nel circuito delle grandi mostre: Ferrara, Brescia, Vicenza, Forlì, tanto per citarne alcune. Ebbene oggi, di questo ristretto nucleo di città fa parte anche Senigallia e questo è per noi motivo di orgoglio oltre ad essere un elemento importante per le nostre strategie di promozione turistica.
Complanare, Piazza Garibaldi e Mostra con l’opera di Leonardo: obiettivi raggiunti coltivando sempre e comunque la capacità di visione politica, la forza di immaginare un ambizioso futuro possibile al di là degli ostacoli e della situazione contingente.
E’ proprio questa capacità visione che oggi più che mai si chiede alla politica.
Un’altra notizia estremamente positiva con la quale archiviamo il 2016 è che anche in quest’anno che sta per concludersi il brand Senigallia ha funzionato. I dati regionali registrano un sia pur limitato aumento del turismo a Senigallia, tanto in termini di presenze che di arrivi. Un segno più, maturato nonostante il terremoto che da fine agosto in poi ha fisiologicamente determinato una forte contrazione del flusso di turisti.
Questo nuovo incremento delle presenze turistiche di Senigallia ci conferma l’efficacia delle politiche che abbiamo portato avanti in questi anni per consolidarne l’immagine, ampliare i segmenti di riferimento ed integrarci sempre di più con le eccellenze del nostro entroterra attraverso un’offerta integrata e plurale. Accanto al tradizionale binomio mare-sole abbiamo voluto caratterizzarci sempre di più, oltre che come una delle capitali del Food grazie ai grandi chef pluristellati ed alla qualità diffusa del cibo e della ristorazione, come città degli eventi e delle grandi manifestazioni. Non è un caso se il calendario degli eventi 2017 siamo andati a presentarlo a Milano, all’interno della Fiera dell’Artigianato. Perché il bacino di riferimento per i nostri eventi è ormai sempre di più quello nazionale. Vogliamo proseguire su questa strada. E’ in questa ottica che va salutato con piacere il rinnovo della Convenzione tra Comune di Senigallia e gli organizzatori del Summer Jamboree, accordo che lega la nostra città per altri quattro anni a questa che è diventata una delle più popolari manifestazioni italiane con enormi ricadute sull’economia del nostro territorio. Così come accogliamo con grande soddisfazione il successo della stagione 2016/2017 del teatro La Fenice con oltre 600 abbonati. Parlando degli eventi culturali che ci attendono il prossimo anno non posso non citare la riapertura del Palazzetto Baviera, in programma la prossima Primavera, che riconsegnerà alla città ed ai visitatori un capolavoro unico come gli stucchi di Federico Brandani ed un contenitore di straordinario pregio per ospitare concerti ed iniziative di qualità.
Crediamo nello spettacolo, e prima di ogni altra cosa nello spettacolo del nostro paesaggio, del nostro ambiente naturale che vogliamo preservare e tutelare attraverso politiche adeguate ispirate al concetto di consumo zero di territorio e di città resiliente.
Ho parlato finora delle luci, delle tante luci che rischiarano il cammino della nostra comunità. Naturalmente, accanto alle luci, ci sono le ombre, le difficoltà ed i problemi che ogni giorno siamo chiamati ad affrontare. Le difficoltà legate a trasferimenti finanziari sempre più ridotti a fronte di attribuzioni sempre crescenti, disagi collegati a vincoli che non ci consentono di disporre di spese per investimenti, incertezze legate all’instabilità di un quadro istituzionale che mette a rischio l’efficacia della fine legislatura; la presa d’atto dell’impossibilità di poter contare su riforme o mutamenti rilevanti nell’assetto normativo o amministrativo generale e la conseguente necessità di rassegnarsi a fare i conti con la situazione attuale destinata a rimanere per parecchio tempo così com’è; il senso di straniamento dato dallo stridente contrasto tra una percezione virtuale dei fenomeni, modificabili in apparenza sull’onda emotiva o la velocità di un click o di un post e la loro (come dire) costituzione materiale, vale a dire la loro complessità che richiede studio e competenza.
In una parola: le difficoltà legate a quella cosa complicata, complessa, rischiosa che è amministrare una città. Complessità di fronte alla quale io, pur con i mille difetti che posso avere, non sono abituato a tirarmi indietro. Non sono tra quei sindaci che di fronte alle difficoltà ed ai rischi dell’amministrare decidono che l’unica soluzione sia non fare nulla. Anche perché trovo questo atteggiamento poco comprensibile. Sarebbe come se un chirurgo chiamato ad un intervento urgente per salvare la vita di una persona, dopo aver valutato che quell’intervento comporta dei rischi, decidesse di non muovere un dito, di non operare. Quei chirurghi forse dovrebbero cambiare mestiere così come quei sindaci.
