Violenza sessuale a Senigallia, confermata in appello la condanna
26enne condannato a oltre 5 anni di carcere per un episodio del 2014 nel parcheggio di una nota discoteca
Confermata in appello la condanna per il 26enne che violentò una sua amica la notte tra il 21 e 22 marzo 2014 nel parcheggio della discoteca Mamamia, a Senigallia. Per la Corte dorica ci fu un brutale stupro, approfittando del fatto che la giovane, oggi 21enne, era ubriaca.
La vicenda è stata ripercorsa in aula dove è stata ribadita la condanna a cinque anni e un mese di reclusione, come già disposto dal tribunale collegiale di Ancona nel maggio 2015, a carico di Yannich Dongo Correira, operaio di Mondolfo, originario di Capoverde.
Un episodio che destò scalpore a Senigallia, sia per la violenza in sé che per la modalità: lei era ubriaca e quindi con ridotte capacità di resistere al giovane. Nel suo racconto ha spiegato anche di aver urlato e di essersi dimenata perché qualcuno si accorgesse di quanto stava avvenendo dietro a un cespuglio. Un choc psicologico e una violenza fisica che la costrinsero a ricorrere alle cure mediche del pronto soccorso, da cui poi venne allertato il Commissariato e quindi fatte partire le indagini.
Lui si era sempre dichiarato innocente, sostenendo che il rapporto fosse consenziente e che la giovane l’avesse più volte cercato durante la serata nella nota discoteca senigalliese.
Per il ragazzo, rappresentato dal legale Andrea Reginelli, rimane il ricorso alla Corte di Cassazione. Per la giovane assistita dall’avvocato Ruggero Tomasi, invece, è stato disposto un risarcimento di 50mila euro.
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