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Lista Morro d’Alba: “Fusione con Senigallia, ecco i perché di una scelta giusta”

Fava e Paolucci: "Purtroppo non sempre il bene di una comunità deriva da scelte popolari"

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Tramonto a Morro D'Alba

Noi della minoranza consiliare di Morro d’Alba avremmo avuto molto da guadagnare da una opposizione dura contro questa fusione per incorporazione che sta nascendo con il Comune di Senigallia, ma anteponendo il senso civico ai personalismi abbiamo deciso di dare sostegno a questa opportunità che a nostro avviso porterà molteplici vantaggi al nostro territorio.


Quali sono quindi i motivi per i quali appoggiamo questa scelta rifiutandoci di cavalcare l’onda del dissenso?
Le ragioni sono svariate!

La prima e sicuramente la più importante è che noi, che siamo stati scelti per vigilare come opposizione sulle scelte amministrative, crediamo fortemente nella bontà dell’iniziativa e del progetto di fusione che si sta concretizzando. Ci crediamo come cittadini ancor prima che come amministratori.

Purtroppo non sempre il bene di una comunità deriva da scelte popolari. A volte, come in questo caso, bisogna passare sopra le ragioni del cuore che ci vorrebbero liberi, autonomi e indipendenti, per dare spazio a quelle della ragione che invece ci fanno capire come, anche senza una fusione, la nostra autonomia è ridotta al nulla: amministrare l’ordinario senza poter dare un contributo alla crescita del nostro territorio.

La situazione nel tempo è stata sicuramente aggravata da scelte sbagliate e da incapacità amministrativa, condizione che a Morro d’Alba perdura almeno da venticinque anni, ma al contempo anche Comuni che hanno mostrato un grande dinamismo e che sono stati in grado di uscire dal seminato si trovano nella nostra stessa condizione e nel giro di pochi anni saranno completamente bloccati negli investimenti come noi oggi.

Nei nostri programmi elettorali il primo punto è sempre stato la fusione dei Comuni. Per troppo tempo siamo stati i soli a parlarne ed abbiamo sempre indicato questa opportunità come l’unico modo per superare i problemi e dare un futuro migliore alla nostra popolazione (basta verificare gli interventi effettuati da Franco Fava – dal 2008 – nei Consigli Comunale e dell’Unione dei Comuni e l’assemblea pubblica sulla fusione dei piccoli Comuni da noi organizzata il 29 marzo 2015 nell’auditorium di Santa Teleucania).

Ovviamente abbiamo lavorato per anni sull’ipotesi a tre con i membri dell’Unione (l’amministrazione di Belvedere Ostrense si è sempre opposta in maniera netta), con l’aggiunta di Monsano dopo la parziale apertura degli ultimi otto mesi. Se in tutto questo tempo non si è riusciti ad avviare nemmeno uno studio di fattibilità su questa ipotesi, come possiamo credere che le cose possano cambiare nel prossimo futuro? Quando i nostri concittadini ci vengono a chiedere i motivi per cui si presenta solo la possibilità di fusione per incorporazione con il Comune di Senigallia e non quella con i piccoli Enti limitrofi la risposta è semplice: ad eccezione forse di San Marcello i nostri “vicini di casa” non si sono voluti mai nemmeno sedere attorno ad un tavolo per discuterne (ed il tempo per realizzare la fusione con i vantaggi attuali scade il prossimo 31 dicembre, quindi bisogna salire su questo treno al volo).

Nessun obbligo di legge ci impone questa fusione, anche perché se esistesse non ci sarebbero gli enormi incentivi attuali, ma quest’ultima è utile per il nostro futuro. Per capire a fondo i motivi di tale scelta bisogna prima dare risposta ad un’altra domanda: Senza la fusione cosa succede?

