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Alluvione: il Comune rifiuta di attivare le polizze

Paradisi: "Solo la Provincia si è cautelata aprendo le posizioni per il risarcimento dei danni con la propria compagnia"

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L'alluvione di Senigallia: 3 maggio 2014

L’Amministrazione comunale di Senigallia non intende attivare le proprie polizze assicurative, nemmeno in via cautelativa, in riferimento ai danni provocati dall’alluvione del 3 maggio 2014.

A fronte delle richieste di messa in mora e risarcimento dei danni inviate dal sottoscritto difensore – che assiste diversi cittadini che avevano aderito al Comitato spontaneo alluvionati riunitosi a San Rocco il 13 giugno 2014 – il Comune di Senigallia ha fatto blocco mettendo peraltro a rischio le stesse casse comunali (non attivare nemmeno in via cautelativa la polizza significa rischiare direttamente con i soldi dei cittadini).

Solo la Provincia di Ancona ha attivato le proprie polizze con la compagnia “Generali Ina Assitalia” aprendo di fatto diverse posizioni in ordine al possibile risarcimento dei danni.

Quella dell’Amministrazione comunale, con lettera firmata direttamente dal sindaco, è una posizione francamente incomprensibile e preoccupante. Per questo occorre invitare immediatamente l’Amministrazione ad un ripensamento.

Al di là infatti delle responsabilità che sono in corso di accertamento da parte della Procura della Repubblica, un ente pubblico ha comunque il dovere di cautelare se stesso e i propri cittadini non incorrendo in decadenze nei confronti delle compagnie assicurative.

Quanto poi alle affermazioni del sindaco, contenute nelle missive di risposta, in ordine alla presunta mancanza di ogni responsabilità in capo al Comune, anche in considerazione della non vera circostanza secondo la quale – a detta del sindaco – l’Amministrazione non avrebbe ricevuto fino alla ore 7 della mattina del 3 maggio “nessun elemento informativo né formale né informale né istituzionale rispetto alla situazione dello stato dei fiumi e dei fossi”, occorre precisare che trattasi di affermazioni avventate.

Intanto il giorno prima era stato diramato un avviso di criticità idrogeologica regionale (avviso n° 5) con validità dalle ore 00,00 del 3 maggio fino alle 23,59 del 4 maggio. E ancora: già alle ore 6 del 3 maggio a Bettolelle il livello dell’acqua era pari a 4,45 metri (soglia che avrebbe già dovuto far scattare il pre-allarme che non è stato dato).

Inoltre, è fatto pacifico che, una volta tracimato il fiume, l’Amministrazione comunale ha omesso di avvisare le popolazione di quelle zone a valle dell’esondazione in cui era evidente che l’acqua sarebbe arrivata nel giro di poche ore. Questa del ritardato allarme e, addirittura, dell’omesso allarme in alcune zone (oltre ad altre criticità pesanti come il Percorrimisa o la questione del Pai ad esempio ma non solo) è certamente il punto più debole e critico dell’operato dell’Amministrazione comunale.

Un “buco nero” nella organizzazione della difesa della cittadinanza che non può essere né sottovalutato né taciuto e che potrebbe rappresentare – già da solo – motivo valido per veder riconosciuti dei risarcimenti. Preoccupa l’ennesima leggerezza dell’Amministrazione che auto-assolvendo se stessa rifiuta perfino la via cautelativa dell’apertura delle polizze privando i cittadini di un canale certo di possibile risarcimento.

da Avv. Roberto Paradisi

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