Ecco invece io, così come i componenti della mia giunta, pensiamo che sia nostro dovere agire, trovare soluzioni, studiare, sperimentare, intraprendere strade nuove per dare risposte ai cittadini. Perché l’amministrazione richiede passione, ma anche competenza e conoscenza dei problemi. Ve lo dice uno che da ormai diciassette anni siede tra queste poltrone (senza alcun imbarazzo anzi con l’orgoglio di aver servito la propria gente) e che crede di aver, grazie all’applicazione, alla voglia di crescere, alla costanza e, perché no, grazie anche a qualche errore, crede di aver maturato un’esperienza e bagaglio di conoscenze utili per la qualità dell’amministrazione della nostra città. Perché, credetemi, si può cambiare in profondità l’assetto di una città come abbiamo fatto noi in questi anni attraverso una serie enorme di interventi e rimanere cristallini e senza ombre.
Dicevo all’inizio del cammino intrapreso da questa amministrazione comunale ormai quasi due anni fa e che presenta dei punti cardine, delle idee guida che connotano il nostro operato. A cominciare dai servizi alla persona, perché sono loro, le persone appunto e non le cose o i parametri astratti, a rappresentare il fine ultimo del nostro impegno come amministratori. Le persone, con i loro bisogni, disagi, persone sulle quali investire risorse ed attorno alle quali strutturare servizi ricercando sempre soluzioni capaci di coniugare efficienza, efficacia ed economicità E’ sulla qualità dei servizi sociali che la nostra città si è da tempo caratterizzata e su questo fronte non possiamo né vogliamo arretrare di un centimetro, ma anzi vogliamo rilanciare sapendo di poter contare sullo straordinario apporto delle tante associazioni e realtà che compongono il nostro mondo del volontariato coordinate dalla Consulta Comunale del Volontariato, e trovando sempre al nostro fianco in prima linea nell’aiutare le persone in difficoltà la Diocesi e la Caritas. Vedo seduto in sala il Vescovo di Senigallia Monsignor Manenti che vorrei ringraziare per l’amore nei confronti della nostra comunità che ha già dimostrato in questo primo anno e poco più del suo servizio pastorale.
Attenzione alle persone dicevo, a partire naturalmente dall’attuazione del fondamentale diritto alla salute che passa nel nostro territorio necessariamente attraverso il riconoscimento della centralità ed eccellenza dell’Ospedale di Senigallia. Un ospedale che, grazie anche alla cooperazione tra tutti i soggetti protagonisti del sistema sanità locale, si è arricchito di ulteriori servizi come la nuova sala parto o la riattivazione del servizio di dialisi estivo. Dal 1° gennaio sarà operativo il Centro unico di Senologia per l’Area Vasta con sede a Senigallia mentre nei primi mesi dell’anno verrà installato il nuovo macchinario per la risonanza magnetica.
Tra le priorità di questa Amministrazione rientra sicuramente l’azione di sensibilizzazione e pressione nei confronti degli Enti competenti per la mitigazione del rischio esondazione a Senigallia. E’ un impegno solenne che ho preso sin dal giorno del mio insediamento, per rispetto al dramma subito dalla popolazione senigalliese in conseguenza dell’alluvione del 3 maggio 2014. Grazie alla sensibilità ed all’attenzione mostrata dalla Giunta Regionale nella persona del Presidente della Giunta Regionale Luca Ceriscioli, importantissimi passi avanti per la messa in sicurezza del nostro territorio sono stati compiuti. Dopo l’avvio della procedura d’appalto per la vasca d’espansione è di qualche giorno fa la notizia della firma della Convenzione tra Regione Marche e Consorzio Bonifica delle Marche in forza della quale sono stati messi a disposizione 4 milioni e 420 mila euro per finanziare la progettazione ed esecuzione dei lavori di sistemazione idraulica del fiume Misa a Senigallia con il conseguente rafforzamento degli argini.
Fondamentale per il ristoro almeno parziale dei danni subiti dai cittadini a causa dell’alluvione è stata l’assegnazione da parte del governo dei fondi per i risarcimenti. Per quanto riguarda i privati l’istruttoria condotta dal Comune si è completata ed a gennaio verranno materialmente liquidate le somme riconosciute. Per quanto riguarda il risarcimento alle aziende la procedura con la domanda da presentare in Regione è già iniziata e nei primi mesi del 2017 verrà completata. Si tratta di un beneficio economico importante, il cui riconoscimento era tutt’altro che scontato visto purtroppo le numerose calamità naturali che colpiscono la nostra nazione. Fondamentale per centrare questo obiettivo è stata l’interlocuzione con il Governo attraverso la fondamentale opera di sostegno ed appoggio che la Senatrice Amati ci ha assicurato, con la tenacia e la disponibilità che ben conosciamo
Nessuna amministrazione comunale, per quanto capace essa sia, può andare da nessuna parte senza il coinvolgimento del tessuto locale. E’ con questa consapevolezza che abbiamo da sempre posto la partecipazione come filo conduttore della nostra esperienza amministrativa e politica.