– Morro d’Alba non fallirà ma sicuramente avrà una salute molto, molto precaria. Se qualcuno ha seguito l’approvazione dell’ultimo bilancio consuntivo, si sarà accorto come la nostra Amministrazione ha dovuto sfruttare tutte le opportunità consentite dalla legge per presentare un documento che rispettasse i paletti dati dal patto di stabilità, ed ogni anno si dovranno fare sempre salti mortali più grandi per rientrare in tali vincoli;

– con le imposte e le tasse già oggi ai livelli massimi, l’unica via possibile è quella di ridurre i servizi e gli investimenti (ad oggi massimo 130.000 € all’anno) per mantenere in piedi la struttura comunale. Dovremmo chiederci cosa ci staranno a fare un Sindaco, una Giunta, un Consiglio Comunale quando non saranno più in grado di offrire servizi ai propri concittadini;

– già oggi vediamo la lentezza di intervento anche per le più banali manutenzioni, dettata dalla carenza di fondi e di personale operativo. Due anni per installare un dissuasore di velocità davanti la scuola materna, anni di attesa per i piccoli interventi ai parchi giochi e al decoro del centro storico, etc.. La comunità di Morro d’Alba deve chiedersi se veramente vuole far crescere i propri figli in questo stato e con un trend in peggioramento o vuole provare a svoltare e creare per loro l’ipotesi di un futuro migliore;

– il nostro territorio si sta già svuotando, il trend demografico è in calo, questa è un’aggravante che rischia di velocizzare la riduzione dei servizi collettivi. Una riduzione dei servizi può senza dubbio causare un ulteriore calo della popolazione. Si rischia di innescare un meccanismo che ci porterà ad essere realmente solo un paese dormitorio sulla via di collegamento tra Senigallia e Jesi. E questo a nostro avviso potrà arrestarsi e migliorare in caso di fusione con Senigallia;

– la promozione del nostro vino, che tanto lavoro e turismo porta sul territorio, non può più essere lasciata al solo buon lavoro dei produttori. Essi hanno bisogno di un sostegno forte da parte dell’Amministrazione Comunale sia in termini di iniziative pubblicitarie, sia in termini di servizi per attirare i visitatori. Lo stato attuale delle nostre finanze non consente di dare un contributo efficace a tale scopo, per cui anche una crescita sul filone del Lacrima rischia di essere più lenta di quello che tutti auspichiamo (mentre Senigallia rappresenta un volano promozionale e pubblicitario enorme);

– si dovrà comunque trovare una via per l’aggregazione dei servizi che sia più efficace ed efficiente dell’attuale Unione dei Comuni che, nata il 10 agosto del 2000 come principio di aggregazione per arrivare in 10 anni alla fusione tra i tre Enti, sta fallendo alla sfida del tempo. Ad oggi essa può essere considerata una sovrastruttura che gestisce alcuni servizi in forma associata ma che non consente di prendere decisioni serene, veloci e positive anche sui problemi più banali e con oneri esagerati a carico dei nostri concittadini.

Invitiamo tutti gli elettori di Morro d’Alba e Senigallia ad informarsi ed analizzare bene lo studio di fattibilità che offre tante risposte concrete ai dubbi che giustamente ognuno può nutrire. Noi riteniamo che l’accordo raggiunto sia ottimo sotto ogni profilo per entrambe le parti e le nostre disponibilità per le spese correnti aumenteranno nei prossimi dieci anni di dieci volte nella peggiore delle ipotesi e di venti volte secondo la normativa attuale.

Vorremmo infine concludere con un paio di citazioni. La prima, come scriveva Altiero Spinelli a Ventotene nel 1942: “il mondo si divide tra innovatori e conservatori”; noi siamo dei convinti innovatori e lasciamo al Comitato per il NO il ruolo di soggetto autenticamente conservatore. La seconda, come diceva De Gasperi: “un politico guarda alle prossime elezioni mentre uno statista alle prossime generazioni”; noi non ci sentiamo sicuramente statisti ma il nostro obiettivo non può essere quello di mantenere una poltrona su una barca che affonda, preferiamo bensì essere semplici cittadini di un territorio che torna a correre.

da Franco Fava e Alessio Paolucci
(unici Consiglieri di minoranza del Comune di Morro d’Alba)

