Senigallia: l’Associazione di Storia Contemporanea chiude la sede per protesta
Annullate anche tutte le iniziative già programmate. Al sindaco: "la conoscenza della storia lascia molto a desiderare..."
L’Associazione di Storia Contemporanea, criticando risolutamente le ultime affermazioni del primo cittadino – secondo cui l’inaugurazione della nuova piazza contenente gli stemmi degli autocrati sarebbe uno dei più importanti eventi degli ultimi 50 anni!!! La conoscenza della storia cittadina lascia molto a desiderare… –, annuncia 40 giorni di PROTESTA nel corso dei quali si asterrà da ogni tipo di attività pubblica.
La Sede di via Chiostergi rimarrà chiusa così come chiusi, in segno di protesta, restarono i negozi e le botteghe di Senigallia il giorno dell’esecuzione di Girolamo Simoncelli (2 ottobre 1852), il martire laico ingiustamente fucilato, con il piombo mercenario svizzero, da Giovanni Maria Mastai Ferretti, il papa-re più discusso della storia contemporanea. Conseguentemente, tutti gli impegni presi dall’ASC e quelli in corso d’opera sono annullati.
Una nota associativa recita: “Questa mancanza di senso storico, anzi questa offesa alle tradizioni laiche e democratiche della nostra città deve continuare in forme civili e costruttive. Così abbiamo deciso, una volta compiute le iniziative del 24 e del 26 luglio, di astenerci da qualsiasi altra attività, compresa la partecipazione alle celebrazioni del 4 agosto, anniversario della Liberazione di Senigallia”.
Intanto venerdì sera 22 luglio (nelle foto) moltissimi cittadini hanno partecipato allo spettacolo di Canti popolari che è andato in scena all’Auditorium S. Rocco grazie all’Associazione “Non canto per cantare”. Antonella Vento (voce), Paola Pancotti (flauto), Claudio Mercanti (violino) e Daniele Streccioni (fisarmonica) hanno eseguito in maniera impeccabile brani tratti dalla tradizione garibaldina e popolare, intervallati da letture di poesie di Giuseppe Gioacchino Belli ad opera di Mauro Pierfederici, che ha presentato la serata. Un doppio bis è stato simbolicamente eseguito con le porte aperte dell’Auditorium.
Anche Alessandro D’Alessandro e Marco Severini, rispettivamente presidente del Centro Cooperativo Mazziniano e dell’Associazione di Storia Contemporanea, hanno portato una loro breve testimonianza. Il consigliere Pierfederici ha affermato: “Gli stemmi papali sono simboli di uno stato autocratico: e l’autocrazia in tempi di Repubblica democratica non va affatto bene”.
È seguito un simpatico e colloquiale dopo-cena, offerto dalle Associazioni di protesta. Appuntamento, ora, dopo le Lettere di un condannato a morte dal papa-re (domenica 24 luglio, ore 21.15, presso l’Area Archeologica La Fenice), il Dialogo sulla democrazia che, in contemporanea con l’inaugurazione di piazza Garibaldi, andrà in scena presso il Cippo al patriota Simoncelli, martedì 26 luglio, alle ore 21.30: quest’ultima iniziativa sarà completamente gestita da cittadine e cittadini anelanti una vera democrazia.
Dagli Organizzatori
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