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Referendum: “ogni strategia per il turismo è già possibile senza fusione”

Il comitato per il no boccia l'incorporazione: "Senigallia ha già i suoi problemi, li risolva prima di pensare ad altro"

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I componenti del comitato referendario "no alla fusione con Morro d'Alba": da sx, Alessandro Curtatoni, Leonardo Badioli, Elisabetta Palma e Riccardo Pizzi

Per quanto riguarda i settori del turismo e della cultura, la fusione per incorporazione di Morro d’Alba in Senigallia non servirebbe poiché ogni strategia di promozione unitaria del territorio è già possibile e fattibile senza il passaggio della fusione. A sostenere questa ipotesi è il comitato referendario “No alla fusione con Morro D’Alba” che interviene nuovamente dato l’avvicinarsi del voto del 23 ottobre.

Le motivazioni turistico culturali che propone lo studio di fattibilità per la fusione per incorporazione di Morro d’Alba sono generiche e superficiali, in quanto il binomio sole-mare può essere messo in sinergia con le eccellenze dei prodotti agro-alimentari mediante strategie di mercato già incentivate da leggi statali, comunitarie e locali. La previsione – spiegano dal comitato per il NO – di fondere i due comuni in un’organica proposta e declinarli in specifici pacchetti appetibili anche per un turismo straniero, è superflua e pretestuosa poiché tutto è già fattibile senza fusione alcuna“.

E proprio sul turismo arriva la stangata: attraverso i dati della Regione Marche, negli ultimi sette anni (2007-2015) le presenze turistiche a Senigallia sono calate del 30%. “Sarebbe dunque utile – continuano dal comitato per il no – che la spiaggia di velluto prima risolvesse questo problema e poi pensasse al turismo di Morro d’Alba“.

Tra i dubbi che devono ancora essere sciolti, vi è anche la questione dei GAL e GAC: mentre Morro d’Alba è una presenza attiva nel Gruppo di Azione Locale di Jesi, Senigallia partecipa al Gruppo di Azione Costiera. “Se sia possibile una permanenza di Morro nel suo ambito di azione pur venendosi a trovare nel Comune di di Senigallia è ancora una domanda che deve trovare risposta“.

Una fusione dunque “inutile“, sentenziano i referenti del comitato per il no. “Meglio sarebbe che i due comuni avviassero contatti collaborativi, magari realizzando – ad esempio – un percorso ciclabile che li connetta turisticamente: poca spesa molta resa“.

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