Un allenatore senigalliese con gli Usa alle Olimpiadi di Rio: Massimo Costantini
L'INTERVISTA all'ex campione, ormai lanciatissimo nella sua carriera da tecnico
Un senigalliese alla conquista dell’America, passando per Rio de Janeiro. Il nome di Massimo Costantini è ormai sinonimo di successo non soltanto dalla nostra parte del globo: dopo essersi stato il più grande pongista italiano di tutti i tempi (8 titoli italiani nel singolo e 452 presenze in nazionale, a lungo record di tutti gli sport, solo per citare un paio di dati), Costantini sta riuscendo nell’impresa di eguagliare anche da tecnico la sua straordinaria carriera da giocatore.
Nelle scorse settimane il coach senigalliese, classe 1958, è stato scelto dal Comitato Olimpico statunitense come tecnico della nazionale a stelle e strisce che parteciperà alle Olimpiadi di Rio, al via il 5 agosto. Per l’allenatore giramondo, da cinque anni in California dove allena l’ICC di Milpitas dopo aver guidato in precedenza sia la nazionale degli Emirati Arabi che quella indiana, si tratta di un altro top spin vincente.
Quando lo sentiamo telefonicamente da San Josè, dove vive, l’emozione del tecnico è ben percepibile.
Allora Costantini, se lo aspettava?
“No, affatto. Si il mio lavoro negli Usa è stato sempre apprezzato (due volte coach dell’anno), ma essere scelto come tecnico della nazionale per le Olimpiadi (in gergo pongistico, team leader), è qualcosa di ancora più grande. I candidati non mancavano: è una grande soddisfazione”.
Terza Olimpiade dopo quelle del 1988 (Seoul, da giocatore) e 2004 (Atene, da Ct dell’Italia). Differenze?
“Indubbiamente. In Corea avevo 30 anni e fu già un traguardo storico esserci (primo italiano a farcela), in Grecia guidavo la nazionale. Vivere il villaggio olimpico dà sempre sensazioni straordinarie, ma stavolta rappresento un grande paese come gli Usa, dove la selezione è durissima. Solo a pensare al ricevimento di tecnici e atleti alla Casa Bianca, tradizione americana, vengono i brividi”.
Costantini sarà presente già alla cerimonia d’apertura, poi l’attenzione sarà tutta per le gare.
Con quali obiettivi?
“Gli Stati Uniti hanno fatto grandi progressi negli ultimi anni, ma è chiaro che non sono ancora una potenza. La gara a squadre sarà dura perché avremo una testa di serie come avversario. Vedo più speranze di passare turni nel singolo”.
Mentre Costantini coglie trionfi oltreoceano, l’Italia nel tennistavolo è desolatamente assente a Rio. Forse per un rilancio c’è bisogno del suo ritorno?
“Beh, a Senigallia c’è la mia famiglia, è chiaro che prima o poi mi piacerebbe rientrare, ma fino ad ora non si sono verificate le condizioni. Ora penso soprattutto a Rio e a fare il mio lavoro, con grande serenità ma altrettanta determinazione”.
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