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Referendum: “Non si possono sottovalutare 13 milioni di sì”

La Città Futura: "Battaglia impari in Italia, ma il movimento anti trivelle non si fermerà"

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I quasi 16 milioni di italiani, tra cui 14.621 cittadini senigalliesi, che domenica (17 aprile, Ndr) si sono recati alle urne per votare al referendum sono la dimostrazione che è ancora possibile fare politica guardando avanti, che si può ancora provare a credere nella partecipazione e non solo a fare il tifo per il leader mediatico di turno. 13 milioni di SI dimostrano una sensibilità ai temi ambientali mai sopita e affermano una volontà politica che sarebbe un grave errore sottovalutare.

Nei referendum italiani il quorum rende la battaglia impari, costringendo i favorevoli ad un doppio sforzo, per superare non solo i contrari ma anche gli astenuti, che nel nostro paese sono ormai stabilmente circa un terzo dell’elettorato (a Senigallia, ad esempio, il 38% alle ultime elezioni comunali). Dunque oggi vincere un qualsiasi referendum è difficilissimo.

Questo quesito, in particolare, affrontava in modo parziale un tema difficile, tecnico. Era l’unico, forse il più debole, rimasto in piedi tra i sei quesiti inizialmente promossi, poiché sugli altri il governo aveva già accolto le istanze dei proponenti: anche quello è stato un risultato da non sottovalutare.

Per dare un po’ di numeri, ricordiamo che il nostro sindaco governa grazie agli 11.840 voti che gli hanno dato gli elettori senigalliesi nel maggio scorso. Domenica scorsa 12.701 concittadini hanno votato per un futuro che rinunci alle fonti fossili per produrre energia: questo, a nostro parere, era il tema sostanziale del referendum. Se poi guardiamo all’Italia nel suo complesso, per il SI hanno votato 13.334.764 persone, quando alle europee del 2014 il Partito Democratico, che in quell’occasione ha raggiunto il suo miglior risultato con il 40,8%, ha ottenuto 11.203.231 voti.

In conclusione, anche grazie a questo referendum, il movimento contro le trivelle si è fatto conoscere e si è allargato, la battaglia per un futuro rinnovabile di certo non è finita e La Città Futura, come sempre, ci sarà.

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