“E questa sarebbe la trasparenza nella gestione dei soldi pubblici comunali?”
Il Piano, approvato con la deliberazione del Consiglio comunale contiene lacune ed irregolarità accertate dall’organo di controllo
E’ stata una sorpresa negativa leggere il giudizio della Sezione Regionale di controllo per le Marche della Corte dei Conti la quale, con la propria deliberazione n. 97/2016/VSG (allegato 1), ha analizzato il piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate e art. 1/611°co. e ss. L. n. 190/2014 del Comune di Senigallia.
Il Piano, approvato con la deliberazione del Consiglio comunale n. 197 del 31/03/2015 e trasmesso alla Sezione della Corte dei Conti il 19/06/2015, contiene lacune ed irregolarità accertate dall’organo di controllo.
Ed il giudizio della Corte dei Conti è impietoso anche e soprattutto in nome di quella trasparenza tanto evocata dal Sindaco ma in questo non applicata fino in fondo. In quattordici pagine, l’organo di controllo passa al setaccio il Piano comunale ed accerta
che lo stesso:
– non prevede alcune partecipazioni indirette (pag. 7 deliberazione),
– non specifica le modalità, i tempi di attuazione e l’esposizione in dettaglio dei
risparmi da conseguire dal processo di razionalizzazione (pag. 8 deliberazione);
– per ogni società partecipata dal Comune di Senigallia inoltre la Corte dei Conti
accerta che:
o non è stata effettuata una specifica valutazione circa l’indispensabilità delle partecipazioni societarie rispetto alle finalità istituzionali (pag. 8 deliberazione);
o il Comune di Senigallia non ha dato atto dell’eventuale presenza di società composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore a quello dei dipendenti (pag. 9 deliberazione);
o non è stata espressamente valutata l’esistenza di società che svolgano attività analoghe (pag. 11 deliberazione);
o nel piano non è stata valutata la possibilità di aggregazione di società di servizi pubblici locali di rilevanza economica (pag. 11 deliberazione);
In un periodo in cui le tasse comunali sono state innalzate al massimo consentito per legge, ad eccezione stranamente delle aliquote T.A.S.I. per gli immobili di pregio (ville, edifici signorili, castelli), la cosa che più mi ha colpito è stato questo rilievo:
o il piano, non offrendo un’analisi dei costi e delle possibili azioni di contenimento, per tutte le società partecipate, non adempie al previsto e auspicabile obiettivo di riduzione dei costi di funzionamento (pag. 11 deliberazione);
Come dire, oltre a non rispettare la trasparenza imposta per legge, il Comune chiede ai cittadini sacrifici facendo pagare le aliquote più alte previste ma allo stesso tempo non attua una politica virtuosa volta al risparmio ed alla gestione oculata dei soldi pubblici.
Visti i rilievi mossi dall’organo di controllo, ho depositato l’interpellanza allegata (allegato 2), rivolgendo al Sindaco una serie di domande.
In particolare, visto e considerato che il piano criticato dalla Corte dei Conti è metro di valutazione del dirigente al fine della quantificazione della retribuzione di risultato, attendo di sapere chi sia il dirigente responsabile e se sia intenzione dell’Amministrazione tener conto dei gravi rilievi per non assegnare – come sembrerebbe esser avvenuto in passato – il massimo della retribuzione di risultato.
Visto che si tratta di soldi pubblici, la Città attende risposte precise e puntuali.
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