Partecipazione come valorizzazione della rete delle nostre associazioni: associazioni culturali grazie alle quali riusciamo a costruire un bel calendario di manifestazioni sia d’estate che d’inverno; associazioni sportive che permettono di avvicinare alla pratica sportiva migliaia di giovani e in collaborazione con le quali organizziamo eventi come X Master; ed associazioni declinate al femminile, capaci di valorizzare quel valore aggiunto che in tanti campi le donne riescono ad esprimere.
Associazioni che trovano il loro strumento di coordinamento e di raccordo nelle Consulte Comunali le quali svolgono un ruolo fondamentale: la Consulta della Cultura, la Consulta del Volontariato, la Consulta dello Sport, la Consulta dei Giovani, la Consulta dei Gemellaggi e delle Relazioni Europee, il Consiglio delle Donne. Vorrei ricordare la nuova Consulta degli Immigrati ed Extracomunitari, organismo molto importante per favorire una reale integrazione tra vecchi e nuovi residenti sulla base di un concetto di inclusione e del rispetto delle regole che debbono valere per tutti.
Partecipazione come decentramento amministrativo e come riconoscimento della centralità ed importanza delle frazioni. Pressochè ininterrottamente organizziamo incontri nei vari quartieri e borghi del nostro territorio per ascoltare i cittadini, raccogliere le loro indicazioni e proposte. Abbiamo voluto anche simbolicamente indicare l’importanza che attribuiamo al territorio, programmando una serie di sedute di giunta speciali nelle varie frazioni e quartieri per raccordarci sempre di più e meglio anche sotto il profilo amministrativo e delle risposte concrete da fornire ai bisogni della popolazione.
E partecipazione naturalmente come trasparenza, cioè come insieme di misure per mettere sotto i riflettori l’attività dell’amministrazione comunale e permettere così a tutti i cittadini di controllarne l’operato ed avanzare idee e proposte allo scopo di migliorarne l’andamento. Senigallia è davvero molto avanzata su questo versante, grazie alle dirette streaming non solo per le sedute di Consiglio ma anche per quelle delle Commissioni, grazie alla piattaforma Open Municipio che consente di conoscere il contenuto delle proposte di deliberazioni di Consiglio sin dal momento della loro iscrizione all’ordine del giorno, o grazie alle tante giornate della trasparenza organizzate anche a beneficio degli studenti delle scuole. Occorre naturalmente fare sempre di più, nella consapevolezza che la trasparenza non è solo un dato normativo, non si realizza soltanto rispettando questa o quella procedura. La trasparenza è prima di tutto un fatto culturale, è assumere dentro di sé la cultura della norma e non considerare le regole come qualcosa valido solo per gli altri.
Un’amministrazione che guarda al futuro deve porre i giovani al centro della propria azione. E’ quello che abbiamo fatto stimolandone il protagonismo positivo attraverso le iniziative dei Centri di Aggregazione Giovanile ed impiegandoli concretamente in progetti di servizio civile per la comunità nelle aree tematiche del sociale, della biblioteca, dell’informagiovani e dei Musei, favorendo la loro partecipazione in progetti europei in collaborazione con le città gemellate.
Ed in questa nostra attenzione costante nei confronti dei giovani abbiamo sempre potuto contare sulla grande qualità delle nostre scuole, sulla passione e competenza di dirigenti e docenti, sull’impegno di tutti gli operatori scolastici per la crescita culturale ed umana dei nostri ragazzi. E’ con le scuole che anche quest’anno abbiamo condiviso percorsi e progetti su temi di grande attualità, come quello per prevenire episodi di bullismo all’interno del quale abbiamo ascoltato testimonianze ed esperienze importanti per conoscere meglio le nostre figlie ed i nostri figli.
Bene prezioso per ogni comunità e diritto essenziale dei cittadini è certamente quello alla sicurezza. Proprio l’intervento sull’attentatore di Berlino da parte delle forze di polizia italiane nei pressi di Milano, culminato in un conflitto a fuoco e nella sua uccisione, dimostrano quanto importanti siano le azioni quotidiane di pattugliamento e controllo per contrastare la criminalità. Senigallia può contare sull’efficacia e sul grande impegno delle Forze dell’Ordine e della Polizia Municipale, coordinate dal Prefetto, che riescono ad assicurare buoni standard di sicurezza. Certamente una città con le caratteristiche e la dimensione di Senigallia richiede l’assegnazione di un maggior numero di personale ed è proprio questo potenziamento che ho chiesto e continuerò a chiedere alle autorità preposte.
