Fusione con Morro d’Alba, l’Amministrazione Cinti sprona concittadini a scelta consapevole
"Impossibile proseguire percorso con Belvedere Ostrense. Quello con Senigallia è condiviso. Non ci si fermi davanti a slogan del no"
L’Amministrazione Comunale di Morro d’Alba il 01/09/2016 ha approvato all’unanimità lo studio di fattibilità della fusione per incorporazione del Comune di Morro d’Alba nel Comune di Senigallia.
Il progetto nasce dalla volontà di questa amministrazione di individuare strategie di governo del territorio che nel lungo periodo possano continuare a garantire servizi ai cittadini, decoro delle proprietà pubbliche (strade, parchi, scuole) e investimenti.
Nella valutazione di queste strategie per anni le varie amministrazioni che si sono succedute hanno investito forze, energie, risorse per costruire qualcosa di duraturo all’Unione dei Comuni di Belvedere Ostrense, Morro d’Alba e San Marcello.
L’Unione tuttavia doveva essere il mezzo per raggiungere il traguardo e non il traguardo stesso. E quel traguardo era la fusione. Da tempo il comune di Morro d’Alba ha proposto questa strada agli altri due enti facenti parte l’unione in modo da poter garantire dignità all’attività amministrativa in termini di servizi e di investimenti. Da tempo la posizione di uno dei comuni, Belvedere Ostrense, è contraria. Nonostante nel tempo si siano reiterati i tentativi di convincimento si è dato atto che con il Comune di Belvedere Ostrense tale percorso non sarà possibile fino alla scadenza del mandato del Sindaco Piccioni nel 2019.
Aspettare, valutare, riflettere. Queste in genere sono le chiavi di lettura del problema di chi non decide o di chi spera che gli altri decidano al posto suo.
Quando parliamo di governare il cambiamento intendiamo proprio questo: anticipare le mosse, prendere le decisioni in un tavolo di discussione e non a seguito di imposizioni.
Citando un economo statunitense [Jim Rohn]: “L’indecisione è la ladra delle opportunità”.
Ed è proprio questo che si è deciso di proporre ai cittadini di Morro d’Alba approvando il documento all’unanimità: un’opportunità. Un’opportunità che non è da accettare per forza, ma perlomeno da valutare.
Lo studio di Fattibilità a nostro avviso è un ottimo risultato che siamo riusciti ad ottenere trattando in modo paritario e consapevole con il Comune di Senigallia. Si sono poste le fondamenta di un progetto che se approvato dai cittadini costituirebbe un modello sostenibile nel lungo periodo. Abbiamo affrontato i temi del rapporto fra Municipio e Comune, dei servizi, degli investimenti e abbiamo trattato e continueremo a lavorare anche sulle tematiche non di stretta competenza delle due amministrazioni.
Non abbiamo ascoltato cosa il comune di Senigallia ha deciso di concederci, abbiamo chiesto e siamo arrivati alla condivisione concretizzando le necessità di un territorio come il nostro.
E’ scritto e la volontà nel portare avanti il progetto secondo quanto scritto nello studio di fattibilità, qualora al referendum vincesse il sì, non è un impengo ma una garanzia. La garanzia data dalle Amministrazioni di Morro d’Alba e Senigallia, dei tecnici comunali e regionali coinvolti, dei cittadini che si sono spesi volontariamente per apportare il proprio contributo.
Ad oggi le voci del “no”, rappresentate dal “Comitato no incorporazione con Senigallia” hanno fatto una serrata propaganda su ipotesi e non su atti concreti. Hanno proposto alla cittadinanza tematiche comuni a tutte le proposte di fusione che questa amministrazione avrebbe potuto valutare: scomparsa giuridica del Comune di Morro d’Alba, insicurezza sull’arrivo degli incentivi, perdita di rappresentanza politica. Hanno enfatizzato temi come l’importanza dell’istituzione di un Municipio riconducendolo al concetto di “frazione” e hanno messo in dubbio che le Amministrazioni di Morro d’Alba e Senigallia si fermino di fronte ad una sconfitta referendaria. Hanno chiesto di decidere prima di valutare il progetto.
L’amministrazione di Morro d’Alba auspica dall’inizio che la scelta al referendum sia una scelta consapevole, non dettata da slogan, che non è possibile semplificare in: “Morro scompare, finisce tutto a Senigallia”.
Il dibattito su quella che potrebbe essere l’evoluzione di un territorio come il nostro fatta con amici, parenti, rappresentanti delle istituzioni è doveroso. Il confronto sano su un tema così importante non crea ferite come dicono ma aiuta a crescere.
Siamo venuti a conoscenza con estremo piacere che anche a Senigallia lo studio di fattibilità è stato approvato con un’ampia maggioranza. Credo che un tema come questo vada oltre la mera opposizione politica fatta all’Amministrazione di turno. Grande esempio di responsabilità, in un momento in cui opporsi sarebbe stata la scelta più facile, è stato dato dai consiglieri di minoranza del comune di Morro d’Alba: Franco Fava e Alessio Paolucci.
