Fusione Senigallia-Morro D’Alba: il 23 ottobre a decidere è chi vota!
"Le nuove opportunità economiche per i paesi non sono nella incorporazione ma nella valorizzazione delle identità territoriali"
Il 23 ottobre prossimo, nei comuni di Senigallia e di Morro DAlba avrà luogo un referendum consultivo senza quorum sul seguente quesito : “Sei favorevole alla fusione per incorporazione del Comune di Morro d’Alba nel Comune di Senigallia?” ( //www.regione.marche.it/Regione-Utile/Enti-Locali-e-Pubblica-Amministrazione/Fusioni-di-Comuni-e-modifiche-di-circoscrizioni-e-denominazioni-comunali#2498_Morro-d’Alba—Senigallia-(in-corso) )
Il quorum zero per noi del Movimento 5 Stelle è molto importante da un punto di vista culturale, perché a decidere è chi vota.
A Senigallia, la Partecipazione dei cittadini alla vita pubblica ed all’amministrazione del comune è stata inserita al primo punto del Programma elettorale della nostra lista del M5S (//www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/senigallia/2015/04/programma-elettorale-2015-2020-del-movimento-5-stelle-di-senigallia.html), e la proposta di delibera per la modifica dello statuto e del regolamento comunali per l’introduzione del quorum zero in tema di referendum, è stato uno dei primi atti presentati ed automaticamente bocciati dalla maggioranza consiliare.
Tale diverso approccio culturale impone però una grande responsabilizzazione, una chiara consapevolezza da parte di tutti i cittadini che il futuro della nostra città viene messo nelle mani di chi partecipa. Quindi è fondamentale che tutti noi, cittadini con diritto di voto, coinvolti nel progetto di fusione per incorporazione, sia di Senigallia che di Morro D’Alba, il 23 ottobre prossimo ci rechiamo alle urne, per determinare il nostro futuro, con un voto reso consapevolmente ed in modo indipendente, ossia senza i condizionamenti di politica ed interessi economici.
Cio’ posto, i cittadini e gli attivisti, però, stanno chiedendo ai Portavoce comunali del Movimento 5 Stelle di Senigallia, quale sia la loro posizione riguardo alla Fusione dei comuni.
Come premesso in un mio intervento durante la discussione consiliare del 27 luglio 2016 (//www.senigallianotizie.it/1327410294/cosa-sanno-i-cittadini-di-senigallia-sulla-fusione-per-incorporazione-del-comune-di-morro-dalba ), sull’Atto di indirizzo avente ad oggetto il Progetto di fusione con il Comune di Morro D’Alba, il M5S non è in via pregiudiziale ed aprioristica contrario alla fusione tra i comuni, quando però si tratti di comuni di piccole o piccolissime dimensioni ed in presenza di precise circostanze, quali l’iniziativa da parte dei cittadini e non dei sindaci o dei partiti, e comunque una capillare informazione che renda il processo ampiamente partecipativo, nonché scaturente dalla valutazione di una serie di fattori determinanti quali la posizione geografica, la storia del comune, le prospettive demografiche ed economiche.
Tutto ciò con la prospettiva di eliminare le sovrastrutture, costituendo un unico consiglio, con un’unica giunta, cosicchè oltre ai costi dei servizi si abbatterebbero anche quelli della politica. Si può essere favorevoli ad una fusione che inneschi dei meccanismi di risparmio dei costi e di efficienza dei servizi offerti e garantisca il rispetto di una volontà che scaturisca dal basso, dai cittadini stessi.
Nel caso della fusione per incorporazione, cui saremo chiamati ad esprimerci il prossimo 23 ottobre, la situazione appare diversa. Sembra non sussistere tra i due comuni nemmeno l’identità territoriale. (//www.senigallianotizie.it/1327410806/senigallia-morro-dalba-referendum-deciso-dalle-amministrazioni ).
Infatti il territorio di Morro D’Alba non presenta carattere di omogeneità territoriale con Senigallia, avendo caratteristiche morfologiche ed economiche diverse rispetto alla nostra città di mare, più simili sicuramente a quelle di altri comuni limitrofi, quali San Marcello e Belvedere Ostrense, con i quali esiste già una Unione di Comuni. I comuni litorali ed i comuni dell’entroterra hanno, inoltre, necessità e realtà completamente diverse.
Tanto più che la stessa Regione Marche , nel programma di riordino territoriale, ha inserito i due comuni in diverse Dimensioni Territoriali Ottimali e Omogenee (DTO). Anche i collegamenti tra il nostro Comune e quello di Morro D’Alba NON risultano affatto agevoli.
