La famiglia Bertolini in tv: “nostra figlia plagiata dal suo fidanzato”
Si terrà a luglio il processo per violenza sessuale e riduzione in schiavitù, ma intanto la vicenda finisce su Rai3
Finisce in televisione il caso del ragazzo di Senigallia rinviato a giudizio con pesanti capi d’accusa tra cui la violenza sessuale e la riduzione in schiavitù. Nella serata di mercoledì 27 aprile è infatti andata in onda la puntata del noto programma televisivo di Rai 3 “Chi l’ha visto?” che si è occupato del caso della famiglia Bertolini.
Condotta dalla giornalista Federica Sciarelli, la trasmissione ha illustrato la complicata situazione in cui si trovano Marco e Sandra, due genitori di una ragazza che – affermano – sarebbe stata plagiata e ridotta in schiavitù dal proprio fidanzato, A.P. il senigalliese accusato e per questo rinviato a giudizio dal gup del tribunale di Ancona Francesca Zagoreo.
I fatti risalgono al 2009, come viene spiegato dai genitori della ragazza nel servizio VIDEO che potete rivedere in fondo a questo articolo.
Tutto iniziò con un mazzo di rose rosse a scuola, poi i due allacciarono una relazione: all’epoca dei fatti lei era appena 16enne e lui 23enne. Un rapporto complicato e totalitario che portò la ragazzina a pasqua 2009 a tentare di togliersi la vita ingerendo dei farmaci.
Il racconto dei genitori, decisamente delicato data la difficile situazione instauratasi, verte sul fatto che, secondo loro, l’uomo avrebbe plagiato completamente la loro figlia, limitandone sensibilmente la libertà, fino a costringerla psicologicamente ad atti autolesionistici. Una serie di regole, spiegano nel servizio di Rai 3, sarebbero state imposte alla giovane, così come a un’altra ragazza di una precedente relazione.
Regole che vieterebbero di salutare le persone e gli amici, di parlare con loro, addirittura di lavarsi e curarsi nell’igiene personale. Una situazione che è stata anche denunciata alle autorità: nel prossimo luglio 2016 partirà il processo a carico dell’ormai 30enne che nel frattempo si è sposato con questa giovane, senza che i genitori ne sapessero alcunché. I loro rapporti sono ormai deteriorati al punto che vi è una diffida nei loro confronti che impedisce loro di vedersi.
Nel servizio, vengono ascoltati anche il legale della famiglia, l’avvocato Roberto Paradisi, ospite in studio assieme all’avvocato Domenico Liso, che difende un’altra giovane presunta vittima delle presunte violenze, fisiche e psicologiche. Un’altra ragazza che ha confermato tempo fa, senza sapere ancora dell’esposto che poi porterà al processo, i comportamenti dell’uomo. Comportamenti descritti attraverso un drammatico elenco di ciò che non poteva fare pena una serie di conseguenze che andavano dalle frustate con la cintura alle percosse di vario genere.
Durante la trasmissione è stato intervistato telefonicamente anche il legale del foro di Rimini, Massimiliano Cornacchia, che difende il giovane senigalliese assieme all’avvocato Gilberto Gianni.
Secondo questi, le accuse sarebbero ricostruzioni fantasiose e parziali della famiglia della ragazza: tagli, lividi e bruciature di sigaretta non possono essere attribuite alle responsabilità del loro assistito come invece dichiarato dalle giovani vittime e dalla famiglia Bertolini e che – assicura – verranno smentite in sede processuale dove la giovane potrà finalmente far sentire la propria versione dei fatti, finora mai ascoltata dalla Procura. “Siamo fermamente convinti dell’innocenza dell’imputato“, afferma, aggiungendo che A.P. è finito “in una sorta di gogna mediatica“. Al suo fianco la famiglia che la vittima e i genitori della ragazza affermano sapessero tutto quanto avveniva dentro l’abitazione ma che, tramite l’avvocato, hanno smentito ogni imputazione.
Si terrà a luglio 2016 il processo per riduzione in schiavitù, violenza privata e domestica, violenza su minori, violenza sessuale continuata, atti sessuali con minorenni e istigazione al suicidio aggravata.
Allegati
Aggiornamento rispetto al contenuto: con sentenza della Corte di Assise di Ancona del giorno 20/12/2018, il sig. Alessandro Predieri è stato assolto o comunque prosciolto da ogni accusa, eccezion fatta per un capo di imputazione relativo alla violenza sessuale, per il quale è stato condannato con medesima sentenza ad anni 8 e mesi 6 e ad il risarcimento in favore della parte civile costituita. La difesa dell’imputato, respingendo ogni accusa, ha impugnato la sentenza.
Guarda nel VIDEO la puntata di “Chi l’ha visto?” del 27/04/2016
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