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Incendio doloso al “Quindi? Caffè”, il 28enne agli arresti domiciliari

Il giovane pugliese denunciato dai Carabinieri per i fatti del marzo scorso era a Senigallia nonostante il divieto imposto dal giudice

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Le immagini dell'incendio doloso appiccato al "Quindi? Caffè" in via Pierelli a Senigallia

Arresti domiciliari per il 28enne, originario di San Severo (Foggia), indagato per l’incendio doloso dello scorso 3 marzo al “Quindi? Caffè” di via Pierelli a Senigallia. Il giovane, gravemente indiziato del reato di danneggiamento seguito da incendio aggravato, nonostante fosse sottoposto al divieto di dimora a Senigallia e obbligato a dimorare nel comune di San Severo, ha trasgredito entrambe le misure impostegli dal giudice.

E’ stato infatti notato a Senigallia in varie date, fino al 17 agosto, quando il GIP – su segnalazione dei Carabinieri – ha ritenuto indispensabile applicare la misura degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.

Come si ricorderà, nella notte tra mercoledì 2 e giovedì 3 marzo 2016 era divampato un incendio davanti al bar di via Pierelli che aveva coinvolto una Jeep Cherokee di un residente, parcheggiata nei pressi dell’ingresso del bar.
Le immagini dell'incendio doloso appiccato al "Quindi? Caffè" e a un'auto in via Pierelli a SenigalliaIl sopralluogo di pompieri e carabinieri aveva permesso di rinvenire due flaconi con residui di benzina e di visionare le immagini di sorveglianza dove si vedeva un giovane a volto coperto appiccare il fuoco in più punti nell’area esterna del bar. Interessate dalle fiamme, infatti, erano state l’autovettura di un senigalliese estraneo ai fatti, il gazebo e lo zerbino di ingresso del bar. Immediatamente i sospetti sono ricaduti su un giovane con cui i titolari avevano avuto un battibecco la sera del 2 marzo, poiché infastidiva alcuni clienti. Dopo l’invito ad allontanarsi, a cui aveva risposto con pugni e danneggiando sgabelli e altri beni, se n’era andato prima dell’arrivo della forze dell’ordine. Intorno alle ore 3:00, era tornato però sul posto con il volto camuffato, per dare fuoco al bar, riuscendo a danneggiare in realtà solo marginalmente il locale e più gravemente la vettura.

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