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Senigallia, pedana per disabili bloccata: la replica dei docenti della Marchetti

"Come si può credere che non abbiamo pensato allo studente disabile?"

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Scorcelletti - Laboratorio analisi, ambulatori specialistici, a Senigallia dal 1977
Pedane di sollevamente per disabili

La referente del progetto di musica svoltosi il 29 aprile, professoressa Paola Pancotti, interviene sul fatto della pedana per disabili non funzionante, verificatosi proprio in quella data, al momento in cui gli studenti della Marchetti stavano partendo per Pesaro in autobus.


La lettera di Paola Pancotti, che riportiamo interamente, riporta alcune riflessioni dei docenti della scuola:
Del tutto superflua ai più ma necessaria per i soliti approfittatori di turno ecco una ulteriore precisazione. L’uscita di cui si parla era un “semplice” viaggio da Senigallia a Pesaro, trentacinque chilometri circa per circa quaranta minuti di viaggio in autostrada (“tutta dritta” come si suol dire). La proposta e il progetto di questa visita d’istruzione è stata regolarmente presentata e votata ad ottobre. Il progetto di cui si parla è “La scuola va a teatro” promosso dall’Orchestra sinfonica Rossini di Pesaro, bellissima proposta rivolta alle scuole con concerti “guidati” in orario scolastico. Al Teatro Rossini è stato espressamente richiesto, più volte anche rischiando di essere eccessivi, tutti i posti in platea (avevamo prenotate le file n 6, 7, 8 – per la cronaca molto comode e del tutto adatte e rispondenti al nostro bisogno), nel foyer del teatro, e quindi all’ingresso, c’è un bagno per disabili del tutto funzionante. Prima del concerto a Teatro per gli alunni era stata predisposta una visita al Conservatorio Statale di musica con attività di ascolto. Il Conservatorio è munito già da tempo di un ascensore funzionante, con personale pronto per accompagnare i ragazzi al piano di sopra, ciò avrebbe reso sicuro l’accesso del ragazzo disabile a tutti gli ambienti insieme ai suoi compagni. Non c’era un aspetto lasciato al caso, e non capisco come si possa solo pensare il contrario anche tenendo conto delle innumerevoli volte che questa uscita è stata realizzata.

La richiesta di un pullman con pedana è stata regolarmente eseguita dalla Dirigente a novembre, con tanto di gara di appalto. Prima di raccontare ancora una volta le disavventure del 29 aprile è necessario sapere anche il perché si è proposta questa uscita a Pesaro con questo programma. Ci sono alunni belli, studiosi e volenterosi, che con facilità e gratificazione apprendono dai libri, dai documenti, da lavori proposti sulla LIM ecc., e alunni altrettanto belli, profondi ma anche complicati talvolta nel percorrere le vie del sapere, che faticano a leggere e ripetere dai libri ma che vedi con gli occhi brillanti solamente entrando nella platea di un teatro d’opera dove non sono mai stati, che passano le mani sopra i velluti morbidi delle poltrone con una principesca soddisfazione e aprono la bocca meravigliati non appena l’orchestra di quasi sessanta elementi che hanno davanti inizia ad accordare gli strumenti  prima dell’esecuzione della “Guida del giovane all’orchestra” di Britten.

Al di fuori dell’orario scolastico diverse alunne ed alunni, disabili e non, dell’Istituto hanno potuto partecipare ad eventi come “Ragazzi all’opera” o “Sinfonica 3.0” a Jesi, a Fano, a Pesaro grazie al lavoro svolto da anni in questa direzione, per non parlare dei nostri ripetuti interventi al Festival della musica Impossibile organizzato dal centro Bignamini di Falconara. Non malgrado, ma in considerazione della presenza di alunni disabili nella classe in questione sono stati realizzati progetti di teatro, musica, laboratori di percussioni, un concerto nella Giornata della memoria e tanto altro;perché dall’esperienza più che dai testi si formasse una conoscenza più profonda e personale.

Ebbene, la mattina del 29 aprile, il pullman, con tanto di pedana, alle 8,15 arriva davanti alla scuola; si sale, ma la pedana rimane bloccata e non c’è verso di sbloccarla (buone e cattive incluse). Non è possibile far salire il ragazzo sul pullman, l’autista chiama allora un’altra macchina con tanto di pedana. La macchina arriva, si scambiano i numeri di cellulare degli autisti e dell’assistente, appuntamento davanti alla stazione di Pesaro, dove poi gli autisti avrebbero provveduto ad  aggiustare la pedana e poter ritornare tutti  insieme. Si parte con la certezza di tutti di essere tutti,ma dopo un quarto d’ora, circa all’altezza di Fano, ci telefona l’altro autista per comunicarci che l’altra pedana si era incastrata nel richiudersi. Abbiamo chiamato altre ditte, associazioni che hanno pulmini per disabili, la C.R.I. e infine il meccanico che si trova vicino la scuola che sarebbe subito andato ad aggiustare la pedana; riprendiamo il viaggio visto che c’erano comunque altri quarantacinque alunni con noi. Chiunque abbia pensato che ci sia stata la volontà di lasciare G. a scuola non può essere più lontano dalla realtà. A tutti quelli che dicono: – Ma chi lo fa fare di portare tutti questi ragazzi a teatro, di fare e pensare tutte queste cose? – Anche a noi viene da chiederci quale coraggio ci guidi nei nostri propositi. Il coraggio dell’amore per il proprio lavoro e per i propri referenti, gli allievi, una passione che ancora, e non so come è possibile, dura e resiste.

Sì, potevamo risparmiarci tutte le polemiche sopraggiunte, bastava non programmare altro che stare a scuola sui libri o sui pc ma… la prima cosa pensata ritornando a scuola è stata di creare subito una occasione vicina per assicurarci che anche G. potesse vivere con la sua classe quell’esperienza. Ci è sembrato migliore proporre qualcosa per il futuro che trovare fiumi di parole sul passato e no, non era nessun contentino! Purtroppo quella cellula birichina e insistente che spinge a fare, a portare ancora i ragazzi fuori, nel teatro, nella vita, non è ancora stanca e sepolta sotto i vari: ma chi te lo fa fare? E a chi critica così valorosamente, cavalcando l’onda facile del “non hanno pensato al ragazzo disabile”, perché non si rende pronta ad aiutare invece che cercare subito casi, scoop, riconoscimenti più virtuali che virtuosi?

 

dalla referente del progetto – Prof.ssa Paola Pancotti

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