Abbiamo, invece, sentito parlare molto dei vantaggi economici immediati che non possono, ritengo, essere la molla di un’operazione destinata ad avere effetti nel lungo termine. Lo stesso Pd locale garantisce che con la fusione con Morro D’Alba vi saranno più risorse, migliori servizi ai cittadini e nuove opportunità economiche ma per il Movimento 5 Stelle i nodi principali sono e rimangono proprio quelli che più vengono propagandati: il costo, la qualità dei servizi e la rappresentanza democratica.
Questa Fusione per incorporazione non innesca dei meccanismi di risparmio dei costi e di efficienza dei servizi offerti. Viene, quindi, da chiedersi, la riduzione del numero di espressioni politiche territoriali, che nel caso di specie corrisponde all’estinzione del Comune di Morro D’Alba, perché è così fortemente voluta dai vertici del Pd anche regionale?
Questo aspetto della “semplificazione” della rappresentanza democratica preoccupa un Movimento come il nostro, il cui obiettivo è quello di capovolgere la piramide verticistica del potere politico.
Nello studio di fattibilità leggiamo che la attuale dimensione comunale è obsoleta specialmente nella nostra regione, che le nuove esigenze e le strategie comuni agli amministratori di Senigallia e degli altri territori IMPONGONO di individuare “NUOVI” modelli per GOVERNARE il sistema urbano. Non si parla più di castelli, di origini, di radici, di cultura, di appartenenza, ora c’è chi ci impone un linguaggio diverso, dove è importante la governabilità del sistema urbano ponendo nelle mani di pochi il governo di territori sempre più estesi, pur disomogenei.
Perché ci dicono che questa fusione costituisce un progetto innovativo, (//www.senigallianotizie.it/1327411779/fusione-senigallia-morro-dalba-presentata-in-regione-ceriscioli-favorevole ) un esempio per molti altri enti, se tutti gli altri tentativi di fusione per incorporazione tra un piccolo comune ed uno notevolmente più grande, avvenuti nelle Marche, sono stati sonoramente bocciati dagli abitanti del comune più piccolo?
(//www.ansa.it/marche/notizie/2016/04/18/mombaroccio-e-tavoleto-dicono-no_86942d28-dfbb-4a66-85cf-db9755abb9e6.html).
Questo è infatti accaduto per Tavoleto e per Mombaroccio, nel tentativo di fonderli rispettivamente in Urbino e in Pesaro, e nonostante avessero previsto di modificare, come accade nello studio di fattibilità che ci riguarda, lo statuto comunale di Urbino inserendovi il riconoscimento della municipalità di Tavoleto. Così come fallito è andato il tentativo di fusione per incorporazione Tolentino-Camporotondo di Fiastrone (//www.cronachemaceratesi.it/2016/03/04/tolentino-camporotondo-la-fusione-che-divide/777680/), proposta fortemente attaccata dal M5S di Tolentino.
Nonostante, però, la fusione per incorporazione sembri diventata la nuova moda politica del momento, non sembra incontrare il favore dei cittadini nemmeno a Senigallia ed a Morro D’Alba, dove sono stati subito costituiti due Comitati cittadini per il NO.
Ritengo che le nuove opportunità economiche per i nostri bellissimi paesi e borghi dell’entroterra, quali Morro D’Alba, non siano nella incorporazione in Senigallia, ma nella valorizzazione delle loro forti identità territoriali, storiche e culturali.
C’e’, infatti, chi, come la nostra Portavoce alla Camera Patrizia Terzoni, ha invertito un trend, riuscendo a far approdare in Aula una proposta di legge proprio a tutela “dei piccoli borghi” (//www.movimento5stelle.it/parlamento/2016/09/piccoli-comuni-ecco-la-nostra-legge-salva-borghi.html).
Domani, sabato 15 ottobre, alle ore 10,30 saremo in Corso 2 Giugno, avanti alla UBI banca con un nostro banchetto informativo sul Referendum comunale, a sostegno dei comitati cittadini per il NO alla fusione.
Da Stefania Martinangeli-Portavoce comunale M5S
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Ma lo studio di fattibilità di cui trattasi, di tutto ciò, non fa il benché minimo cenno.
In effetti anche ANCI Toscana aveva scritto:
"Esistono, ovviamente, anche aspetti negativi che possono essere connaturati a un’operazione di fusione comunale. Anzitutto, vi sono l’alto costo iniziale del processo e i problemi di duplicazione degli uffici che possono interessare la fase di riorganizzazione della “macchina” amministrativa. Immediatamente dopo l’istituzione del nuovo Ente vi è tutta una fase di transizione che comporta la riorganizzazione delle risorse finanziarie, umane, immobiliari e della logistica dei vecchi Comuni soppressi. Prima che si arrivi al pieno regime dell’attività amministrativa, devono perciò essere sostenuti dei costi. Deve essere notato come vi siano incentivi monetari nazionali e regionali al fine di diminuire questo impatto iniziale".
Ma lo studio di fattibilità di cui trattasi, di tutto ciò, non fa il benché minimo cenno.
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