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La scomparsa di ‘Riccardone’: il ricordo di Fipe Confcommercio

Il prof. Massimiliano Polacco: "Grande imprenditore", lo chef Moreno Cedroni: "Ristoratore avanguardista"

Riccardo Gigli, Riccardone. Foto di M.Mariselli

Molti in queste ore stanno ricordando la figura di Riccardo Gigli, per tutti Riccardone, lo storico ristoratore di Senigallia che se n’è andato ieri mattina (ndr:27 Aprile) e ciò che emerge è la grandezza del personaggio, dell’imprenditore e dell’uomo. Anche Fipe-Confcommercio Marche Centrali, la Federazione dei Pubblici Esercizi aderente a Confcommercio, si unisce al dolore dei familiari e vuole unirsi al coro dei ricordi sottolineando soprattutto, oltre alle già citate doti umane, le capacità imprenditoriali e la capacità di guardare oltre.

Riccardo è stato un ristoratore d’avanguardia, un precursore” le parole dello chef Moreno Cedroni in qualità di presidente Fipe Confcommercio Marche Centrali “ed è stato capace di precorrere i tempi ampliando l’orizzonte dell’ ospitalità e dell’accoglienza “.

Per raggiungere le vette della professione Riccardo ha cominciato prestissimo ad accarezzare un sogno divenuto realtà dopo tanti anni di sacrificio. A 15 anni, e siamo negli anni ’60, inizia a lavorare nei locali di Riccione dove inizia a respirare l’atmosfera della grande accoglienza romagnola.

Dopo essersi fatto le ossa in Riviera Gigli è pronto ad un primo salto pur coperto dalla presenza dei genitori Leodoro e Adalgisa con i quali apre un dancing con cucina, uno dei primi nella storia, a Cesano Bruciata (dal 1962 al 1970). Il nome di quel locale, Mille Luci, tornerà a rivivere ai giorni d’oggi perché è il marchio di fabbrica che Christian Giorgini, il nipote di Riccardone e il vero continuatore dell’esperienza professionale della famiglia Gigli, appone al nuovo locale aperto a Senigallia in via Carducci nella stessa via dove Riccardone ha iniziato e concluso, nei primi mesi di questo anno, la sua ultima avventura imprenditoriale con la Taverna del porto.

Un’ulteriore testimonianza di una continuità e di un susseguirsi di intrecci familiari ed imprenditoriali che hanno segnato la carriera di Riccardo che dopo l’esperienza al Mille Luci ha continuato la propria crescita professionale in Germania dove nei primi anni settanta, dopo la scomparsa del papà Leodoro, svolge l’attività di Barman (lui che aveva anche la formazione Albes al suo attivo). Nel ’72-’73 torna a Senigallia per lavorare al Senb Hotel e dal ’73 al ’77 è Barman a Villa Sorriso uno storico locale di Senigallia che fa della mondanità il proprio vanto. A fine anni settanta Gigli è a Madonna di Campiglio sempre a contatto con quel mondo Vip che gli riconoscerà nel corso degli anni professionalità, competenza, bravura ed umanità. Ad inizio degli anni ottanta inizia la grande avventura con Riccardone’s a Senigallia in via Rieti, il locale dove Riccardo fa confluire tutte le esperienze maturate negli anni e portate ad eccellenza. Il locale si contraddistingue per un’eleganza inglese e per un’accoglienza in grande stile qualità che valgono passaggi ed encomi da parte di artisti, attori, cantanti e via dicendo.

Chiusa la saga di Riccardone’s si avviano una serie di grandi collaborazioni e dal ’98 al 2008 Gigli cura la cucina del Miù Miù lavorando assieme ad altri grandi professionalità del settore come Jacqueline Donna. Dal 2011 ecco l’approdo in via Carducci con la Taverna del porto che segue fino all’inizio del 2016 quando i segni del male lo costringono alla resa dopo una carriera incredibile. Una grande cavalcata professionale dunque che viene ricordata anche dal Direttore Confcommercio Imprese per l’Italia Marche Centrali: “E’ stato un grande imprenditore – commenta il prof.Massimiliano Polacco –, capace di anticipare le tendenze della ristorazione. E’ stato anche un grande esempio per molti colleghi e un grande formatore di personale di alta qualità. E’ una grande perdita per tutto il settore“.

La Fipe – Confcommercio Imprese per l’Italia Marche Centrali si unisce al dolore dei familiari cui porge le proprie sentite condoglianze.

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