L’Amministrazione Comunale di Morro d’Alba
Poichè la nostra Diocesi è interprovinciale e comprende anche comuni della provincia di Pesaro-Urbino, vedrei con favore in questo discorso, comuni come Mondolfo che assieme a Marotta, diventerebbero cittadine satelliti, e Montemarciano. Anche Pesaro città, nel recente passato ha inglobato vari comuni viciniori, portando la sua popolazione a 94.000 abitanti circa. Un particolare esempio è l'Arcidiocesi di Fermo, che comprende oltre a comuni del fermano, ascolano e maceratese. La città di Civitanova Marche ha 40.000 abitanti contro i 37.000 del capoluogo Fermo. Se a livello religioso nessuno grida allo scandalo, credo che a livello civile, sia un buon motivo per razionalizzare le risorse, le spese e offrire servizi integrati ai cittadini. Avere nel nostro caso a titolo di esempio, 4 stazioni ferroviarie (Marotta, Senigallia, Marzocca e Marina), crea il presupposto per una Metropolitana di superficie, integrata con servizi urbani ed interurbani con i comuni dell'entroterra. Tra qualche anno, quando sarà attivata la Regione di Mezzo, tra le Marche, l'Umbria e la Toscana, le attuali Provincie si trasformeranno in territori con nuove connotazioni. Nel nostro piccolo, ci potremmo inventare il Ceminesino, ovvero un'area che parte da Senigallia fino a Fabriano che comprendono i fiumi Cesano, Misa,Nevola ed Esino (Ceminesino) e le rispettive vallate.
Il detto: l'Unione fa la forza, in questo caso è il meglio che si possa desiderare.
Leonardo Maria Conti
Ancora non si è capito bene che cosa stanno tramando, di certo i cittadini lo sapranno a giochi fatti come sempre e come sempre si faranno fregare come allocchi.
Vorrei proprio che i consiglieri di maggioranza e di minoranza (quella tradizionale) che hanno deciso di fare altrettanto a Senigallia ci facessero conoscere quali siano i contenuti di tale documento in cui abbiano ravvisato analoga potenzialità di “garantire servizi ai cittadini, decoro delle proprietà pubbliche (strade, parchi, scuole) e investimenti” che invece vi si trovano ben specificati nei dettagli per Morro d’Alba.
Leggendo l’articolo, in cui l’Amministrazione comunale di Morro d’Alba esprime giudizi negativi sull’indecisione di Belvedere Ostrense ma non dice su cosa si sia arenato il tentativo di fusione con San Marcello, trova conferma la mia opinione a proposito di quale dei due Comuni avrà i maggiori vantaggi derivanti dalla fusione nella frase: “Non abbiamo ascoltato cosa il comune di Senigallia ha deciso di concederci, abbiamo chiesto e siamo arrivati alla condivisione concretizzando le necessità di un territorio come il nostro”.
Spero proprio che quanti a Senigallia non hanno votato favorevolmente a quello studio di fattibilità si adoperino compatti, almeno, affinché i cittadini senigalliesi esprimano in massa la loro convinta opinione, previa informazione sui reali contenuti e sulle effettive conseguenze di una vittoria del sì al referendum del prossimo 23 ottobre.
Pertanto gli amministratori di Morro d’Alba , con questo argomentare annaspante che non dice nulla , hanno perso una grossa occasione per mettere sul tavolo argomentazioni solide e convincenti a sostegno del progetto di Fusione con Senigallia . L’unica cosa che emerge, l’unica che viene detta senza paludamenti, è che un’altra ipotesi è da scartare per colpa di un Sindaco , di cui viene fatto anche il nome ( lo trovo scorretto ed inelegante) , che sarebbe il vero e unico Belzebù della situazione e che fino al 2019 alzerebbe i ponti elevatoi su qualsiasi progetto innovativo. Antipatia personale o divergenze e distanze politiche?
Ad esempio gli amministratori morresi , dal momento che nel discorso finale dell’ultima assemblea consiliare il Sindaco di Senigallia ha detto che né la Provincia né la Regione possono permettersi di perdere Morro d’Alba, avrebbero potuto chiarire -e quindi mettere sull’avviso, in quale cavità carsica finirebbe il paese o in quale acido verrebbe disciolto se passa “l’orda del NO”.
Avrebbero anche potuto e dovuto chiarire, dal momento che sempre il Sindaco di Senigallia ha ammonito che in tutti i paesi dove è prevalso il NO è arrivato poi il Prefetto (una velata minaccia?), che Morro d’Alba si trova in una situazione diversa e dove certi pericoli sono da accantonare, .in tal senso tranquillizzando i concittadini.
Avrebbero potuto chiarire quali solo le affinità elettive con Senigallia che avvalorano e consolidano questa scelta di progetto e che vengono a rendere remota ogni crisi di rigetto.
Molte cose potevano essere dette e non sono state dette. Si resta in attesa di scritti migliori, (oltre che di tempi migliori) per cambiare idea.
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