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Sparatoria di Ostra Vetere, Paradisi commenta la condanna del carabiniere

"Chi giudica dovrebbe calarsi in quelle situazioni: se le forze dell'ordine smettessero di usare le armi sarebbe il caos"

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Optovolante - Ottica a Senigallia
L'intervista a Roberto Paradisi

Cosa succederebbe se i carabinieri e gli uomini in divisa in genere smettessero di rischiare in proprio e di usare la forza quando vengono messi in pericolo loro stessi e la cittadinanza inerme? La risposta è semplice e disarmante: vincerebbe il caos e ogni singolo malvivente saprebbe di poter contare sull’inerzia delle forze dell’ordine.

Eccesso colposo di legittima difesa“, questo ha stabilito una sentenza condannando un giovane carabiniere “colpevole” di aver cercato di fermare un’auto in fuga con dei criminali che avevano tentato di investire i militari accorsi dopo un furto. Un colpo, accidentalmente, ha causato la morte di un criminale. Ovviamente è un dramma, ma è un dramma umano che non dovrebbe influenzare la sfera giuridica.

La domanda è una sola: quando si eccedono colpevolmente i limiti della difesa legittima? Rispondere a questa domanda da dietro una scrivania o in punta di diritto, tracciando ragionamenti dialettici e soppesando articoli e commi, è relativamente facile.
Più difficile è comprendere quel “limite” sottilissimo sospeso, quando si è in strada, nella frazione di qualche attimo. Chi giudica, più che districarsi in deduzioni e abduzioni, dovrebbe calarsi mentalmente in una strada di campagna. Dovrebbe provare a sentire quel fremito che un uomo, (sotto)pagato per difendere in armi la comunità dei giusti, prova nel momento stesso in cui vive un’esperienza fulminea in cui comprende in un istante, che sta giocando a scacchi con la morte. Dovrebbe sentire l’adrenalina che corre prima di una decisione che va presa in una manciata di istanti.
Molti giudici spiegano che l’eccesso colposo nasce quando si agisce valutando erroneamente il pericolo e l’adeguatezza dei mezzi usati. Ma non sempre, e chi sta sulla strada a rischiare in proprio lo sa, è possibile valutare in quella manciata di istanti l’esatto pericolo che si sta correndo. Tutti gli elementi che poi avvocati, giudici e pubblici ministeri soppeseranno e analizzeranno spaccando il capello in un’aula, in quella stradina di campagna, non possono essere conosciuti compiutamente dal carabiniere.

Sul punto c’è una sentenza della Cassazione che vale la pena ricordare. La Cassazione, nel 2003, ha assolto proprio due carabinieri che avevano sparato alle ruote di un’auto in fuga uccidendo accidentalmente (per colpo di rimbalzo) due occupanti dell’auto. Un caso identico a quello del nostro (“nostro” inteso in senso anche fraterno) carabiniere di Ostra Vetere. La Cassazione ha detto: il rischio del verificarsi di un evento non voluto è intrinsecamente collegato all’uso dell’arma da fuoco e tale rischio potrebbe essere evitato solo rinunciando preventivamente all’uso dell’arma stessa. Ecco, come la Cassazione, ha risposto alla domanda iniziale di questa riflessione.
Ecco perché abbiamo la necessità morale di schierarci con l’Arma dei carabinieri e con quel giovane che ha fatto il proprio dovere.

Commenti
Ci sono 3 commenti
BlackCat
BlackCat 2016-11-10 11:04:09
Ma per favore... Che la LEGGE sia sbagliata è colpa del potere legislativo, di chi quelle leggi le pensa e le vota in parlamento. Ma un avvocato dovrebbe decidere da che parte stare: dalla parte della legge oppure dalla parte di quello che gli fa comodo? Qui si apre un mare. È sbagliata la legge che prevede che un carabiniere, che sta per essere investito da un'automobile, non possa difendersi sparando all'auto ma non si può fare eccezioni perché è un carabiniere. Come il Carabiniere non può fare eccezioni alle leggi quando si trova nelle condizioni di doverle far rispettare. Chieda al Parlamento di legiferare in modo diverso non ai giudici di giudicare in base all'imputato che si trova davanti.
fra77 2016-11-10 12:01:53
Pienamente in sintonia con @blackcat. Infatti ho scritto lo stesso in commento all'articolo del Sig. Bello. I giudici applicano la legge che i governi producono. Aggiungo che i carabinieri o le forze dell'ordine in generale,prima di usare un'arma da fuoco bisognerebbe che ci pensino due volte e valutare in base al pericolo come ad esempio valutare se i malviventi son armati e se si corre il rischio di un conflitto a fuoco,ma non sparare ad un auto in fuga rischiando tra l'altro che il colpo danneggi terze persone estranee. Fortunatamente son rari i casi in italia dove si eccede. Valutare in quella manciata di istanti l'esatto pericolo è dovere delle forze dell'ordine e base della loro formazione. Che poi capiti il contrario ci starà pure ma la legge va applicata anche alle forze dell'ordine. Per carità nulla contro il carabiniere ma chi sbaglia paga. Io mi schiero in questo caso dalla parte dei giudici che non hanno colpa. Per me la sentenza è giusta. Se invece il parlamento legiferava e conferiva alle forze dell'ordine di sparare comunque,la sentenza del giudice applicava la legge e scagionava il carabiniere. La sentenza era giusta ugualmente.
Mario2 2016-11-10 14:09:28
Ottima analisi quella di Paradisi, le leggi sono spesso poco chiare e un Giudice dovrebbe interpretarle anche in base alla situazione. In questo caso chi ha sbagliato non è di certo chi ha fatto il suo dovere in difesa dei cittadini onesti. Purtroppo, forse non tutti lo sanno, sono state raccolte delle firme per il referendum sulla legittima difesa che il PD sta ostacolando ad arte, iniziamo con il mandarli a casa votando NO.
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