La nascita di Cà Noghera la sua storia ed il suo futuro
Risale al 25 agosto 1999 il progetto del "casinò in jeans"
“Ci piace” ricordare a chi ama il mondo del gioco d’azzardo un compleanno importante per il comparto dei casinò: 25 agosto 1999 quando ebbe vita il “famoso casinò in jeans” che, allora, fece epoca e scalpore visto il suo “differenziarsi” dalle Case da Gioco tradizionali ed il suo “assomigliare” ai casinò di Las Vegas.
A quei tempi non esigere giacca e cravatta per entrare in un Casinò sembrava un’idea assai anticonformista e probabilmente per questo motivo, allora, si formavano file chilometriche all’ingresso di Cà Noghera, il Venice Casinò, sede di terraferma del Casinò Municipale di Venezia, per andare a curiosare in questo “strano posto” che voleva ospitare non più e non solo personaggi “facoltosi”, ma anche “gente normale” che voleva “provare l’ebbrezza” di una giocata d’azzardo… ma rischiando veramente poco!
Indubbiamente, l’idea di quel casinò che voleva “rompere gli schemi classici” dove, quindi, la clientela poteva entrare senza tanti “impedimenti” ed anche senza avere un portafoglio “rigonfio” a quel tempo fece veramente scalpore e fu anche visto con un po’ di curiosità e di sospetto. Non ci si poteva aspettare che una struttura così diversa dalla tradizionale Casa da Gioco potesse avere un successo così “sfrenato”, da “bagnare il naso” agli altri Casinò ed agli altri migliori casino online. Però quell’idea vincente, sopratutto quella di rompere gli schemi tradizionali con le loro regole di abbigliamento e comportamentali che per tanto tempo aveva tenuto lontano dalle sale una potenziale clientela giovane e giovanissima, ormai è diventata obsoleta e dopo tanti anni andrebbe rinnovata con qualcosa forse di ancora più “rivoluzionario” che possa sorprendere come fece allora.
Oggi, nei Casinò tricolore sono entrare le slot machine che comportano un pubblico sufficientemente giovane, l’online, il live e tante altre idee che hanno portato il vecchio stile delle Case da Gioco nel dimenticatoio, aprendo le porte ad un altro visitatore-giocatore cercando di invogliarlo ed “irretirlo” con le varie idee manageriali che via via si susseguono e si innovano. Altrimenti sarebbe la fine. Ma per tornare ancora per un attimo a fare la storia del “casinò in jeans”, allora ribattezzato da tanti Las Nogheras, si deve anche ricordare qualche episodio particolare che sempre in quei tempi caratterizzò la sua apertura.
Nei primi mesi, infatti, il Casinò venne preso d’assalto da gruppi organizzati che puntavano a truffare la Casa da Gioco. Nacquero i famosi poussettisti coloro che, in modo abile, riuscivano a piazzare i loro gettoni a numero già uscito e questi “professionisti della truffa” approfittavano della novità e della confusione che regnava nei tavoli da gioco e riuscivano a distrarre i croupier e capi tavolo per mettere in atto, con una abilità degna di un prestigiatore, l’inganno. Questo è solo per riferire un “fatto di cronaca di allora” e per dimostrare quanto potesse sembrare strano e stravagante un casinò pensato in quella maniera.
Ma se il debutto di Las Nogheras era stato eccellente ed i progetti anticonformisti, il presente non è all’altezza delle premesse e di certo, ad oggi, non si trovano più le code interminabili di clienti in attesa di accedere alle sale. Non ci sono più i tavoli da gioco affollati e non ci sono più clienti attenti per accaparrarsi le slot machine che nell’immaginario collettivo erano quelle che pagavano di più. Ora vi regna la normalità più assoluta, anche troppo, ed assomiglia oggi a qualsiasi altro casinò. È ora di studiare ancora qualcosa di nuovo se non si vuole soccombere.
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