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Con la mostra di Eros Bonamini Senigallia al centro dell’arte contemporanea

Attenzione alla Spiaggia di Velluto da parte delle riviste di arte contemporanea

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Mostra Eros Bonamini

Nel prossimo numero, che sarà presentato alla Fiera di Verona, la rivista “Arte Contemporanea” segnala  che Senigallia sarà ancora al centro della ricerca e della documentazione storica sull’arte concettuale in Italia. Infatti ospiterà alla Rocca Roveresca una mostra di Eros Bonamini.

All’ inaugurazione dell’evento è prevista la presenza dei maggiori protagonisti italiani della vicenda concettuale. L’Assessore alla Cultura Simonetta Bucari sta coordinando gli incontri per l’organizzazione dell’iniziativa. Il prof. Bugatti, direttore del Musinf, ha delineato le linee operative dell’iniziativa, scrivendo: “Come direttore del Musinf credo mi spetti segnalare l’importanza della mostra di Eros Bonamini, che sarà ospitata alla  Rocca Roveresca di Senigallia ed anche il rilievo che essa riveste nel contesto del lavoro di documentazione sull’arte concettuale che avevamo iniziato con la mostra ed il libro Struttura-pittura. La mostra di Bonamini è importante perchè permette un confronto con la sua esperienza poetica, rigorosamente esercitata nell’ambito dell’indagine empirica del colore. Ci permette poi di conoscere  il percorso progressivo delle sue cronotopografie, dove segno colore e spazi sono analizzati in relazione al tempo dell’azione creativa.Una relazione che Bonamini ha studiato attentamente e con risultati comunemente apprezzati e ben noti alla critica. Georges Seurat fu il primo a concepire l’idea di un sistema della pittura, fondato esclusivamente sulle relazioni sintattiche dei segni all’interno dell’opera. Con ciò spezzava la tradizione della conformità dell’iconografia ad un referente naturale. A ciò Seurat era giunto scomponendo la pratica del dipingere in unità cromatiche e lineari di base. Quando nell’arte contemporanea si parla di Pittura-pittura però si va assai oltre, sottolineando l’assolutezza di un agire creativo, che punta tutto sull’analisi della pittura in sè stessa. Si tratta di unprocesso per cui la pittura si trasforma in oggetto, perdendo quell’indirizzo referenziale figurativo e mimetico, che l’aveva legata lungamente alla realtà. Si registra, in progressione, anche la perdita in itinere dell’interesse per l’espressività, che sta a fondamento ed esito emotivo della pittura astratta. Si registra infine persino la perdita dell’ interesse per il  significato, superando la motivazione generica dell’arte concettuale. Resta così in campo solo l’analisi, la riflessione specifica, radicale sulla pittura e sul rapporto materiale che intercorre fra l’opera come oggetto fisico e l’autore. Nel contesto delle nostreesperienze espositive sul concettuale la mostra di Bonamini si segnala perchè si inserisce, completandolo, in un percorso espositivo che era stato aperto dall’esposizione “Struttura pittura”, allestita, dal Musinf al Palazzo del Duca in occasione della Giornata Nazionale del Contemporaneo, promossa annualmente dall’Associazione nazionale dei Musei italiani d’arte contemporanea”.

