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Senigallia, pasti vegan nelle mense scolastiche: “Solo dopo ok dell’Asur”

L'accusa al Comune: "Comportamento illegittimo e discriminatorio, deve accogliere le richieste dei genitori"

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Ecco alcuni aggiornamenti sul rifiuto di offrire pasti vegan nelle scuole di Senigallia. Pochi giorni fa il sindaco Maurizio Mangialardi aveva risposto anche a nome della giunta a Chiara Piersanti, portavoce delle mamme che richiedevano pasti vegan per i propri figli nelle scuole cittadine, affermando che il rispetto delle esigenze etiche delle famiglie provocherebbe difficoltà organizzative e un aumento dei costi a carico dei cittadini, così concludendo «non ritengo opportuno apportare modifiche al nostro servizio di refezione scolastica, a meno che non siano presenti specifiche esigenze sanitarie».

Venerdì 29 aprile è intervenuta la dott.ssa Simonetta Bucari, assessore con delega anche all’istruzione, la quale ha ribadito la difficoltà di adeguare i menù alle richieste di poche famiglie, aggiungendo che il Comune ha richiesto un parere tecnico all’Asl, all’esito del quale valuterà «la fattibilità tecnica del nuovo menù». La stessa ha anche precisato che dei 1.200 pasti serviti nelle scuole di Senigallia, vi sono già menù per esigenze religiose, sanitarie ed etiche (vegetariani).

Abbiamo interpellato l’avv. Alessandro Ricciuti, autore del blog Diritti Animali ed esperto nella tematica, chiedendo un parere sulla legittimità di questo iter burocratico. Questo il suo commento: «L’amministrazione comunale di Senigallia non può in alcun modo limitare il diritto di richiedere pasti alternativi nelle mense scolastiche per motivazioni etiche. La posizione palesemente discriminatoria espressa dal Sindaco e non smentita dall’Assessore contrasta con quanto previsto dalle Linee Guida Ministero-Regioni-Comuni del Ministero della salute sulla ristorazione scolastica del 2010, redatte peraltro con il contributo dell’Istituto nazionale per la ricerca e la nutrizione. Il testo ministeriale stabilisce infatti in modo inequivocabile che le mense scolastiche devono assicurare anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali, precisando inoltre che tale diritto va assicurato a semplice richiesta dei genitori, senza necessità di alcuna certificazione medica. Un diritto peraltro più volte ribadito dalla giurisprudenza, con riferimento al quale non vi è alcun margine di discrezionalità amministrativa, cosa che purtroppo non è stata ancora compresa da tutti i comuni, che in alcuni casi hanno mostrato di non conoscere o non voler rispettare le linee-guida».

Sempre più pediatri e nutrizionisti incoraggiano la scelta vegan. «Le mamme non devono aver paura di chiedere menù privi di alimenti di origine animale per i loro figli e si devono sentire liberi di crescerli in linea con i propri princìpi etici; inoltre una dieta a base vegetale è sufficiente dal punto di vista nutrizionale e se ben bilanciata costituisce un ottimo strumento di prevenzione delle più comuni malattie». Lo afferma la dott.ssa Carla Tomasini, specialista in pediatria e puericultura con master internazionale di II livello in nutrizione e dietetica, lei stessa vegan da molti anni.

Il mese scorso è stata anche presentata sull’argomento un’interrogazione parlamentare della deputata Beatrice Brignone, alla quale il Ministero ha risposto di essere a conoscenza della problematica e che avrebbe provveduto a sollecitare le Regioni al rispetto delle linee-guida. Da ultimo, il Ministero ha anche emanato una circolare, in cui si legge: «alla luce dei profondi cambiamenti sociali e culturali e dei nuovi stili di vita delle famiglie, la necessità di impegnarsi in una politica di accettazione, di integrazione e coabitazione anche a tavola, nel rispetto dei diritti e delle libertà individuali e nel rispetto della potestà genitoriale istituita al fine di curare, a tutti i livelli, gli interessi dei minorenni. Tali valori, sposati all’atto dell’impegno preso, vanno maggiormente sostenuti e promossi nell’ambito delle singole realtà della ristorazione scolastica al fine di valorizzare e rispettare le diversità di pensiero, senza mai discriminarle».

I bambini vegan sono in netto aumento e in molti comuni italiani la richiesta di un menù alternativo da parte dei loro genitori viene accolta già da anni senza problemi, osserva Essere Animali. «La scuola è un luogo di incontro di diverse culture e dovrebbe trasmettere i principi fondamentali di rispetto reciproco e accettazione, alla base delle regole di comune civiltà e di convivenza. In un contesto scolastico ogni scelta, che sia religiosa o etica, non dovrebbe mai essere discriminata, per questo rifiutare le esigenze dei genitori e bambini vegani è anche contrario ai valori stessi dell’istituzione scolastica e ha una valenza antipedagogica», concludono i responsabili dell’associazione.

 

da Alice Bartolucci – Essere Animali
www.essereanimali.org

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