Buona Scuola, domande discriminatorie durante i colloqui per la chiamata diretta
Alle insegnanti chieste informazioni su figli, gravidanze, aspettative e possibili trasferimenti: la denuncia dei sindacati
Domande discriminatorie su famiglia, figli e aspettative ai colloqui tra dirigenti scolastici e insegnanti per la cosiddetta “chiamata diretta“. E’ quanto denunciano le segreterie di Cisl e Uil scuola delle Marche attraverso una lettera aperta in cui viene messa in evidenza “l’ennesima discriminazione” generata dall’entrata in vigore della Buona Scuola.
Della vicenda si è interessata la deputata senigalliese di “Possibile” Beatrice Brignone che ha chiamato in causa il ministro dell’istruzione Stefania Giannini perché “verifichi immediatamente con tutti i mezzi in suo possesso quanto denunciato dai sindacati“.
Secondo alcune testimonianze di giovani insegnanti, convocate dai dirigenti scolastici per la procedura di chiamata diretta, il colloquio si sarebbe svolto all’insegna di domande sui figli piccoli, sulla volontà di prendere un’aspettativa in caso di gravidanza o sulla richiesta di assegnazione per avvicinarsi a casa.
“Domande assolutamente inopportune e discriminatorie che mettono in evidenza ancora di più quanto La Buona Scuola sia dannosa e arretrata” dichiara Brignone. “E’ chiaro che una risposta affermativa delle insegnanti su gravidanze o figli piccoli potrebbe incidere sulla scelta del dirigente. Ci troviamo in presenza di un arretramento in termini di diritti dei lavoratori che non ha precedenti e che fa emergere nel pubblico impiego pratiche che appartenevano fin’ora solo ad ambiti strettamente privati. Questo è il risultato di chi concepisce la scuola pubblica come un’azienda e non come il luogo fondamentale della formazione e dell’educazione alla diversità e anche alla parità di genere“.
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