“L’itinerario espositivo al Palazzo del Duca aveva compreso opere di Pino Pinelli, Elio Marchegiani, Gottardo Ortelli, Antonio D’Agostino, Carlo Battaglia, Enzo Cacciola, Giorgio Griffa, Paolo Masi, Riccardo Guarneri, Claudio Olivieri, Francesco Guerrieri, Paolo Cotani, Claudio Verna, Gianfranco Zappettini e Anna Galassini. Nell’occasione la rivista Arte Contemporanea, aveva messo in rilievo come la mostra “Struttura Pittura”  non fosse risultata una semplice carrellata di opere prodotte negli anni Sessanta e Settanta da artisti legati al movimento criticamente denominato Pittura Pittura, Nuova Pittura, Pittura Analitica e Fare Pittura. Ma come fosse risultata, invece, una scelta oculata di esempi capaci di interpretare e mettere storicamente e criticamente in risalto un nuovo percorso ermeneutico dell’arte contemporanea. Riferendosi all’allestimento quanto agli interventi miei e di Maurizio Cesarini, che aveva curato, con competenza e rigore per il museo senigalliese sia la mostra sia il catalogo, Elena Galassini aveva segnalato come l’evento senigalliese avesse fornito gli strumenti per chiarire le comuni motivazioni degli importanti artisti esposti. Si tratta dunque di un passaggio, che disponeva strumenti utili per poter leggere una pagina importante dell’arte contemporanea italiana. Inseriva le produzioni di rilevanti autori in un contesto più ampio, valorizzandone finalmente i tratti innovatori. Attraverso l’apparato degli scritti critici e delle testimonianze di Maurizio Cesarini, Rolando Anselmi, Carlo Battaglia, Giorgio Bonomi, Giorgio Cortenova, Cinzia Folcarelli, Paolo Fossati, Elena Galassini, Elio Marchegiani, Marco Meneguzo, Filiberto Menna, Italo Mussa, Caterina Niccolini, Caudio Olivieri, Pino Pinelli, Alberto Rigoni, Sergio Troisi, Emanuele Zucchini, nella mostra al Palazzo del Duca di Senigallia si era ragionato su artisti la cui ricerca aveva avuto luogo parallelamente alla proliferazione di sperimentazioni e performances creative. Proliferazione, che, grazie allo sviluppo della fotografia e della cinematografia, hanno messo a dura prova le forme espressive tradizionali. Tutti i dipinti esposti al Palazzo del Duca di Senigallia, nella mostra intitolata “Struttura Pittura” si proponevano come domande e risposte a uno stesso quesito sul senso profondo di fare arte. Quesito, che ha implicato la precisa volontà degli autori esposti nel porsi come ricercatori e sperimentatori della materia e delle forme. Sostanzialmente affrontando il comune tentativo di attuare una pittura autoreferenziale, in cui il linguaggio era luogo della ricerca. Luogo inserito, si notava,  in un contesto in cui aspetto conoscitivo e dimensione pratica  tendevano a fondersi  in un’approfondita riflessione sull’agire pittorico, controllato e sintetizzato razionalmente. Proprio dal successo della mostra “Struttura pittura”, Stefano Schiavoni aveva preso le mosse, con Antonio D’Agostino e Giorgio Bonomi per promuovere la costituzione di una raccolta permanente presso il Musinf  di opere concettuali. Una raccolta che ha già parecchie acquisizioni, che arricchiscono il patrimonio museale assai vasto.

Senigallia infatti è la città della fotografia ed ormai tutti sanno che ospita un Museo che raccoglie opere di Mario Giacomelli, Giuseppe Cavalli, Piergiorgio Branzi, Ferruccio Ferroni, Renzo Tortelli, Eriberto Guidi, Lorenzo Cicconi Massi. Ara Guler, Leo Matiz. Ha ospitato inoltre incontri, mostre, corsi e workshops fotografici di rilievo nazionale, con presenze significative, come quelle di Gianni Berengo Gardin, Scianna, Nino Migliori, Piegiorgio Branzi, Cesare Colombo. Ma forte a Senigallia è stata ed è l’attenzione in tutti settori delle arti visive. Indimenticabile è la mostra sulla Pop Art, allestita alla Rocca Roveresca e promossa da Mario Giacomelli. Poi dagli anni Settanta a Senigallia si sono susseguite le mostre e le presenze di autori come Remo Brindisi, Orfeo Tamburi,  Pericle Fazzini, Arnoldo Ciarrocchi, Giorgio Bompadre, Umberto Mastroianni, Gianni Dova, Carmelo Cappello. Il Musinf conserva una vasta raccolta di sculture di protagonisti della plastica novecentesca, nonchè  il vasto archivio della poesia visiva e del libro d’artista, nato dalle donazioni di Mirella Bentivoglio ed Eugenio Miccini, di cui con Chiara Diamantini sto curando da tempo una prima catalogazione complessiva”.

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