Commenti
Ci sono 4 commenti
BlackCat
BlackCat 2016-09-07 11:04:43
Tralasciando le frasi finali, dove il SI viene visto come innovatore e il NO come conservatore (io dico che invece "c'è chi dice NO" spesso è un atto rivoluzionario di fronte a processi che sembrano ineludibili ma che in realtà sono solo spauracchi per il popolino - es. la Brexit"), questo comunicato non incide minimamente su quali sarebbero queste risorse maggiori da poter spendere. Di quanti soldi parliamo? Sono CERTI? Il consigliere comunale Sartini, di Senigallia, ha detto chiaramente che il fondo per l'aggregazione dei comuni è vuoto e ad ora non ci sono ulteriori stanziamenti dello Stato e qualora ci fossero (e la vedo dura con la crisi in atto, il PIL in caduta, la disoccupazione crescente e l'evasione fiscale crescente) ci sarebbero altri "Comuni Aggregati", prima di quello ipotetico tra Senigallia e Morro d'Alba, che ne beneficerebbero. Insomma, qui si parla di una cosa molto fumosa, nessuna certezza ma vi è una spinta scellerata da parte dei soli "amministratori comunali". Senigallia è piena di buche, i parchi pieni di immondizia che straborda dai cestini, mancano i parcheggi... L'unione risolverebbe queste carenze? L'unione abbasserebbe le tasse comunali? Oppure salverebbe solo l'apparato amministrativo burocratico? Domande semplice che potrebbero avere risposte semplici (SI o NO) ma che si raggirano con discorsi privi di autentica razionalità. Il voto può che essere solo che NO fino a che, in soldoni, non si da certezza a questi dubbi.
fra77 2016-09-07 12:35:56
I morresi sceglieranno cosa fare sperando che ambedue le ragioni vengano fatte conoscere.
stefano 2016-09-07 12:52:45
Beh! almeno a questo scritto dei due Consiglieri di Minoranza di Morro d'Alba va riconosciuto il merito di avere alzato (anche se non di molto) il tenore dei contenuti rispetto allo sbrindellato articolo dell'Amministrazione. Una cosa va subito segnalata positivamente :il fatto che i due consiglieri ammettano che la situazione "nel tempo è stata aggravata da scelte sbagliate ed incapacità amministrative". E' una ammissione che gli rende onore anche se Fava è un ex Sindaco e quel rimando ex ante "al perdurare della condizione da oltre venticinque anni" riporta alla espressione leopardiana che "al travaglio usato ciascun in suo pensier farà ritorno".
stefano 2016-09-07 16:28:27
La parte negativa dell’intervento riguarda il taglio “ragionieristico” (forse per deformazione professionale dell’ex Sindaco). Come in una sorta di partita doppia vengono incolonnati da un lato le difficoltà della stesura dei bilanci ( a leggere sembrerebbero vere e proprie acrobazie circensi) con la difficoltà dell’ordinaria gestione di buche stradali , di attrezzature del parco giochi e dall’altro parte vengono incolonnate le risorse finanziarie, ricevute come una cornucopia che decuplica o (addirittura) bi-decuplica le risorse disponibili.
Si dà il caso però che anche a Senigallia (magari velate dietro “le eccellenze”, dietro “le resilienze”) ci sono strade da sistemare , ci sono alberature da potare ( svariate segnalazioni parlano da anni di fronde che entrano dentro le abitazioni private ) , parchi da sistemare, fognature che non reggono l’acqua di prima pioggia. Come si vede è un male comune ( non esiste il Paese dei balocchi) e con la fusione si sommeranno necessità a necessità. Riusciranno i finanziamenti sbandierati a far fronte alle problematiche maggiorate?. Qualche dubbio è lecito porselo.
E poi verrebbe da domandare come mai , quando si parla della rinomata e riconosciuta eccellenza di Morro (La Lacrima) non si è pensato , per la valorizzazione enologico-commerciale, ad un accordo con Jesi e i suoi Castelli , più vicina a Morro per storia –cultura ed economia. Si sceglie invece lo sbocco sul mare, visto come volano “promozionale e pubblicitario” senza guardare il contesto in cui ci si muove. Ad esempio li collegamento tra i due centri che avviene attraverso la via dei Treponzi , una infrastruttura che non è certamente “da selfie”
Resto dell’idea che sia meglio una buona Unione fra Comuni che una Fusione ,a freddo o per incorporazione che sia. A guardare indietro le Fusioni non sono state mai foriere di grandi risultati, i Regi Decreti del 1923 e 1927 che soppressero 3.000 Comuni, addossarono ai nuovi Comuni una pluralità di oneri finanziari che all'aumento quantitativo dei compiti comunali fece riscontro una costante e continua diminuzione qualitativa del grado di autonomia ad essi accordato.
Altri periodi sicuramente, ma che fanno pensare. Chi vivrà ,vedrà.
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