Don Cionchi: “gli stemmi giusto riconoscimento del Comune di Senigallia”
"La polemica è solo terrorismo ideologico, Garibaldi era un ladro e un assassino"
Martedì 26 luglio 2016, alle ore 21, sarà inaugurata la rimodulazione radicale di piazza Garibaldi. Probabilmente è l’unica piazza al mondo con due stemmi di Papi: di Pio IX (Papa Mastai) e di Benedetto XIV (Papa Lambertini), giusto e doveroso riconoscimento da parte della Pubblica Amministrazione e della cittadinanza per il contributo storicamente unico dei due Papi al progresso e al benessere della città.
Inoltre, “Piazza Garibaldi ritrovata, è il più importante intervento pubblico nel Comune di Senigallia degli ultimi cinquant’anni” (Mangialardi sindaco).
Con l’obiettivo di alfabetizzare non solo i senigalliesi e i cittadini dell’hinterland, ma i turisti e i visitatori di oggi e di domani, don Giuseppe Cionchi (gcionchi@libero.it), che si considera il “decano” dei giornalisti senigalliesi, offre il seguente materiale illustrativo (da utilizzare “ad libitum”, anche con richieste via mail) che comprende:
– la polemica: “Terrorismo ideologico?”
– la descrizione dei due stemmi;
– alcuni cenni biografici dei due Papi;
– l’intervista di d. Giuseppe Cionchi (gicionchi@libero.it) al nuovo Postulatore per la causa di canonizzazione del beato Pio IX (beatificato da Giovanni Paolo II, il 3 settembre 2000).
-La polemica: “Terrorismo ideologico?”
Le contromanifestazioni programmate da i “dissidenti” per il 24, 25 e il 26 luglio. Per il 24 luglio, ore 21.30, al S.Rocco, l’associazione “Non Canto per Cantare” presenta “Canti popolari”; mentre, domenica 25, alle ore 21.15 presso l’area archeologica La Fenice, sarà letta“Lettera di un condannato a morte dal papa-re”, con l’attore Alessio Messersì, presentato da Mauro Pierfederici; invece, martedì 26, alle ore 21.30, presso il cippo Simoncelli, ci sarà “Il dialogo sulla democrazia” gestito da varie personalità.
In definitiva, tutto ruota intorno al caso Simoncelli (e la grazia da parte di Pio IX) e altri simili “personaggi”che – per dirla con il linguaggio attuale usato per l’Isis – erano “terroristi” con la fede “incrollabile” e solo nella violenza perpetrata dalle vari sètte degli “Ammazzarelli”, “Accoltellatori”, “Sanguinaria” e simili…
Non si capisce, pertanto, perché – eliminando il “terrorismo ideologico”, per cui chi uccide, ma è dalla parte dei vincitori, è un eroe; mentre chi uccide, ma è dalla parte dei vinti, è un traditore!- la coppia Messersì-Pierfederici non legge la “lettera di un condannato a morte” da parte di Garibaldi di un proletario di Bronte, dove Garibaldi “fece giustiziare i “comunisti” nella tenuta Nelson a Bronte. Questo fu il prezzo che i proprietari terrieri richiesero in cambio del loro appoggio” a Garibaldi (D.M.Smith, Storia d’Italia, Laterza, Bari, 1965, 1°, p. 71). Dunque, Garibaldi è assassino (oltreché ladro sia al Banco di Sicilia che a quello di Napoli!), per non perdere i finanziamenti dei ricchi proprietari terrieri per le sue escursioni guerresche che sono tante; anche troppe e sempre con il culto della guerra e della violenza come soluzione ai problemi dei Savoia, non degli italiani e dei “proletari” usati come “carica di cannone” (Cantù), solo per il potere dei Savoia, con una serie di guerre che hanno insanguinato la storia d’Italia con “una montagna di cadaveri” (come ha visto il nonno di Papa Francesco) ovviamente di “proletari”: baionettati, sfruttati, affamati, terrorizzati, fucilati, gasati, mutilati… perché “ridotti eran cose” come dice il Pascoli degli schiavi di Roma!
Ecco perché quando Pio IX dichiara “NO WAR”, “Mai la guerra”…fratricida contro l’Austria, i vampiri/sanguinari/ massoni/anticlericali/guerrafondai…gridano “Pio IX ci ha traditi”, e il Papa è costretto a fare l’eroica e santa fuga a Gaeta!.
Pio IX e la grazia a Gerolamo Simoncelli
Per comprendere il problema, oltre ogni forma di “terrorismo ideologico”, citiamo una fonte non sospetta.
“La drammaticità della situazione lo spinse per la prima volta a tenere in considerazione i consigli del fratello e della fidanzata, che in una delle loro ultime rarissime visite lo supplicavano di tentare la disperata via dell’evasione dal carcere. Infatti, nonostante il gran numero di guardie che avevano il compito di controllare il Simoncelli, pare che almeno una di queste, un sergente ungherese nutriva un sincero senso di amicizia per Simoncelli e che all’occorrenza gli avrebbe potuto dare aiuto in caso di fuga. Quando ormai tutto sembrava pronto per il disperato gesto, il tentativo di fuga fu abortito poiché il Simoncelli per bocca dei suoi cari (nell’ultima visita che essi gli fecero) venne a conoscenza che Pio IX gli aveva concesso la grazia…Si pensi che anche Teresa Mastai Giraldi, sorella di Pio IX, scrisse una lettera di supplica in favore di Simoncelli…E proprio in una lettera del Benedetti dell’aprile del 1852 si legge che …egli aveva saputo da persona sicura che il Papa aveva fatto la grazia della vita al Simoncelli. Ecco perché quando il Simoncelli seppe di questa notizia, non volle più evadere dal carcere di Pesaro: finalmente a suo parere giustizia era stata fatta. Purtroppo le cose non andarono così: quando nella terribile sera del primo di ottobre 1852 gli fu letta la sentenza, egli non poté trattenere sdegno, rabbia e lacrime. Fu fucilato insieme con altri tre condannati il 2 ottobre 1852 alle dieci e un quarto. Tra il 28 settembre e il 2 ottobre furono ventiquattro i condannati a morte solo nella città di Senigallia; di lì a pochi giorni iniziarono le esecuzioni ad Ancona e un mese più tardi si autorizzò anche quelle della provincia di Pesaro e Urbino” (Luca Guazzati, La Massoneria nella provincia di Ancona, Pixel editore, Ancona 2015, pp.83-84).
Altra testimonianza è quella di mons. Cerruti, vicario del card. Lucciardi, il quale – dopo una visita a Roma – scrive a Carlotta Sassetti: “Se ho da credere ai miei occhi, la vita del Simoncelli è salva” (Luisa Rogorini Squarcia, Nonno Fedele e la Compagnia degli Ammazzarelli, Edizioni Villadiseriane, 2012, p.60).
Perché la grazia non arrivò in tempo, anche se il card. Lucciardi fece ritardare l’esecuzione, rimane un segreto della storia ancora da esplorare.
Ma il “terrorismo ideologico” è tanto forte che lo stesso Guazzati, nonostante le affermazioni del suo libro di cui sopra, a p. 9, scrive che Pio IX “rifiuta la grazia a Girolamo Simoncelli incarcerato”. E’ un falso storico smentito dallo stesso Guazzati e dal Simoncelli che non ha voluto fuggire dal carcere perché “certo”della grazia di Pio IX.
Da Giuseppe Cionchi
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