Donne profughe e migranti, concluso il seminario a Senigallia
Tra violenza nei propri paesi e dis-accoglienza in terra straniera, la donna è spesso una doppia vittima
Si è concluso con una grande partecipazione e numerosi interventi dello SPRAR, del Network italiano delle città interculturali (di cui Senigallia è membro), di medici, docenti universitari, professionisti del settore sanitario e sociale ed esperti di migrazioni, il convegno dal titolo “Disuguaglianza nelle disuguaglianze. La donna profuga e migrante: aspetti medici, sociali e psicologici“, organizzato da SIMM (Società italiana di medicina delle migrazioni), GRIS Marche (Gruppo Regionale Immigrazione Salute) e Caritas di Senigallia, ente gestore del progetto SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).
Il seminario, durato due giorni e iniziato il 20 giugno, Giornata mondiale del rifugiato, ha visto una discussione aperta e costruttiva sui temi quanto mai attuali e scottanti dei flussi migratori e di chi fa richiesta per ottenere lo status di rifugiato, con attenzione speciale alla donna, vittima doppia di abusi e di violenza, dalla sua partenza coatta dal Paese d’origine fino allo sbarco in un Paese dove spesso si trova nuovamente violata nella sua dignità e sfruttata.
Grande presenza di medici, operatori dei servizi socio sanitari e di enti di accoglienza del territorio regionale e nazionale, i quali si trovano quotidianamente a dare cura ai migranti, quasi sempre, almeno da qualche anno a questa parte, senza la presenza di un mediatore culturale, che rappresenterebbe una figura di svolta nella gestione delle dinamiche relazionali degli operatori e degli immigrati.
Senigallia, città di lunga storia di accoglienza e integrazione, sta operando nella giusta direzione per trovare soluzioni etiche e pratiche a un fenomeno che, come hanno ricordato il sindaco Mangialardi e l’assessore ai Servizi alla persona Girolametti, è comunque in calo nella nostra città e nel Paese (negli ultimi anni l’ingresso di immigrati nelle Marche è diminuito di 500 persone all’anno). Grazie allo SPRAR il tortuoso percorso di molti rifugiati politici sta evolvendo verso un’integrazione più reale (non dimenticando che l’asilo è un diritto), si stanno percorrendo soluzioni condivise e soprattutto si sta muovendo la comunità verso un approccio nuovo, che parla di “noi” e non di “loro”.
Molti anche i rappresentanti istituzionali intervenuti al convegno: il sindaco, il direttore dell’Area vasta 2, il presidente dell’Ordine regionale dei medici, e poi i rappresentanti della Regione e della Commissione regionale Pari opportunità, Fabrizio Volpini, i rappresentanti del Network delle città interculturali, gli assessori ai Servizi sociali di Senigallia Carlo Girolametti e di Fano, Marina Bargnesi.
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