“Spazio – Tempo”, il 5 novembre prende il via a Senigallia la mostra di Eros Bonamini
Inaugurazione alla Rocca sabato alle ore 17
Sabato 5 novembre, alle ore 17, alla Rocca Roveresca di Senigallia si terrà l’inaugurazione della mostra di Eros Bonamini, intitolata Spazio – Tempo.
All’inaugurazione dell’evento sarà prevista la presenza del Direttore del polo Museale, Peter Aufreiter, del Sindaco, Maurizio Mangialardi, dell’Assessore alla Cultura e Beni Culturali, Simonetta Bucari, del Direttore del Musinf, il Prof. Carlo Bugatti, nonché dei maggiori protagonisti italiani della vicenda concettuale.
Gli amanti dell’arte contemporanea sanno bene quanto la Rocca Roveresca di Senigallia si sia distinta, nel tempo, come storico ed affascinante contenitore di importanti mostre d’arte moderna. Basterà ricordare la mostra della Pop Art, promossa da Mario Giacomelli, la mostra di Volumina sul libro d’artista, curata da Mirella Bentivogio, le mostre di Pericle Fazzini, Giorgio Bompadre, Gianni Dova e Carmelo Cappello, la mostra di Majakovsky, realizzata in collaborazione con il Museo della letteratura di Mosca, la mostra di Fluxus e tante altre.
Proprio in questi giorni, una sinergia tra Comune di Senigallia, Casa del Mantegna Mantova, Musinf, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Polo Museale delle Marche, Regione Marche, Regione Lombardia riporta l’attenzione nazionale sulla Rocca Roveresca quale spazio prescelto per ospitare la mostra Spazio – Tempo di Eros Bonamini, curata da Simona Zava.
Il percorso espositivo permetterà un confronto con l’esperienza poetica, rigorosamente esercitata da Bonamini, nell’ambito dell’indagine empirica del colore. Consentirà, inoltre, di conoscere il percorso delle cronotopografie dell’artista, dove segno, colore e spazi sono analizzati in relazione al tempo dell’azione creativa. Una relazione che Bonamini ha studiato attentamente e con risultati comunemente apprezzati e ben noti alla critica.
Georges Seurat, scomponendo la pratica del dipingere in unità cromatiche e lineari di base, fu il primo a concepire l’idea di un sistema della pittura, fondato esclusivamente sulle relazioni sintattiche dei segni all’interno dell’opera, segnando così uno spaccato nella tradizione della conformità dell’iconografia ad un referente naturale.
Quando nell’arte contemporanea si parla di Pittura-pittura però si va oltre, sottolineando l’assolutezza di un agire creativo, che punta tutto sull’analisi della pittura in se stessa: la pittura si trasforma in oggetto, perde cioè quell’indirizzo referenziale, figurativo e mimetico che l’aveva legata alla realtà. In campo resta solo l’analisi, la riflessione specifica, radicale sulla pittura e sul rapporto materiale che intercorre fra l’opera come oggetto fisico e l’autore.
La mostra Spazio – Tempo si inserisce nel vasto progetto espositivo pluriennale condotto dal Musinf per la rilevazione dell’arte concettuale italiana del Novecento. Un percorso espositivo aperto dall’esposizione “ Struttura pittura” con opere di Pino Pinelli, Elio Marchegiani, Gottardo Ortelli, Antonio D’Agostino, Carlo Battaglia, Enzo Cacciola, Giorgio Griffa, Paolo Masi, Riccardo Guarneri, Claudio Olivieri, Francesco Guerrieri, Paolo Cotani, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini e Anna Galassini.
In quell’occasione la rivista Arte Contemporanea mise in luce come la mostra non fosse il risultato di una semplice carrellata di opere prodotte negli anni Sessanta e Settanta da artisti legati al movimento denominato Pittura Pittura, Nuova Pittura, Pittura Analitica e Fare Pittura. Ma come fosse risultata, invece, una scelta oculata di esempi capaci di interpretare e mettere storicamente e criticamente in risalto un nuovo percorso ermeneutico dell’arte contemporanea.
Riferendosi all’allestimento e agli interventi del direttore del Musinf e del curatore della mostra Maurizio Cesarini, Elena Galassini aveva spiegato come la mostra di Senigallia era riuscita a fornire gli strumenti per comprendere con chiarezza le comuni motivazioni degli importanti artisti esposti ed anche per poter leggere una pagina importante dell’arte contemporanea italiana. Attraverso l’apparato degli scritti critici e delle testimonianze di Maurizio Cesarini, Rolando Anselmi, Carlo Battaglia, Giorgio Bonomi, Giorgio Cortenova, Cinzia Folcarelli, Paolo Fossati, Elena Galassini, Elio Marchegiani, Marco Meneguzo, Filiberto Menna, Italo Mussa, Caterina Niccolini, Caudio Olivieri, Pino Pinelli, Alberto Rigoni, Sergio Troisi, Emanuele Zucchini, nella mostra “Struttura pittura” si era ragionato su artisti la cui ricerca aveva avuto luogo parallelamente alla proliferazione di sperimentazioni e performances creative.
Proliferazione, che, grazie allo sviluppo della fotografia e della cinematografia, hanno messo a dura prova le forme espressive tradizionali. Tutti i dipinti esposti si proponevano come domande e risposte a uno stesso quesito sul senso profondo di fare arte. Quesito, che ha implicato la precisa volontà degli autori esposti nel porsi come ricercatori e sperimentatori della materia e delle forme. Sostanzialmente affrontando il comune tentativo di attuare una pittura autoreferenziale, in cui il linguaggio era luogo della ricerca. Luogo inserito in un contesto in cui aspetto conoscitivo e dimensione pratica tendevano a fondersi in un’approfondita riflessione sull’agire pitorico, controllato e sintetizzato razionalmente.
Proprio dal successo della mostra “Struttura pittura”, Stefano Schiavoni aveva preso le mosse, con Antonio D’Agostino e Giorgio Bonomi per promuovere la costituzione di una raccolta permanente presso il Musinf di opere concettuali. Una raccolta che ha già parecchie acquisizioni, che oggi arricchiscono il patrimonio museale senigallise, già assai vasto.
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