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Senigallia per due giorni vola su “L’isola che non c’è” grazie a Peter Pan Il Musical

Al debutto al Teatro La Fenice ha conquistato grandi e piccini

Il musical “Peter Pan”

Tutti insieme ‘Sull’isola che non c’è’: il musical Peter Pan, andato in scena il 5 e 6 novembre, al Teatro La Fenice ha catapultato per due ore i tantissimi spettatori nel magico mondo di Capitan Uncino, Wendy, i bambini sperduti e via discorrendo.

Lo spettacolo, in anteprima nazionale a Senigallia, ha tutte le carte in regola per diventare un nuovo successo di ‘La Compagnia della Rancia’, capace di rubare il cuore ad un pubblico vasto ed eterogeneo a testimonianza di come l’eroe nato dalla penna di J. M. Barrie sia tra i più radicati nell’immaginario collettivo.

Nonostante l’intreccio non lasci spazio a grossi colpi di scena lo spettacolo sembra ipnotizzare i tanti accorsi ad un teatro sold out da molti giorni. Molto del merito va al regista Maurizio Colombi che, da bravo ammiraglio, conduce la sua nave in porta superando anche i (pochi) scricchiolii legati al debutto o a fattori esterni (black out); nella rappresentazione si percepisce fin dall’inizio la sua mano ed il suo stile fatto anche di contaminazioni, umorismo e sottile comicità amalgamando il tutto con una colonna sonora (composta dalle musiche di Edoardo Bennato) che è già di per sé uno straordinario viaggio nel mondo fantastico del bambino che non voleva crescere.

Colombi non ha lasciato nulla al caso e si è dotato di un ‘tridente d’attacco’ , Giorgio Camandona – Peter Pan, Martha Rossi – Wendy, Pietro Pignatelli – Uncino, che mostra meccanismi perfettamente oliati; tre “prime donne” al servizio dello spettacolo che non solo non si pestano i piedi ma riescono ad esaltarsi a vicenda. Partiamo da Camandona, che sembra nato con la calzamaglia verde addosso: il suo personaggio non solo è credibilissimo ma sembra non accusare mai nessun tipo di cedimento; discorso analogo per Martha Rossi che, oltre alle indiscusse doti vocali, ci regala una Wendy dalle mille sfaccettature, un caleidoscopio di emozioni in cui si può percepire la crescita e la dinamicità del personaggio dalla prima all’ultima scena. Mi sono lasciato per ultimo e non a caso, Pietro Pignatelli, un Uncino memorabile che, oltre al fascino tipico del ‘cattivo’, vi unisce una rilettura del personaggio in chiave Rock. Ne esce fuori un ‘gigante’ che, ad ogni passo sul palco, catalizza su di sé gli occhi di tutti.

La sua entrata in scena ricorda molto quella di Frank-N-Furter nel Rocky Horror Picture Show. Menzione d’onore anche per Pamela Scarponi, Giglio Tigrato, la scena degli indiani è probabilmente per potenza ed impatto la ‘scena madre’ di tutto il musical. Degna di nota anche l’interprete di Michael (Giorgia Arena) e, più in generale, tutti e 20 i performers in scena. Bellissima anche la cornice scelta dalla coreografa Rita Pivano, vero valore aggiunto alla rappresentazione. In definitiva Peter Pan si conferma una corazzata che solcherà ancora per moltissimi anni il mare dei Musical traghettando tutti coloro che lo vorranno sulla famosa isola che non c’è. Punti deboli? L’uso massiccio dei giochi di luce non sembra poi essere sempre così necessario (si, ci sarebbe piaciuto vedere una Trilli in carne ed ossa!). La durata, circa due ore e mezzo, potrebbe essere asciugata a favore del ritmo che, in alcuni (per la verità, rari) momenti, sembra perdere un po’ in ‘potenza’. Nel complesso uno spettacolo da non perdere per bambini ed adulti di ogni età.

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