L’Ente Comune riesce a dispiegare fino in fondo le sue potenzialità se si percepisce all’interno e viene percepito esternamente fino in fondo come Istituzione.
Come Istituzione Locale in rapporto ed in relazione con le altre Istituzioni, a cominciare da quelle sovraordinate. Fondamentali per garantire questo raccordo tra politiche locali e politiche nazionali e regionali, anche in termini di opportunità di accedere ai finanziamenti, sono naturalmente i nostri rappresentanti eletti nel Parlamento o nel Consiglio Regionale. Vedo qui la Senatrice Silvana Amati, il Consigliere Regionale Fabrizio Volpini, che ringrazio di cuore per l’apporto prezioso e l’aiuto costante che riescono ad assicurarci. Un saluto affettuoso anche all’ex Presidente della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande.
Saluto con affetto anche i numerosi Sindaci del territorio che sono qui con noi stamattina con i quali condividiamo ogni giorno l’opportunità e la necessità di affrontare in maniera unitaria le questioni amministrative, cercando di accorpare servizi e mettere insieme risorse e competenze superando anacronistici campanilismi.
Un caro saluto anche agli ex sindaci: Orciari, Galavotti che ha da poco festeggiato i suoi novant’anni ed al quale rivolgo un augurio particolare, Mariani ed Angeloni.
Un esecutivo locale davvero efficace deve poter contare sull’apporto di idee, di proposte, di critiche anche da parte dell’organo consiliare, in quella sua dialettica democratica che dà sangue e carne alla nostra democrazia. Per questo voglio ringraziare i Consiglieri Comunali, tutti, per la funzione che svolgono, essenziale per dar voce a tutte le componenti della nostra città. Così come ringrazio di cuore il Presidente Dario Romano, per l’equilibrio ed equidistanza con i quali svolge il suo ruolo di rappresentanza e coordinamento di tutto il Consiglio Comunale. Una nota di ringraziamento particolare ai Consiglieri Comunali con deleghe speciali: Beccaceci, Giuliani, Perini, Pierfederici, Profili.
Una componente fondamentale dell’azione della nostra Amministrazione Comunale, quella chiamata a tradurre le politiche in atti amministrativi puntuali ed in risposte concrete ai bisogni della popolazione è certamente la struttura amministrativa, i dipendenti comunali. Una struttura amministrativa formata per la stragrande maggioranza da persone responsabili e competenti, impegnate a contrastare quel vecchio e logoro luogo comune secondo il quale il dipendente pubblico è sempre e comunque un fannullone.
Per fortuna non è così e gli ottimi risultati che insieme abbiamo raggiunto ne rappresentano la prova.
E poi dulcis in fundo la mia squadra di Giunta. Una squadra della quale vado orgoglioso per il supplemento d’anima che ci mette, per la voglia di calarsi in mezzo alla gente ed in mezzo ai problemi cercando di offrire risposte senza calcoli, ma mettendoci sempre e comunque la faccia.
Un grazie speciale allora ai miei assessori: Maurizio Memè, Simonetta Bucari, Ilaria Ramazzotti, Chantal Bomprezzi, Carlo Girolametti, Gennaro Campanile, Enzo Monachesi, al mio portavoce Mario Cavallari
Per l’augurio di buon anno questa volta ho scelto due volti: quello di una madre e del suo bambino appena nato. Lei si chiama Joy ha vent’anni ed è scappata dalla Nigeria in Italia per fuggire dalla violenza e dalla miseria, per dare un futuro migliore al bimbo che stava per nascere. Quando, incinta di otto mesi, il Prefetto l’ha mandata insieme ad altre 11 donne per qualche notte in un ostello di un piccolo paese alle porte di Ferrara, Gorino, Joy ad attenderla ha trovato le barricate e duecento persone inferocite che le hanno cacciate. Un paio di settimane fa Joy ha messo al mondo il piccolo Michael che vedete nella foto. Un bimbo che non si è arreso, e la cui voglia di vedere la luce è stata più forte del deserto e dei confini da attraversare, più forte delle rapine, più forte del mare in tempesta da affrontare nella notte. Ecco allora io avrei due cose da chiedere al nuovo anno: che mai una nuova vita che sta per nascere trovi barricate invece che accoglienza. E che ciascuno di noi riesca a trovare nella propria vita, nella propria famiglia, nel proprio lavoro, un po’ della volontà ostinata di vita di Michael, un pizzico della sua voglia di non arrendersi, un bagliore della sua luce.
Auguri di un felice anno nuovo a tutti voi.“
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