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La Berlino post attentato raccontata da chi ci vive tutti i giorni

Intervista alla senigalliese Valentina Vigna

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New Year\'s Eve Party 2017 - Winter Jamboree - 31/12/2016 - Senigallia (AN)
Attentato a Berlino

Lunedì 19 dicembre intorno alle 20:15 a Berlino, a Breitscheidplatz, nei pressi della Kurfuerstendamm, un autoarticolato con targa polacca, proveniente dall’Italia, ha investito la folla che stava visitando il mercatino di Natale del quartiere berlinese di Charlottenburg. Una folle corsa che ha causato la morte di 12 persone e 48 feriti, alcuni dei quali si troverebbero ancora in gravi condizioni.

A bordo del camion si trovavano due uomini. Uno è stato trovato cadavere sul sedile del passeggero all’interno del tir, ucciso a colpi di arma da fuoco; dopo diverse ore la polizia ha reso noto che si trattava di un cittadino polacco di 37 anni, Lukasz Urban, di professione autotrasportatore a cui l’attentatore avrebbe sottratto il mezzo pesante per mettere in atto il suo piano terroristico. Da quanto riportato dai media locali, l’uomo, sarebbe morto nel vano tentativo di impedire la strage.

A distanza di poche ore dall’accaduto lo Stato Islamico ha rivendicato l’attentato tramite l’agenzia di stampa dello Stato Islamico Amaq. Poco prima la polizia di Berlino aveva annunciato il rilascio di un uomo pakistano arrestato nella giornata del 21 ottobre e sospettato di essere l’autista del camion. Da febbraio di quest’anno in Germania si sono consumati quattro attacchi terroristici compiuti da persone che hanno dichiarato di agire in nome dell’ISIS. Tra i responsabili degli attacchi di luglio ci sono anche due rifugiati: il siriano che ha ferito 15 persone ad Ansbach, in Baviera, e l’afghano che ha ferito quattro persone su un treno vicino a Würzburg, sempre in Baviera. L’ultima operazione antiterroristica della polizia è avvenuta lo scorso ottobre, a Lipsia, quando è stato arrestato il richiedente asilo siriano Jaber Al Bakr, di 22 anni.

La polizia aveva trovato del materiale esplosivo nel suo appartamento di Chemnitz: Al Bakr era sospettato di stare programmando un attacco ad un aeroporto di Berlino; il 22enne si è suicidato nella sua cella due giorni dopo l’ arresto. Durante la conferenza stampa tenutasi il 21 dicembre, la Cancelliera tedesca ha dichiarato che il responsabile dell’attacco sarà punito “tanto severamente quanto permesso dalla legge”. Gli attacchi, hanno scritto diversi osservatori, hanno contribuito a dare ulteriore spinta al movimento populista di estrema destra “Alternativa per la Germania” (Alternative für Deutschland, AfD), che ha posizioni molto critiche nei confronti delle politiche di accoglienza adottate negli ultimi anni dalla Cancelliera Angela Merkel.

A tre giorni dai fatti abbiamo voluto fare alcune domande a Valentina Vigna, senigalliese classe 1988 che vive aValentina Vigna Berlino da 3 anni e mezzo e lavora come Account Coordinator presso Houzz, una piattaforma globale per architetti e designer. Proprio nell’ufficio di Berlino, infatti, sono centralizzate tutte le operazioni riguardanti il mercato italiano e quello tedesco della società. Abbiamo chiesto a lei di raccontarci quale è la situazione nella capitale tedesca dopo i recenti, fatti di cronaca.

Al momento dell’ attentato – racconta Valentina – mi trovavo in un bar in Warscahurstrasse con dei colleghi, una zona molto frequentata da giovani che si trova circa a 20 minuti di metropolitana dall’area coinvolta; ci siamo resi conto dell’accaduto solo grazie ad amici e parenti che hanno iniziato a tempestarci di messaggi per avere nostre notizie”.

A livello mediatico si è innescato un meccanismo, a tratti anche molto semplicistico, che associa l’Islam al terrorismo e vede nell’immigrazione un potenziale pericolo; Berlino è una delle metropoli più cosmopolite del mondo. Alle luce dei fatti odierni credi qualcosa possa cambiare?

“Berlino è una delle città più multietniche che conosca: turchi, tedeschi, polacchi, russi, italiani, americani, africani e altre decine di nazionalità convivono pacificamente nella stessa città rispettando le regole imposte dal sistema e necessarie per il “quieto vivere”; c’è un grande rispetto verso il prossimo e soprattutto nei confronti della città stessa e dei servizi condivisi. Da quando mi sono trasferita ho sempre lavorato con colleghi di provenienze diverse e le aziende hanno sempre valorizzato questo carattere multietnico del team considerandolo come un punto di forza e valore culturale aggiunto. Ovviamente parlo di Berlino e dei berlinesi (di nascita o acquisiti), non credo che i fatti recentemente accaduti possano cambiare il modo con cui la città ed i suoi abitanti affrontano la multiculturalità e l’integrazione, specialmente in una città che fa della diversità il suo punto di forza; basti pensare a tutte le volte che mi è capitato di vedere berlinesi e rifugiati/migranti manifestare insieme per diritti civili”.

Qual è il grado di integrazione della religione mussulmana nella capitale tedesca?

“Berlino è unica nel suo genere anche dal punto di vista religioso, con oltre il 60% della popolazione atea e non affiliata a nessuna fede. Viene definita la città più atea d’Europa. Riguardo il credo islamico ci sono diversi luoghi dove i professanti possono pregare perfino negli ambienti lavorativi”.

Che aria si respira in Germania? Sono stati offerti fino a 100.000 euro di taglia a chiunque fornisca informazioni che portino all’arresto del sospettato dell’attacco al mercatino di Natale a Berlino: credi che questa spirale di violenza porterà a dei cambiamenti radicali anche di carattere politico?

“Mentre tornavo a casa la sera dell’attentato, le strade erano deserte e le persone si guardavano intorno mentre prendevano la metropolitana ed anche il giorno dopo si respirava un clima di impotenza, per la prima volta tutti noi siamo stati davvero esposti ad atti terroristici. Ma già oggi (ndr: 21 dicembre) la vita ha ripreso a scorrere… parlando un po’ di quanto accaduto con gli amici tedeschi il pensiero comune è che non bisogna piegarsi: la vita, nel bene o nel male, deve andare avanti nella sua quotidianità. Riguardo all’impatto politico, il più grosso timore riguarda le elezioni del prossimo anno: questi eventi aprono la strada a partiti populisti più estremi. AFD, per citarne una, ha già raccolto oltre il 15% dei consensi per la prima volta a Berlino alle elezioni comunali dello scorso settembre e queste sono le fazioni più pericolose perché vedono nell’odio e nelle soluzioni estreme gli unici mezzi per affrontare problemi delicati come l’integrazione”.

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