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Carabiniere condannato, Massimo Bello: “una sentenza che non dà giustizia, ma indigna”

L'ex sindaco di Ostra Vetere interviene dopo la condanna ad un anno per il militare che aveva ucciso un ladro in fuga

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Mssimo Bello

Una storia incredibile, ma vera. Non è un film, ma la cruda realtà. Un giovane appuntato dei Carabinieri fa il suo dovere e per questo viene condannato – in primo grado – ad un anno di reclusione con il rischio di dover pagare alla famiglia del ‘ladro fuggitivo’ (dopo il furto) la somma di 2.500.000 milioni euro, qualora la richiesta di risarcimento dovesse essere accolta.

Oltre al danno, anche la beffa. I suoi avvocati pronti a ricorrere in appello, ma il danno è stato comunque perpetrato e la pena inflitta, la ‘macchina’ e l’ingranaggio di una sentenza – che rimarrà comunque agli atti – sono stati oramai avviati.

Qualcuno potrebbe affermare che l’appuntato abbia avuto un ‘processo giusto’, ma di certo non ha avuto ‘giustizia’. Secondo l’opinione pubblica il Carabiniere è un eroe; invece, secondo il Giudice, l’appuntato dell’Arma si è spinto oltre la soglia, sbagliando. Quindi, in nome del Popolo italiano, il Popolo scagiona il giovane Carabiniere; sempre in nome del Popolo italiano, il Giudice lo condanna. Ed è questo il problema principale di tutta questa vicenda amara, inaccettabile ed incredibile.

Non desidero entrare nell’alveo del nostro ordinamento penale, dicendo che alcune norme ‘troppo garantiste’ nei confronti di chi delinque vadano modificate e rafforzate, invece, quelle a tutela dell’incolumità pubblica. Dico solo che quella sentenza, di cui necessita sicuramente prendere visione delle motivazioni che l’hanno costituita, è una sentenza, che non dà affatto giustizia, ma indigna il Popolo italiano, in nome e per conto quella sentenza viene emessa.

Quella sentenza fa capire – e lo fa capire al mondo intero attraverso anche i canali dei social network – che in Italia ‘fare il proprio dovere’ potrebbe essere pericoloso. Quella sentenza fa capire che chi viola palesemente la legge e l’ordine pubblico non paga; paga invece chi ‘serve e protegge’ la nostra comunità dai reati contro la persona ed il patrimonio. Questo è il messaggio che arriva al cospetto di chi abbia intenzione a delinquere in Italia.

Un Paese, che non sappia proteggere la propria comunità; un Paese che ‘mortifica’ i propri agenti e militari, che operano tutti i giorni sulle nostre strade e sul nostro territorio con tutte le mille difficoltà che conosciamo, facendoli sentire spesso inutili; un Paese che non abbia il coraggio di difendere i propri eroi in divisa; un Paese che si nasconda dietro leggi inaccettabili senza far nulla per modificarle; un Paese, l’Italia, da tutti considerato la culla del diritto e della civiltà giuridica, che spesso non riesca – con equità e buon senso – ad applicare ed interpretare la sua legge; un Paese, che disprezzi i suoi figli e si pieghi alla volontà di quell’immaginario collettivo che versa lacrime e pietismo di fronte a chi ha scelto di delinquere e viene nel nostro Paese a delinquere perché qui sia facile farlo visto che lo Stato aiuta, perdona e garantisce di tutto e di più senza tener in considerazione i propri figli. Un Paese che fa tutto questo, e tanto altro ancora, come fa ad essere rispettato dai suoi stessi stessi cittadini e dal Popolo? Come fanno le Istituzioni del nostro Paese a pretendere rispetto, se proprio quelle Istituzioni fanno di tutto per perdere quel poco di credibilità che rimane loro?

Le Forze dell’Ordine sono un baluardo importante – se non l’ultimo – in cui la gran parte dei cittadini del nostro Paese si ritrova ed in cui crede, soprattutto in un periodo delicato e prepotente come questo, e – nonostante ciò – c’è chi sta riuscendo a ‘frantumare’ ed indebolire anche questo ‘faro’ e punto di riferimento.

Sapete cosa accade a chi delinque negli altri Stati dell’UE (Austria, in Germania, in Romania, in Spagna, In Gran Bretagna, in Portogallo, in Bulgaria, in Olanda, in Belgio, et cetera)? Provate a verificare e ad informarvi!

La sentenza di ieri (7 novembre) – al di là del codice penale e di quello di procedura penale – contiene il ‘senso di distacco’ dalla realtà che il Popolo italiano vive tutti i giorni sulla propria pelle. In nome del Popolo italiano, il Popolo si aspettava ben altro che la condanna del Carabiniere ad un anno di detenzione. Il Popolo si aspettava che la legge – emanata sempre in rappresentanza di quella sovranità che gli appartiene – premiasse ‘il dovere’ di chi diligentemente ha fatto il suo lavoro e non il contrario.

Ecco perché il Popolo è indignato, arrabbiato, amareggiato, deluso.

Commenti
Ci sono 5 commenti
orientale 2016-11-08 20:39:06
Occorrerebbe perlomeno attendere le motivazioni della sentenza.
Mi auguro che i modelli da seguire non siano Stati Uniti e Sud Africa.
Mario2 2016-11-08 20:44:38
Assolutamente d'accordo con il Sig. Bello, massima solidarietà al Carabiniere e all'Arma. Un altra ragione per votare NO e mandare a casa questa politica marcia fino al midollo.
Gnagnolo
Gnagnolo 2016-11-09 10:10:58
Non ho capito da chi è composto il Popolo di cui parla Bello. Ci può fare la lista dei membri?
Mario Rossi 2016-11-09 13:24:04
E' stato condannato, perché il ladro era straniero, il giudice, che è donna, sarà amica della Boldrini, quindi, ecco la spiegazione !!!!!!!!
Donne al potere ????
No grazie !!!!!!
fra77 2016-11-09 13:29:54
Concordo con @gnagnolo e @orientale. Bisogna attendere le motivazioni della sentenza e poi bisogna comunicare al Sig. Bello che i giudici applicano la legge. Le leggi le fanno i governi. Quindi il problema non è chi giudica ma magari chi produce leggi. Poi che l'opinione pubblica dica diversamente da un giudice non è che ha diritto in merito ad una modifica di sentenza. Ci mancherebbe pure questo. Il giudice ha emesso la sentenza e va rispettata. Spiace che ancora le persone se la prendono con chi esegue quello che viene imposto in primis dai governi. Ragionate!
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