Il direttore del Musinf Bugatti risponde alle critiche di Smargiassi
"Falso dire che l'ascensore del museo non funzionava: la invito a correggersi subito"
“Per il motivo ovvio che è sempre meglio essere ricchi che poveri di mezzi e strutture condivido quello che dice Smargiassi sulla maturata fatiscenza e inadeguatezza della struttura museale di Via Pisacane. Infatti – spiega il prof. Bugatti – è noto a tutti che, come fondatore del Museo ho condotto e sto ancora conducendo una lunga e difficile battaglia perché il Musinf venga trasferito dalla vecchia sede nei più vasti spazi della nuova sede al Palazzo dl Duca”.
Da anni ripeto che la vecchia sede è divenuta inadatta per spazi, strutture e servizi, mentre però ne è cresciuto l’uso come sede di attività didattiche e culturali. A tutti, specialmente a me che lo ho fondato, – spiega il prof. Bugatti – piacerebbe avere subito un museo dotato di strutture, siti, bookshop, costose luci adatte. La situazione economica italiana però è quella che è e nessuno ha la bacchetta magica. I soldi per la cultura sono pochi”.
“Nel caso devo anzi dire – aggiunge il prof. Bugatti – che l’Amministrazione comunale Senigalliese è stata attenta alle richieste ed è stato varato, da un po’ di tempo il piano di trasferimento del Musinf al Palazzo del Duca, dove già siamo riusciti come Museo ad allestire alcune mostre di successo. E’ il caso di quella in atto dedicata a Fosco Maraini. Premessa questa lista di concordanze con Smargiassi – conclude il direttore del Musinf- bisognerebbe aggiungere che se Smargiassi si fosse correttamente informato sarebbe andato al Palazzo del Duca e avrebbe già trovato un decoroso allestimento, tra l’altro positivamente segnalato dalla stampa nazionale. In questo momento stiamo lavorando tutti a testa bassa per ospitare al Palazzo del Duca la mostra internazionale stenopeica in occasione della prossima Notte Europea dei Musei. Anche questo è un grande lavoro, che spero resterà nella storia della fotografia stenopeica italiana. Se avverrà sarà per merito di Massimo Marchini. Non posso chiudere senza precisare – riassume il prof. Bugatti – che quando dico che condivido l’assunto generale di Smargiassi sulle strutture non è che io condivida tutto quello che ha scritto. Personalmente quando ho fondato il Musinf ho già messo in conto che la mia remunerazione sarebbe stata solo quella di essere criticato sia giustamente sia ingiustamente. Mi duole però che Smargiassi, abbia fatto l’assolutamente falsa dichiarazione che l’ascensore del Museo non funzionava. Gli chiedo di rettificarla. Poiché è destinato ai portatori di handicap l’ascensore viene controllato dagli addetti del Museo tutti i giorni. E’ mezzo nuovo e funziona che è una meraviglia. Mi duole poi che Smargiassi abbia inserito strumentalmente tra le foto illustrative del Musinf quelle del corridoio che conduce ai cessi del Museo. Corridoio che evidentemente ospita qualche pacco fuori ordine. Smargiassi, infine, dice di essersi comportato da visitatore. Mi dicono che non ha chiesto nessuna informazione. Il Museo è povero, fatiscente in via di trasferimento però tutti sanno che i visitatori normali, italiani e stranieri, ci si sono sempre trovati bene per via della gentilezza del personale di accoglienza e per via della possibilità di incontrare al museo artisti, musicisti, fotografi, di cui il Museo è luogo incontro. Smargiassi stesso scrive di aver visto un’impiegata che lavorava sodo e sentito le voci di alcune persone che si trovano al Musinf per un incontro, ma se ne è andato senza chiedere niente a nessuno. Peccato per noi, perché, innervosito, ci ha impartito un’abbondante, quanto ingiusta, “manganellatura”. Peccato anche per lui perché tra le persone presenti al Musinf, che non ha salutato né interpellato c’era pure il prof. Stefano Schiavoni, un’artista che è stato anche assessore alla Cultura. Schiavoni avrebbe certo potuto guidarlo nella visita e magari spiegargli che quel giorno al museo si stavano risistemando le opere di Giacomelli e del Gruppo Misa di ritorno dalla mostra di notevole successo all’Orangerie del Museo di Sens, fargli vedere che l’impiegata stava incorniciando le foto appena arrivate da tutta Europa per la prossima mostra sulla fotografia stenopeica. Illustrargli pure che il gruppo fotocopiatrice, computer, video costituisce non uno scandalo visivo, ma un funzionale punto di consultazione per il pubblico delle raccolte fotografiche digitalizzate con tanta fatica e tanto volontariato. Avrebbe potuto accompagnarlo nella mostra ottimamente allestita al Palazzo del Duca, nuova sede del Museo. Insomma se anche Smargiassi ci avesse messo un po’ di pazienza avrebbe scoperto il lavoro ottimo svolto dal Museo, che un centro povero di mezzi ma ricco di presenze e attività culturali, come non ce ne sono poi tanti al mondo. Questo perché a Senigallia, che è una città speciale, c’è la qualità dei fotografi e c’è anche la passione per la fotografia e la voglia di lavorare a gratis per essa”.
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