L’intimo è mio e lo gestisce la cooperativa
Girolametti e Ramazzotti impongono il modello di asilo coreano: pannolini collettivi obbligatori per i bimbi, lavati da una coop
Ci mancava questa che sembra una barzelletta estiva: l’assessore entra a gamba tesa nelle mutande. Questione di “ambiente”, dicono loro. Questione ideologica e surreale, in verità. I fatti. Due assessori, forse fulminati dai calori estivi, stanno lanciando una campagna tanto assurda quanto inquietante.
Vogliono costringere i nostri bambini negli asili “Mimose”, “Prato Verde” e “Cannella” ad usare un pannolone collettivo lavabile, fornito dal Comune, cercando di impedire il libero utilizzo dei tradizionali pannolini. Insomma, toccano l’intimo dei nostri bambini.
La nuova frontiera del pubblico che entra nelle mutande dei bimbi e impone l’intimo riciclabile (con una promiscuità da brividi) ai nostri figli si chiama “Progetto lavabile è sano”. Gli assessori Girolametti (Città Futura) e Ramazzotti (PD), in nome della “riduzione dei rifiuti”, vogliono arrivare ad impedire il libero e legittimo uso dei pannolini usa e getta fornendo promiscuamente pannolini lavabili (non assorbenti) che poi verranno lavati e riconsegnati a caso ai bimbi. Oggi il pannolone della coop a me, domani a te. Dai “collettivi operai” ai “collettivi riciclabili”.
Un modello coreano pensato per l’intimo infantile. Ovviamente, a gestire il progetto surreale saranno due cooperative: una locale (che ha lanciato l’iniziativa e che dovrebbe fornire i pannolini a carico solo inizialmente delle finanze pubbliche con una spesa iniziale di 5.200 euro) ed una bolognese. E già perché l’importante è diminuire i rifiuti e poco importa se ogni santo giorno un furgoncino dovrà fare il giro degli asili nido della Spiaggia di Velluto, raccogliere i pannolini sporchi e portarli in Romagna alla Cooperativa bolognese (ma guarda un po’!) “I quattro Castelli”. Perché l’importante è riciclare l’intimo, che importa alle teste pensanti del riciclaggio di inquinare per quasi 300 giorni all’anno l’ambiente facendo viaggiare i pannolini per 360 chilometri per più volte a settimana!
Ma quel che più sconcerta è che di fronte all’autentica sollevazione dei genitori che rivendicano il diritto di gestire liberamente l’intimo dei propri bambini senza appaltarlo al Comune e alle cooperative (un sondaggio realizzato dallo stesso Comune ha rilevato che oltre il 90% dei genitori si è detto contrario allo scellerato progetto), l’Amministrazione ha deciso di andare avanti lo stesso.
La contrarietà dei genitori, di fronte alle coop che avanzano dentro le mutande, è fatto di nessun rilievo per lorsignori. Attenzione: non è una bufala estiva. E’ la cruda verità che riesce a superare ogni più morbosa e fervida fantasia. Vanno fermati subito. Almeno sulla soglia delle mutande.
X @ Seldon. Che mondo lasciamo ai nostri figli? L'inquinamento da gas di scarico di un pulmino che va tutti i giorni da Senigallia all'Emilia Romagna dove lo mettiamo? E poi, chi garantisce che queste cooperative igienizzano bene questi pannolini? Poi,cosa ne riviene in termini di costi e benefici? Spiegatelo! Il mondo ai nostri figli li si lascia male non x colpa dei pannolini ma x una politica assente sui rifiuti.
La soluzione semplice: i genitori come hanno sempre fatto acquisteranno pannolini e se vogliono acquisteranno quelli lavabili che laveranno nelle proprie case, in tutta sicurezza.
Concludo dicendo che i bambini non son proprietà di politicanti e nessun può decidere come o cosa devono indossare.
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