Mozione di sfiducia dopo il referendum sulla fusione Senigallia-Morro d’Alba
Forza Italia punta il dito contro il sindaco Mangialardi: "Se ne assuma la responsabilità in consiglio comunale"
Domenica sera (23 ottobre, Ndr) Senigallia ha detto un secco “no” al grottesco progetto di fusione tra due città così diverse e lontane come Senigallia e Morro. Soprattutto ha detto un secco “no” ad un progetto calato dall’alto dal sindaco di Senigallia senza alcun minimo coinvolgimento del popolo, unico sovrano del potere democratico.
Eravamo rimasti davvero sbigottiti e spaesati a fine estate scorsa, quando questo progetto ideato da Mangialardi – e da questi concordato ed analizzato dalla sola maggioranza consiliare del Partito Democratico – prese vita, cogliendo di sorpresa anche i consiglieri comunali di minoranza fino ad allora tenuti all’oscuro di un simile disegno.
E’ stato incredibile constatare che nessun cittadino di Senigallia, fatta eccezione dei pochi fedelissimi al potere, ne sapesse niente, nonostante la decisione influisse necessariamente nella storia e nella vita del nostro Comune.
Un sindaco aperto e rispettoso delle regole prima di prendere una scelta così importante avrebbe certamente coinvolto i cittadini non appena il progetto si fosse concretizzato, per poi aprire la più ampia discussione possibile nel territorio comunale, che sarebbe durata fino al voto.
Purtroppo Mangialardi più che sindaco si ritieneil principe di questa città, capace di prendere le proprie decisioni al chiuso delle mura dorate del palazzo comunale, attorniato solo dalla sua corte, senza alcun coinvolgimento dei cittadini, che come al solito vengono messi a conoscenza dei fatti solo a decisione presa, magari, come poi accaduto in questo caso, per ratificare la decisione con un referendum.
Siamo rimasti davvero basiti, nel notare come neanche in campagna elettorale pre-referendaria l’amministrazione abbia mai promosso incontri per illustrare il progetto ai cittadini: per questo ci siamo attivati ed abbiamo organizzato diverse riunioni nel territorio, durante le quali – oltre che illustrare i contenuti della fusione per incorporazione – abbiamo costantemente preso atto che la gente era completamente all’oscuro di quanto deciso. In uno di questi incontri, un assessore comunale, spiegando ai presenti i vantaggi della fusione, senza conoscerne veramente la consistenza degli stessi, è arrivata addirittura ad affermare che ciò avrebbe permesso a Senigallia di avere un castello (!!!).
L’esito elettorale del referendum e soprattutto l’enorme astensione dei cittadini al voto hanno sonoramente bocciato la strategia oligarchica di Mangialardi, che ora dovrà chiarirci quali sono stati i costi di questa operazione e chi se ne assumerà l’onere. Abbiamo infatti il timore che questa assurda scelta operata da Mangialardi avrà una sola conseguenza: la lacrima sul viso dei cittadini che si troveranno a dover far fronte anche alla spesa di questa assurda operazione.
Speriamo che, come dovrebbe accadere in qualsiasi comune che si professa democratico, il sindaco si assuma le proprie responsabilità di questo fallimento e ne tragga le dovute conseguenze. Se ciò, come pensiamo non dovesse accadere, lavoreremo, già nei prossimi giorni, per concordare con tutte le forze politiche che si dichiareranno disponibili, a stendere una mozione di sfiducia al sindaco da sottoporre al Consiglio comunale.
In città tutti pareva odiassero il mangia...poi lo votano.
E vogliamoci tutti bene.
Se poi Forza Italia crede che si dimetterà, la vedo dura.
Il mangia é bravo in altro....
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