Sedici favorevoli, due contrari, tre astenuti. E’ il netto risultato della votazione avvenuta il 2 settembre, in Consiglio Comunale a Senigallia, sull’atto che propone la fusione per incorporazione con il Comune di Morro d’Alba e che porterà all’indizione di un referendum consultivo.

Il sì è arrivato non solo dalla maggioranza, ma anche da esponenti dell’opposizione come Maurizio Perini, Luigi Rebecchini e Roberto Paradisi. Quest’ultimo, in particolare, ha per ottenuto che lo studio di fattibilità passi nuovamente in Commissione Consiliare per approfondire alcuni aspetti della procedura di fusione tra i Comuni. Si sono espressi contro la fusione Stefania Martinangeli e Giorgio Sartini, che avrebbe voluto votare dopo l’approfondimento in Commissione.

Già nel suo intervento in Consiglio, il sindaco Maurizio Mangialardi parla di grande occasione per i due enti: quella di andare ad attingere a finanziamenti che lo Stato verserebbe per dieci anni nelle casse dei Comuni che si andrebbero a fondere. Si tratta di due milioni di euro all’anno, che Senigallia e quella che diventerebbe la municipalità di Morro d’Alba andrebbero a dividersi.

Successivamente ai nuovi passaggi in Commissione, l’iter per la fusione dovrà passare da un referendum consultivo tra i cittadini di Senigallia e Morro d’Alba, che dovrebbe tenersi il 23 ottobre 2016: forse lo scoglio più arduo da superare, come hanno insegnato i recenti e brucianti “No” raccolti dalle proposte di fusione tra Pesaro e Mombaroccio e Urbino e Tavoleto. In entrambi quei casi è stata la popolazione del comune più piccolo a bloccare il processo.